LA PASQUA
E venne la Pasqua, ma nessuno la vide, perché essa era nascosta nei cuori, che erano duri ad aprirsi, tanto più che la coincidenza con l’inizio dell’ora legale, aveva scombussolato un po’ tutti. Stai parlando a vanvera, lo apostrofò Sebastiano, che era ancora risentito del bisticcio del giorno prima, avuto proprio con lui, per futili motivi (si parlava di acque croscianti, mentre lui aveva in mente un ordine di acqua minerale e salatini croccanti, per cui non si erano proprio capiti, ma Pancrazio seguitava ad accusarlo di essere sordo ad ogni richiamo che fosse minimamente poetico e questo lo aveva fatto incazzare). Che vuol dire “a vanvera”? domandò a mezza bocca Pancrazio, guardandolo di sottecchi – non vorrà continuare la lite di ieri? – si chiese - Allora non gli aveva perdonato la sua reazione, diciamo così, un po’ troppo vivace?). Cari amici, intervenne guardingo Maurizio, il quale nel fratte