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Visualizzazione dei post da ottobre, 2022

SOLLAZZO

                                                                             Sollazzo è una parola che piace, recitava Maurizio di fronte ad un uditorio formato dai soliti quattro gatti del sedicente circolo letterario denominato, non a caso, Abecedario. L’irrequieto Pancrazio ritenne subito opportuno interrompere il suo discorso, con una facezia: In questo giorno di gaudio e di sollazzo, esordì sghignazzando, tanti saluti al beneamato ca…ro Galeazzo. Maurizio, irritato, continuò, dicendo in generale: lo sghignazzo, è un’espressione di volgarità che mette in imbarazzo, non solo chi lo fa, come almeno dovrebbe, ma soprattutto chi lo subisce o soltanto lo sente. Ma Pancrazio, recidivo, insistette: Noi tutti, qui, ci stiamo sollazzando con le tue parole, ironizzò, cambiando tono e, fingendo di non aver capito l’antifona, aspettiamo che tu ci dica cosa significa sollazzo. Maurizio esitò tanticchia, direbbe Montalbano, incerto su come reagire alle continue provocazioni dell’amic

SUSSIEGO

  ;                                                                   Pancrazio, perché te ne stai così contegnoso in disparte? Chiese Sebastiano, servendogli il secondo caffè della mattinata, sul tavolinetto di fondo della sala, dove egli aveva preso posto fin da quando era entrato nel locale, più di un’ora prima, rimanendo silenzioso a guardare la parete che aveva di fronte. Non sono affari tuoi, rispose l’interpellato, con poca grazia, rispetto all’affabilità dimostrata dell’amico. Non vengo qui per farmi prendere in giro da chicchessia. Grazie per il chicchessia, ma io intendevo essere gentile con te. Non è con te che ce l’ho, anche se… Cosa? Non mi hai difeso quando era ora. E quando era ora? Mbè, qui mò non sto a dire quando, ma è che, se succede qualcosa e tutti sono contro di me, tu stai sempre dalla loro parte. Questo non è vero; è, invece, che tu sei troppo permaloso e, diciamo pure, un tantinello presuntuoso e pretendi sempre di avere ragione. Maurizio

PRECIPUO

                                                              Hai sentito, Pancrazio, ora Rimiratore ha smesso di rimirare e si è messo a fare il suggeritore, spesso e volentieri lancia provocazioni al nostro capo, per invitarlo a commentare quello che gli passa per la testa. Tu vuoi provocare me, allora, rispose Pancrazio a Sebastiano, che era in attesa della sua reazione, sorridendo sornione, perché sai che le sdolcinature di quel sicofante non le sopporto. Sico, cosa? Gli chiese Sebastiano. E che ne so, chiedilo a Maurizio, che io da lui l’ho sentito. Smettetela, ragazzi, intervenne il maestro (con la lettera minuscola, perché parlava come un maestro con i suoi scolari e non come Capo del Circolo), vi dispiace che Lucio sia uscito allo scoperto, senza l’aggiunta di quel 46 che lo faceva apparire come uno della Banda Bassotti e venga a proporci temi di discussione, che, lanciati come provocazioni, ha detto giustamente Sebastiano, servono a stimolare in noi idee e rifles