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Visualizzazione dei post da settembre, 2021

CUCUCCIO

Al terzo piano del civico 33 di via Trento e Trieste a Teramo, abitava la famiglia di un barbiere di nome Carlo, per tutti Carluccio, detto Cucuccio, che aveva la moglie modista e due figli maschi, il primo dei quali portava i postumi di una poliomielite che gli aveva gravemente compromesso la funzionalità della gamba sinistra. Questo Carluccio, o Cucuccio, che dir si voglia, era un tipo molto particolare: piccolo di statura, smilzo e scattante nel portamento, di una popolarità schietta ed incontenibile, suscitava simpatia in chiunque lo incontrasse, per la vivacità del suo eloquio e la bonomia del carattere, perché aveva da ridire su tutto, coinvolgendo cose e persone, senza riguardo per la privacy di nessuno; curioso di ogni cosa, o evento che si presentasse ai suoi occhi, animoso ed apprensivo ad un tempo, era un po' la macchietta del quartiere.  La sua bottega di barbiere, con le vetrine appannate

CUCUZZONE

Non cercate sul vocabolario la voce cucuzzone, perché, anche se esiste (si trova, infatti, sull’Atlante Geografico, ed è un Monte che fa parte del Parco Nazionale del Cilento, in Campania) non è il cucuzzone che ho conosciuto io e di cui vi vorrei brevemente parlare. La voce di Maurizio era pacata e velata di nostalgia, che doveva senz’altro derivargli dal ricordo che si andava srotolando nella sua mente.   Dovete sapere che le mie radici sono a Città Sant’Angelo, che prima era in provincia di Teramo, mentre, dopo la costituzione della Provincia di Pescara, per merito di D’Annunzio, è entrata a far parte di quest’ultima. Mio padre era nato lì e lì era vissuto fino alla maggiore età, per poi trasferirsi a Teramo, per ragioni di lavoro, ed era quindi consuetudine dei miei genitori, in estate di far visita ai parenti di quella città, con tutta la famiglia. Talvolta si verificava che, ripartendo, qualche componente di essa. di solito, io e mio fratello, rimanesse ospite nella