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Visualizzazione dei post da novembre, 2024

FRANCHEZZA

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                                                                                                                 Tanto per fare quattro chiacchiere. Forse scopro l’acqua calda, ma io sono convinto che uno degli insegnamenti più importanti che ci proviene dalla nostra discendenza dal mondo classico, fondamentale, nel senso di fondante di una civiltà, sia quello del tanto bistrattato – perché usato e abusato anche a sproposito –“ gnothi se auton” inciso...

PASSA LA NAVE MIA

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                                                                  Giuseppe, vedi su quella nuvola ci sono due che parlano e filosofeggiano ancora sulla vita. Sono nuovi, non si sono ancora resi conto della nuova situazione. Forse hanno bisogno di aiuto. Potresti dar loro una mano e condurli, forse li conosci, sono, anzi erano, buona gente, secondo il metro di prima, qui non hanno ancora alcuna collocazione, ma vedrai non troverai nessuna difficoltà a riconoscerti in loro, sono come te, solo che tu li hai preceduti, il destino, ma questo è un concetto che quassù non ha senso, così ha voluto, magari era scritto che tu dovessi fare loro da guida. Provaci, te ne saranno grati. Sai hanno tanto bisogno di essere consolati, tu sei l’unico che può farlo e sarà un’opera meritoria, ma già, qui non cerchiamo più meriti… Qui sia...

TEMPI FELICI

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                                                                    Erano giorni felici, disse e guardava in basso fra le nuvole. Anche quelli? Chiese di rimando l’altro. Sì, anche quelli, non ricordi? Rispose lei, assorta nei suoi pensieri. Ricordo le albe. Tu ti alzavi che non era ancora giorno ed io venivo ad aiutarti a vestire. Al buio, senza accendere la luce e in silenzio, come ad una cerimonia sacra. Sacra non direi, era profana un bel po’. Solo perché il primo pensiero era fare il caffè? Il primo bacio veniva dopo aspirato l’aroma ed assaggiato la bevanda fumante: buon giorno e buon caffè, ripetevi sempre e la giornata si apriva magicamente davanti a noi. Poi la routine dei lavaggi, le abluzioni, dicevi e la colazione, le medicine ed il miracolo di un nuovo giorno tutto per noi. Al matti...

STORNI

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                                                                                           Arrivavano a frotte numerose, ordinate e compatte, eseguendo volute fantastiche e disegnavano nel cielo figure astratte, che cambiavano continuamente, con un effetto visivo che destavano ammirazione e meraviglia.   Riempivano l’intero spazio celeste già declinante verso sera, poi subito dopo il tramonto, si affollavano nelle chiome degli alberi, con un rumore che era di grida, un frullar di ali e un pigolio intensissimo, per   tacere di colpo, non appena scomparso l’ultimo raggio di sole.   Bastava battere le mani sotto un albero e una nuvola di uccelli spaventati, saltava fuori in gran numero, per tornare in breve a sistemarsi tra rami e foglie e ...

EMPATIA E SENSIBILITA'

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                                                                                                 Caro Lucio, tutte le volte che debbo rivolgermi a te, sono in imbarazzo, perché quello che tu dici mi sollecita molte idee e temo che le mie osservazioni, non critiche, potrebbero ferirti, sapendoti molto sensibile; esprimere un parere su qualcosa fatta da un altro (“competitor”) non è mai cosa facile, si rischia sempre di sbagliare: se si dice troppo, si finisce coll’essere ipercritici, magari per motivi poco nobili (autocele...

A CAPRAIA SI TORNA

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                                                                              Vorrei tornare con te a Capraia l’Isola dei fantasmi ed inoltrarmi su per i sentieri che portano alle mura spettrali del carcere abbandonato – quante voci di notte si sentono nei dintorni – o al Faro “il Semaforo” ridotto ormai solo alle sue sbarre – una gabbia come tante gabbie nelle quali siamo confinati – nei luoghi dolorosamente da te visitati un passo dopo l’altro e ripercorrere quelle pietraie lungo le quali esseri infelici si sono aggirati per molto tempo ed ora sono deserte con un compagno virtuale che allora ero io ed ora potresti ...

IL GRANDE DELL'AMERICA

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                                                                  IL GRANDE DELL’AMERICA   IL MESSIA Non so quanti milioni di americani hanno riconsegnato l’America a quello che ora si considera il nuovo Messia; egli ritiene di essere sfuggito ad un attentato per volontà del Signore, il quale lo avrebbe scelto, per un fine superiore: salvare l’America. In nome di Dio si sono commessi i più grandi crimini della storia: ricordate Gott mit uns?   LUCIO   Di Eugenio Quel detto scritto sulla fibia delle cinture dei militari tedeschi mette i brividi e ci ricorda che non sono stati gli unici malati di questa forma di megalomania e delirio di onnipot...

ASSENTI PRESENTI

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                                                                                                   C’è qualcosa di più forte Della morte ed è la Presenza degli assenti Nella memoria dei vivi                  Valérie Perrin La Perrin non è scrittrice da poco; conosce quei piccoli anfratti dello spirito difficili da raggiungere, dove si annidano i sentimenti più intimi che lei illumina amabilmente con la sua grande sensibilità. Un...

AMO IL MATTINO

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                                                               Amo il mattino: nella metafora della vita rappresenta la giovinezza, l’aurora è l’infanzia dorata, il sole che sorge la piena consapevolezza di sé. Vorrei giornate fatte tutte solo di mattinate interminabili, lente soprattutto le prime ore che sono le più belle; già l’approssimarsi del mezzogiorno mi spaventa, i pomeriggi risultano insopportabili, odio la sera, detesto la notte. Quando le stelle cominciano a sbiadire e tra le fessure delle tapparelle filtra la prima pallida luce del nuovo giorno, col risveglio si riaccendono nuove speranze e noi accogliamo con sollievo la fine della lunga notte. Così è per ogni notte, che sia stata lucente di stelle, colma di dolci...

IL BOLLETTINO DELLA VITTORIA

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                                                                      “I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano discese con orgogliosa sicurezza.” ( Armando Diaz , comandante supremo del Regio Esercito ) In realtà sembra che a scrivere il bollettino della vittoria, di cui quella riportata è l’ultima frase, fosse il generale Siciliani. Il dispaccio fu compilato il 4 novembre 1918, in fretta e, trascinato dall’entusiasmo, lo scrivente   commise un errore semantico, in quanto a risalire le valli furono i resti dell’esercito austriaco, mentre a scenderle era stato l’intero esercito. Ma, tant’è, nel tripudio del momento, nessuno ci fece caso, né Diaz che lo firmò e tanto meno il re che lo ricevette e anche oggi, a noi se...

GLI ANNI DELLA TENEREZZA

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                                                                        Si tende a ritenere che parlando di anni della tenerezza, si intenda riferirsi a quelli della prima giovinezza, quando ancora tutto è roseo, lo spirito è scevro di preoccupazioni e la tenerezza scaturisce dalla naturale propensione alla bontà dei sentimenti, ancora sotto l’influsso dell’amore materno e, anche, paterno. Io invece voglio parlare della tenerezza che si prova in età avanzata, quando le forze scemano, l’animo si indurisce, ci si può anche incattivire, a causa di disgrazie e malattie, in genere per gli aspetti negativi del periodo declinante della vita, che pre...