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Visualizzazione dei post da agosto, 2020

MAURITIUS

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                                                                                 Ma perché a Ferragosto? Non poteva scegliere un altro giorno? Uno qualsiasi, un San Nessuno che nessuno   festeggia? Perché rovinarci la festa? All’angolo delle strade, nei sobborghi, nei luoghi aperti come giardini, parchi e piazze, terrazze e pied a ter, gruppetti di persone si adunavano e sulla faccia di ognuno era disegnata una grande ics interrogativa, non di pareggio o altro simbolo.                                                                               Manco avesse immaginato quello che Maurizio stava per dire, Pancrazio, quello che tutto poteva, se ne uscì con queste parole: Ahhh! Potessi trattenere il tempo! Fermarlo a quest’ora, questo giorno, anno secolo e goderlo all’infinito! Invece ci tocca faticare giornate intere, per avere momenti magici come questo, che passano via con un soffio. Per la cronaca, si stava struggendo di fronte ad un tramonto al mare, col sole che calava

L'OMBRA DEL GIGANTE

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                                                                          Adamastor quel giorno spingeva il suo sguardo corrucciato, ben oltre la laguna dell’ampia foce del fiume e del canale che sfociava nell’oceano intemerato, non lui, che non aveva nulla da perdere, ma chi lo affrontava, come il gigante di pietra sapeva, essendo stato sempre dalla sua parte.   E’ sulla superficie del grande mare che i suoi occhi correvano, sfiorando le creste spumose delle onde, inseguendole lungo i crinali   e negli avvallamenti della massa d’acqua, che già si gonfiava di rinnovata potenza, ad ogni passaggio, più fonda la valle, più erta la cima.   L’aria mattutina intrisa di salsedine, si tingeva di un rosa pallido per l’umidità proveniente dal gran respiro dell’acqua entro cui, i raggi del sole filtravano a stento. Lisbona risplendeva nel suo fascino sbiadito e polveroso di capitale un tempo   gloriosa. Un po’ demodè, un po’ fatiscente, ma bella e attraente.   L’odore del sigaro

VECCHIAIA

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                                                                                VECCCHIAIA                                                                    Seguito a “Vecchio Barbogio”   Accadde che qualcuno scrisse sui muri “La vecchiaia vorrà dire in noi, essenzialmente, la fine dello stupore. Perderemo la facoltà sia di stupirci, sia di stupire gli altri. Noi non ci meraviglieremo più di niente, avendo passato la nostra vita a meravigliarci di tutto". Firmato Natalia Ginzburg.                                                                                                                                                                                         Chi, quella del Lessico Famigliare? Chiese Uno. Proprio lei, rispose Secondo, quella che il marito fu preso dai fascisti ed ucciso, si chiamava Leone Ginsburg ed era una persona famosa.   Non sapeva che familiare si scrive senza la “g”? domandò Terzino.   Sì che lo sapeva, ma se ne fregava. E molti