RONDINI

 

 

                                                                 

Ora è tempo di invertire il detto, affermò Pancrazio entrando nel locale, facendo sobbalzare i primi avventori del mattino, non abituati al suo modo irruente di presentarsi.

Non possiamo dire più una rondine non fa primavera, bensì dobbiamo abituarci al fatto che la primavera non fa una rondine. E si mise a ridere, mentre tutti lo guardavano vagamente preoccupati.

Dopo un po’, dato il perdurare del silenzio che si era creato nella stanza, ‘Mbè, aggiunse guardando ognuno negli occhi, il gatto vi ha mangiato la lingua?

No, iniziò imbarazzato Sebastiano, è che…

È che, gli tolse la parola Pancrazio, siete tutti stronzi, non sapete apprezzare una battuta!

Non ci aspettavamo, riprese con maggiore convinzione Sebastiano, una così sagace affermazione da parte tua e lo guardò con aria di sfida.

Qui tira una brutta aria, stamattina; nessuno si è accorto che siamo al terzo giorno di primavera e non è arrivata ancora una rondine?

A Colleminuccio, forse, disse un tizio dal primo tavolinetto, a Forcella, mia figlia ne ha viste più d’una.

Saranno quelle sfuggite al passaggio dei droni e ai tiri della contraerea, avanzò semiserio un barbuto del terzo.

Ecco quello che non volevo sentire, lamentò Pancrazio, buttare tutto in politica! Se le rondini non arrivano, non è colpa della guerra, ma dei pesticidi.

E tu, allora? lo apostrofò aspramente un altro; sei anche tu contro la decisione di Bruxelles, riguardo all’uso dei pesticidi in agricoltura?

Calma ragazzi, qui la cosa si sta facendo seria, intervenne Maurizio appena arrivato di tutta fretta, Pancrazio voleva solo far rilevare che arrivano sempre meno rondini nel nostro Paese e una ragione ci deve essere.

Bravo Maestro, approvò rincuorato Pancrazio, come al solito le tue parole sono oro per questi bifolchi, ma non è questione di questo o di altro paese, Forcella, Frondarola o Abetemozzo, che differenza fa?   

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