LUCI ED OMBRE
Caro Licius, cominciò a scrivere Maurizio, colto all’improvviso da un irresistibile impulso di rivolgersi direttamente al personaggio che negli ultimi tempi, gli aveva dato più filo da torcere, hai ragione tu. In fondo, che c’è di male? (Ma perché stava dicendo quelle cose? Aveva ragione su che?). Continua pure ad essere quello che sei e sei sempre stato (la mano che impugnava la penna, come una spada, gli correva sulla carta, come spinta da una forza esterna a lui stesso). Commuoviti pure di fronte ad ogni inezia, banalità, dabbenaggine. Cosa c’è di più banale e insignificante della nostra vita stessa? Quanto alla semplicità, che ho non dispregiativamente chiamato dabbenaggine, non è forse la dote che più ci è cara e che orgogliosamente ci distingue? Non sapeva cosa avrebbe ancora scritto, ma si trovò a leggere le righe che comparivano sul foglio, non senza meraviglia e sincera ammirazione: era proprio lui quello che pensava quelle parole? Ammirazione, poi, e per chi o per...