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IL COMPLEANNO

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                                                                              IL COMPLEANNO Caro Giuseppe, oggi ricorre il giorno del tuo compleanno ed è il primo che trascorriamo senza di te. Non ha senso cominciare a contare gli anni che tu non hai vissuto, mentre è bello ricordare quelli che abbiamo vissuto tutti insieme allietati dalla tua presenza. Perciò, se oggi il nostro pensiero ricorre a te, non è per compiangere il fatto che non ti è stato dato di concludere il tuo cinquantottesimo anno di vita, ma per ricordare la gioia di quel primo 25 luglio in cui nascesti e venisti a rallegrare la vita dei tuoi genitori e, successivamente dei tuoi fratelli, parenti e conoscenti tutti: era il 25 luglio 1966 e noi il 25 luglio di ogni anno a venire continueremo ad onorare e festeggiare la tua memoria ed indirizzarti i nostri pensieri colmi di gratitudine per quello che nella nostra vita tu hai fatto e rappresentato. Ti vogliamo tutti un gran bene.

IL CAMMINO

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                                                                                 Leonardo è di nuovo sul Cammino di Santiago che ha già fatto più volte e da diversi punti di partenza, con suo padre. È tornato da solo su quel percorso lungo e faticoso, alla ricerca delle tracce di un passato ricco di esperienze ed emozioni che sono alla base della sua formazione, per riviverne più intensamente il ricordo, con l’eco di quel passo che accompagnava il suo ed era fonte di coraggio e di conforto, ora che più forte è il bisogno di ritrovare in ogni minimo segno, la sua presenza, per individuare un modello col quale confrontarsi ed idealmente identificarsi. Lo accompagniamo nel suo viaggio solitario, consci della sua forza e della sua volontà, con l’augurio di trovare quello che cerca nella gratificazione di un gesto che nella sua ritualità sia di sollievo e liberazione. Buon viaggio Leonardo, siamo tutti con te. 21/07/24 Iniziato sotto condizioni meteo avverse, ma con molta determinaz

MADORNALE

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                                                                                                                   Vi può essere qualcosa di più madornale dell’amore materno? Chiese Maurizio ad un Pancrazio seriamente preoccupato per la domanda di cui non aveva ben capito il senso e temendo trattarsi di una trappola. Madornale per me è quando uno l’ha fatta grossa, ma si tratta di una cosa sconveniente, tipo un errore madornale, grosso come una casa; non capisco come lo stesso termine si possa usare anche per indicare la cosa più sacra che c’è. L’amore di una madre per il proprio bambino…e si commosse al pensiero della sua di madre che per lui aveva fatto tanto e tanto sofferto. Perché lui non era stato un buon figlio, di questo era sicuro. Madornale viene da madre, gli spiegò inopinatamente Maurizio. O perbacco! Esclamò subito l’inquisito e pensò allora che Maurizio volesse riferirsi all’errore commesso da sua madre, ma come faceva a saper

CENERI

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                                                                                           Pirandello, tutti lo sanno, fu un antesignano, nella vita come nell’arte, con le sue Maschere Nude scosse le coscienze del pubblico di tutto il Mondo. Il “giallo” che avvolge la sua morte sembra quasi una sua invenzione postuma. È noto che, per quanto riguardava la destinazione da dare ai suoi resti mortali, egli desiderasse che il suo corpo fosse cremato e le ceneri disperse, così che nulla di lui restasse. Le cose non andarono nel senso desiderato dal grande drammaturgo: il corpo fu cremato, ma le ceneri furono raccolte in un’urna, poi trasferite parzialmente in un’altra e quelle che tuttora vengono conservate come le ceneri di Pirandello, non sono tutte sue, ma è risultato che sono state mescolate con altre, appartenute ad una persona sconosciuta, o  fin dal momento della raccolta di esse dal forno crematorio, probabilmente non del tutto pulito da una precedente cremazione, o giacenti ne

TRISTEZZA

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                                                                               Caro Lucio tu parli di tristezza e dici che ci sarebbe compagna, quanto più siamo vecchi, poi, subito dopo, aggiungi che non è cattiva perché ci fa ricordare i momenti felici della nostra vita. Io ho parlato di nostalgia come dolore del ricordo dei momenti felici che sono lontani e sappiamo che non torneranno. Diciamo la stessa cosa da due punti diversi; quella che tu chiami tristezza altro non è che nostalgia, mentre quella che io chiamo nostalgia è tristezza. Ma tant’è, spostando l’ordine dei fattori il prodotto non cambia: che sia un’emozione a suscitare tristezza, o il contrario, il risultato è sempre un dolore, una sofferenza che per fortuna non è endemica, cioè ineliminabile e tanto meno ci è “amica”. Il genere “Homo” ha sviluppato nei secoli una tecnica di “elaborazione” del dolore ed in particolare del dolore conseguente ad un lutto per la perdita di una persona cara.   È una tecnica

SOLSTIZIO CLANDESTINO

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                                                                      La scorsa notte, saranno state le 22,45 o giù di lì, mi rigiravo nel letto, incapace di prender sonno; colpa del caldo, mi dicevo, che mi fa sudare e non mi fa stare bene né sotto, né sopra al lenzuolo. Ma non era così. Questa mattina ho scoperto l’arcano. Mi stava passando sopra, del tutto inatteso, né voluto, anzi ignorato e, quindi clandestino, il solstizio d’estate che alle 22,50, si è verificato inesorabilmente nel nostro emisfero, alla faccia di quelli come me che non solo non volevano cadere nel calderone dell’estate, ma che addirittura avevano pensato ad uno stratagemma per fermarlo ’sto benedetto solstizio ed inchiodarlo ad un perpetuo ultimo minuto di primavera. Ciò non è stato possibile ed io ho preso sonno, mentre il nastro dell’otto volante, superata la curva del punto più elevato della giostra, si è precipitato a capofitto, lungo la discesa vorticosa della stagione più intensa dell’anno ed a q

NOSTALGIA

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                                                                         La nostalgia è uno stato d’animo, un sentimento di disagio e di dolore per un vuoto che si crea dentro di noi perché è venuto a mancarci qualcosa, che può essere un luogo, la casa, il borgo natio, oppure un tempo, il bel tempo della giovinezza, ma soprattutto è una condizione di sofferenza che si prova per la lontananza di una persona amata, o per la perdita di una persona cara.   La parola “nostos” in greco significa “ritorno” e “algos” vuol dire “dolore”, quindi letteralmente la nostalgia è “il dolore del ritorno”, nel senso del malessere che si prova al pensiero di quello che si è perduto e non potrà tornare. Ritorno ambito, ma solo in ambito mentale, perché è bello ricordare ciò che per noi è stato oggetto di affezione ed è pertanto fonte di piacere il ricordarlo, ma   nel contempo questo ricordo ci arreca un dolore, in quanto acuisce lo strazio della mancanza di quanto siamo tornati a ricordare con la m