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FANNULLONE

                                                                                    Bighellone viene da “bigoli” che, nel dialetto veneto, significa “spaghetti”, ma anche “pene” stava dicendo Maurizio, quando, ecco Pancrazio irrompere come al solito: pene…pene? Quello che penso io? Appunto il pene, l’organo sessuale maschile, per cui bighellone vuol dire… Che strani, ‘sti veneti, insistette Pancrazio, scuotendo il capo, mescolare il diavolo con l’acqua santa! Il pene con gli spaghetti! ‘mbò. Dicevo, riprese Maurizio che bighellone, ha assunto il significato di persona che passa il tempo a gironzolare, senza fare niente.   Non ho capito se a gironzolare sono gli spaghetti, o il pene…ma, senti piuttosto, non sarebbe meglio, allora, dire “fannullone”? Fannullone viene da “fa - nulla”, vero? Chiese, ancora, con finta ingenuità e Maurizio lesto rispose: Certo! Il fannullone è uno che non fa niente e non vuole fare niente. Ma si tratta di uno molto grosso? No, perché? P

AURORA

                                                                                L’aurora “dalle rosee dita”, cantava il cieco Omero, il quale ogni tanto, come si sa, “dormitat”, sonnecchia(va) e, quando si svegliava, vedeva nella sua mente mondi meravigliosi. Era evidente il piacere che provava Maurizio nel pronunciare questa parola. L’aurora era una dea, che tingeva di rosa, con le sue mani, il cielo ad oriente, a beneficio degli umani che aprivano gli occhi e scoprivano lo splendore di quella luce benefica. Pancrazio ascoltava, assorto in lieti pensieri; Un giorno, disse, a Colleminuccio ho visto l’aurora ed era proprio così. Sembrava che dietro gli ulivi, qualcuno stendesse un velo di rosa. Non sapevo che fosse una dea. Da dove proviene il nome aurora? Chiese Maurizio, riportando tutti alla realtà. Prima che il silenzio si mutasse in imbarazzo, il Maestro sapientemente, seguitò: C’è un legame sottile, che viene da molto lontano ed accomuna “aurora” con “oro”, soluzione

PROSOPOPEA

                                                                        Hai sentito, Pancrazio? Lo interpellò Sebastiano, la mattina, appena arrivato; Maurizio ha detto che, se continua così, ci darà l’ostracismo, a noi due. Sai che me ne frega, rispose spavaldo l’interpellato, a me le ostriche nemmeno piacciono. Cos’è, oggi tutta questa prosopopea, lo incalzò l’amico, mentre avviava la macchina del caffè. Uffah! Sono stanco di questa manfrina: ora ti ci metti pure tu, con ‘sta “prosa di Poppea”! Questa volta fu Sebastiano a sbalordire: e chi sarebbe Poppea? Una con le tette gigantesche? Guarda che, come te, anche io sono arrivato alla terza media, quindi so e tu pure dovresti sapere, che fu la moglie di Nerone. Non so se aveva tette giganti, ma certo era molto bella ed intelligente ed anche un poco spregiudicata; poveretta, Nerone l’ammazzò con un calcio nella pancia. Fu l’argomentata risposta di Pancrazio, che intanto metteva lo zucchero nella tazzina di caffè che gli a