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Visualizzazione dei post da aprile, 2024

SOPPIATTO

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                                                                                Dove pensi di andare, così, quatto quatto? Chiese Sebastiano a Pancrazio che si stava dirigendo, fuori dall’orario delle lezioni, verso la porta del Circolo, guardandosi intorno con una certa cautela. Che vuoi dire? Lo apostrofò di malagrazia Pancrazio, arrestandosi ombroso. Hai un’aria circospetta, come debbo dire, passi davanti a me così alla chetichella, gatton gattoni, senza neanche salutare. Ti sembra normale? Cerchi qualcosa? Ebbene sì. Sto andando nell’aula perché debbo fare una ricerca. Non dirmi che hai scoperto il vocabolario; dimmi, quale dubbio ti assale? Chiedi a me, vediamo se ti posso aiutare. È che ho incontrato Lucio, quello che si fa chiamare Rimiratore – che cosa rimira poi non...

ANTIFASCISMO

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  Affermare che oggi come oggi, parlare di fascismo e antifascismo è anacronistico, perché il fascismo è morto 70 anni fa e non potrà più risorgere e che gli italiani, gravati da tanti problemi più importanti, sono stanchi di sentire queste diatribe infruttuose, è la premessa, l’anticamera della restaurazione dei presunti “valori” di quel “piccolo tempo antico”, ancora favoleggiato, nella mente e più ancora nel subcosciente di tante persone di buona volontà, che ancora credono, perché è stato così insegnato a loro, di sottobanco, nell’ambito familiare, lungo il corso di questi ultimi 70 anni, che nel fascismo c’era qualcosa di buono. E lo si vede nella volontà, che la compagine dell’attuale governo, eletto democraticamente da un’Italia purtroppo dimentica, chiaramente esprime, di invertire il corso della storia cominciando proprio dal tentativo di scalzare quella che finora i nostalgici del passato regime hanno sofferto come la egemonia della cultura di sinistra, con la riproposi...

LA VIANDANZA Lettera a GIUSEPPE

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                                                                   Caro Giuseppe, ho cominciato a leggere “Alzati e Cammina”, il libro che tu, con tanto affetto, mi hai regalato tanto tempo fa, con la bellissima dedica dell’autore e che io avevo trascurato colpevolmente, come colpevolmente ho trascurato altre cose che riguardavano la tua vita, della quale avrei dovuto, invece, avere la massima cura. Alzati e cammina è quanto disse Gesù a Lazzaro morto e Lazzaro resuscitò dalla morte. Alzati e cammina è l’invito, scopertamente evocativo, che il libro rivolge ad ogni uomo o donna ad uscire fuori da tutto ciò che costituisce un condizionamento all’azione, come un torp...

IL GIORNO PIU' BELLO

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L'ALBERO E LO SCOIATTOLO

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                                                                  C’era uno scoiattolo che tutte le mattine usciva dal cortile della scuola, si guardava intorno per accertarsi che la strada fosse libera e la attraversava di corsa, entrando nel quadro visivo della mia finestra, dove troneggiava a breve distanza, il grande albero, sul quale il grazioso animaletto si arrampicava sveltamente, percorrendone tutta l’estensione, nel senso verticale del tronco ed orizzontale dei rami che si allargavano ad ombrello, fino quasi a toccare le propaggini di altre piante più piccole che si trovavano nella zona. Seguiva sempre il medesimo itinerario, fino a raggiungere l’estremità di un...

ONORARE NON COMPIANGERE

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                                                                         Delle persone care che ci hanno lasciato, Giuse diceva sempre bisogna onorare, non compiangere la loro memoria. Era con me al funerale del nostro carissimo amico Alfredo e lesse per me, che ne fui incapace, l’orazione funebre da me preparata. Mi sento di condividere totalmente il suo pensiero, per lui che non c’è più. Non ha avuto una vita facile, né un carattere arrendevole, ma ha difeso fino in fondo la sua libertà intellettuale ed individuale. Sempre geniale nel trovare soluzioni nei campi molteplici in cui ha applicato il suo ingegno. Dalle molte testimonianze di affetto, stima e simpatia nei suoi confronti, che ho ricevuto, che mi hanno fatto molto piacere e per le quali ringrazio tutti pubblicamente, ho tratto la ...

LA BURLA E LA BEFFA

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                                                                                                                                   In via di principio, Pancrazio detestava tutti quelli che si prendevano gioco della dabbenaggine degli altri, sia che lo facessero in modo bonario, così, da buontemponi, tanto per ridere, che più ancora, per scherno, in modo malevolo. Maurizio gli aveva spiegato un giorno che il modo di dire “in via di principio”, significa “il linea di massima”, come punto da tenere fermo e lui a questo punto ci teneva molto. Maurizio quello stesso giorno gli aveva raccontato che un certo Monsignor della Casa (il Vescovo, lui aveva pensato...

AFFASTELLARE

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                                                                              Pancrazio quella mattina era particolarmente facondo. Dopo aver ascoltato la lezione del Maestro sull’essere facondo, egli si sentiva dotato di tutte le qualità necessarie per essere tale, così come le sue galline, a Colleminuccio, che ogni mattina, facevano l’uovo, dandone allegramente conto con entusiastici coccodè. Per cui parlava, parlava senza sosta, fino a quando Sebastiano non gli disse: a Pancrà, ma che ti vai affastellando, stamattina? Ferito, ma ancora indulgente, Pancrazio si prese qualche attimo di ripensamento, poi, pacatamente si rivolse al suo interlocutore con spirito magnanimo e disse: Tu perché non puoi capire, caro Sebastiano, non è colpa tua, ma della società. Tu sei chiuso sempre qua dent...

ALLA FONTI DEL FACETO

                                                                                                Riassumiamo: Faceto vuol dire “brillante nel parlare”. Argomenti almeno in parte seri, affrontati con sana allegria. Che danno gioia, gaiezza rilevabile già dal volto illuminato del parlante. L’origine   di questa parola, che proviene dal latino “facetus”, è incerta, i linguisti in genere, la fanno discendere da lemmi come “facies”, che vuol dire “faccia” (dal greco phai-nos, mostro, manifesto), intendendo il faceto come colui sulla cui faccia si legge l’umore con cui parla, o “facere”, dando prevalenza al concetto di “fare”, nel senso di introdurre una nota di piacev...

FACEZIA

                                                                                 Che differenza passa tra vanvera e facezia? esordì quella mattina Maurizio, con un certo entusiasmo non condiviso da nessuno dei presenti, i quali lo guardarono con occhi vuoti, ogni mattina una nuova, pensò qualcuno di essi, non passa giorno che questo sant’uomo non venga a romperci le palle con queste stronzate!  Per me la facezia è una ridicolaggine, intervenne, collaborativo, Pancrazio, è una cosa buffa, ma senza peso. Una battuta. Una di quelle da farti calare le brache. Facezia viene da faceto che vuol dire elegante, brillante, arguto. Corresse Maurizio. Ma quello che ha detto Pancrazio, non è del tutto sbagliato. La facezia, a parer mio, pur derivando dal parlare arguto, perde un poco...