SOPPIATTO
Dove pensi di andare, così, quatto quatto? Chiese Sebastiano a Pancrazio che si stava dirigendo, fuori dall’orario delle lezioni, verso la porta del Circolo, guardandosi intorno con una certa cautela. Che vuoi dire? Lo apostrofò di malagrazia Pancrazio, arrestandosi ombroso. Hai un’aria circospetta, come debbo dire, passi davanti a me così alla chetichella, gatton gattoni, senza neanche salutare. Ti sembra normale? Cerchi qualcosa? Ebbene sì. Sto andando nell’aula perché debbo fare una ricerca. Non dirmi che hai scoperto il vocabolario; dimmi, quale dubbio ti assale? Chiedi a me, vediamo se ti posso aiutare. È che ho incontrato Lucio, quello che si fa chiamare Rimiratore – che cosa rimira poi non lo so – il quale mi ha detto che lui e quel tale professore che si porta dietro, hanno intenzione di entrare nel nostro Circolo e di rubarci il soppiatto. Vado in cerca del piatto che lui dice di