TEMERARIO
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Maurizio ed Edoardo saltavano allegramente da un masso all’altro, schivando con perizia gli schizzi d’acqua che si sollevavano all’improvviso, quando l’onda batteva schiaffeggiando la roccia, e inondava larghi tratti di scogliera con scrosci spettacolari. Si peritavano di saper cogliere il momento esatto in cui l’impatto si verificava e la direzione che la cascata d’acqua avrebbe preso, evitando così di esserne investiti. Ettore, disapprovando, si teneva a distanza e non faceva nulla per nascondere il suo disappunto per quella esplosione di festosità fanciullesca, dimostrata dai suoi amici, ritenendo quel gioco inutilmente pericoloso ed insensato: il rischio minore che i due correvano a parer suo, era quello di una solenne bagnatura, cosa di cui non sentiva la necessità, vista la stagione autunnale inoltrata ed il clima non propriamente caldo di quel pomeriggio, anche a voler tacere del pericolo maggiore che era quello di scivolare sui massi bagnati, cadere accidentalmente e f