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Visualizzazione dei post da luglio, 2018

IL GIOCO

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"Ludere" in latino, ma anche in italiano antico, vuol dire giocare; certo oggi nessuno direbbe "andiamo a ludere a palla". Però noi ancora adesso usiamo questa parola per una gamma vastissima di significati, che si diramano dal vecchio verbo latino in una caleidoscopica caduta, sempre conservando nel suo interno la nozione principale che è quella del gioco. Isola di Capraia, carcere abbandonato - 2018 Il gioco al tempo dei romani era il puro divertimento, l'esultanza, la festa, ma anche lo scherzo, la beffa o ancora le esibizioni di forza ed abilità degli atleti sul campo o i ludi crudeli che si facevano nell'arena, con i combattimenti non simulati tra gladiatori. Nella nostra lingua sono rimasti due aggettivi "ludico" che significa giocoso, gioioso e "lusorio", nel senso di "che serve al gioco". Illudere, deludere, eludere, alludere, sono parole comuni che usiamo spesso, ma altre ce ne sono che al centro del loro sig

ASSERTIVO

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Ho già detto dell'assertività in un post precedente ( v. ), parlando di un mio incontro in pubblico con lo scrittore Pierpaolo Pasolini, avvenuto moti anni fa a Teramo, in occasione di un suo dibattito su temi di attualità politica e letteraria (si era allora nel pieno della "dittatura culturale della sinistra", come è stata poi chiamata dai detrattori di destra), come esempio per me insigne di "comportamento assertivo", autorevole senza essere referenziale. Partita di calcio fra bambini, Bologna 2013 Se torno oggi a parlare dell'essere assertivi, lo faccio perché forse ho capito meglio l'essenza di questa facoltà che è data al comportamento umano, di presentarsi come la forma più evoluta di espressione che si conquista con il valore personale e l'applicazione di alcuni principi che sono alla base della corretta comunicazione e del rispetto della personalità altrui, ai massimi livelli. Dal verbo latino "asserere", (assero-is), che

LA REAZIONE

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" Premessa, il bello di questo gruppo è il poter dire sempre ciò che si pensa, anche andando decisamente controcorrente, senza venire mai lapidato, creando invece delle costruttive e civili discussioni che sono il succo del buon vivere in ogni buona famiglia. Ho riletto con calma il post di Bruno Aielli, persona di cultura e gran comunicatore, e l'ho vissuto diversamente dalla prima rapida lettura. Mi appare ora come il pistolotto del nonno brontolone che non riesce ad accettare quello che fanno gli altri e che vorrebbe fare anche lui. Detto certamente in buona fede, ma può essere interpretato come il "ma voi quando lavorate se perdete tutto sto tempo con la lettura?" Questo perchè si finisce per considerare il "quanto" si legge come una gara. Io mai mi sono fatte queste domande, ho la lettura come mia compagna giornaliera, ma non importa per quanto tempo, l'importante è che ci sia. Pur non leggendo poco, mi rendo conto che potrei leggere molto di più,

LA PROVOCAZIONE

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12 ottobre 2016 Ma sì, diciamocelo pure, questo tinello è veramente un luogo straordinario! Per merito del fondatore e delle cofondatrici (se ho capito bene), sempre attivi, nonché di tutti i partecipanti volenterosi che si avvicendano nei post ogni giorno più numerosi, risplende come un miraggio in mezzo al deserto. La bonomia di alcuni soggetti mi sembra elemento distintivo ed ad un tempo accattivante, molto accogliente. Invita a sentirsi a proprio agio. Miraggio in mezzo al deserto: Fata Morgana (fake!) - autore sconosciuto Mi chiedo ma 'ste persone dove lo trovano il tempo per lavorare? C'è chi dice che almeno per un giorno vuole prendersela comoda, ed intanto legge tutto lei, fa recensioni (belle, puntuali) che di ogni libro che propone, cominceresti subito a leggere, per non scordarti quanto con arte ella ti ha indicato di cercare tra le righe, per provare le stesse emozioni che ha provato lei, ed è sempre presente con i suoi post e ogni giorno ti parla di un lib

UN BUON INIZIO

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ISCRIZIONE AL TINELLO Mi hanno appena iscritto ad un gruppo pubblico che si chiama "Il Tinello Letterario". Si tratta di un tinello, quindi non è un salotto (mi veniva in mente con timore "Il salotto di Madame de" di Proust), però è ugualmente letterario. Forse un circolo di appassionati di letteratura che non si vogliono dare tante arie; il salotto è pretenzioso, un tinello molto più accogliente ed accomodante. Non ne conoscevo l'esistenza e per questo ringrazio chi l'ha fatto, perché penso che questa persona abbia fiducia in me e mi stimi, ritenendomi degno di entrare a farne parte. In realtà, da solo, anche se lo avessi conosciuto, non avrei mai chiesto l'iscrizione al Gruppo, non tanto per la mia naturale ritrosia ad espormi e tanto più in pubblico, avendo sempre condotto una vita riservata e questo non perché sia un asociale, come dice mia moglie ("e pure tuo figlio, pà", ndr.) ma per il mio carattere introverso e poco espansivo e po

UZZOLO

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Ho già parlato del ghiribizzo e della fisima, che, al pari dell’uzzolo, sono modi di atteggiarsi del desiderio incontrollato cui va soggetto l'individuo che si lascia prendere da una passione improvvisa ed accecante per qualcosa che agli occhi degli altri è solamente un capriccio bizzarro. Basterebbe quindi aggiungere che l'uzzolo è uno dei tanti sinonimi che intorno a queste parole colgono l'essenza del fenomeno e aggiungono o tolgono qualcosa per delle differenze reali o supposte che tra i diversi modi di dire si creerebbe a seconda delle circostanze e della intonazione che al discorso si vuole dare. Eppure non mi sembra tempo sprecato indugiare alquanto su questa parola che già di per sé, alla pronuncia, suona così allegra e scanzonata. Galli da combattimento (autore sconosciuto) Non se ne conosce l'origine o meglio in molti si sono impegnati nel fare congetture più o meno attendibili, a parer mio e con tutta la modestia possibile, ottenendo risultati abbasta

QUASI UN ADDIO

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Mi arrendo; non ce la faccio a tenere il ritmo; la vostra fucina è sempre in piena attività ed emana grandi bagliori. Vi sono sacerdotesse che tengono il fuoco sempre acceso e non la danno vinta a nessuno. Credevo di essere un buon lettore, soprattutto nel senso della quantità, ma sono sopraffatto dalla voracità di libri che vedo in tutti voi. Steampunk aesthetic - autore sconosciuto Con la promozione di nuovi talenti, la ricerca del nuovo e dell'insolito, le librerie di nicchia (Nicchia quale? In provincia di Siena?) e poi "mi piace", "mi piace", "mi piace", a cascata,  "condivido", "lo sapevo" ecc. sempre informati su tutto. Il fatto è che non riesco a correre dietro ai pensieri degli altri. Quando leggo la recensione di un libro che non conosco (il Tinello ne propone tanti), ne prendo atto e me lo segno nella lista ideale dei libri che voglio leggere, per un eventuale futuro incontro, ma sono restio ad accen

BASTARDO

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Esistono bastardi buoni (fino a prova contraria) e bastardi cattivi. Tra i primi metterei tutti quei poveretti che così venivano chiamati per il fatto di essere nati al di fuori del perimetro ben protetto da leggi ed istituzioni, di un matrimonio legittimo. Poi tutte quelle creature di sangue misto, come i mulatti, parola che richiama da vicino il nome di un animale ibrido, il mulo, prodotto di un accoppiamento fuori natura tra un cavallo e un'asina o viceversa. Con la conseguenza che lo stesso è condannato a non riprodursi, in quanto sterile. Muso di mulo (o forse di asino) - 2014 Tra i secondi si collocano tutti coloro che per il loro modo di agire meritano questo appellativo che ha un contenuto di disapprovazione e disprezzo da parte della comunità ed è offensiva grave nei confronti di colui che lo riceve. Bastardo è un individuo che non rispetta le regole, non tiene conto delle esigenze altrui, pensa solo a se stesso e commette atti esecrabili. Fa parte di una fecc

ARROGANZA

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Confesso di incontrare qualche difficoltà a trattare di un fenomeno come quello dell'arroganza, così diffuso ed articolato com'è nella nostra società, per cui tutti possiamo essere almeno in parte arroganti e sentirci colpevoli, oppure tutti schierati nella generale deprecazione dell'essere arrogante, così come si riscontra in non pochi esemplari di appartenenti al genere umano. Opera di Ai Weiwei (particolare), Palazzo Strozzi (FI) - 2016 L'arroganza è un modo di essere o un atteggiamento che porta l'individuo a sopravvalutare le proprie capacità o qualità, a tal punto da farlo sentire superiore agli altri e fargli credere di avere per questo diritto a maggiori onori e riconoscimenti da parte di conoscenti, amici e concittadini, quando poi questa convinzione non trova riscontro nella realtà e finisce col cozzare col modo di vedere altrui e creare stati di insofferenza o di irritazione da parte di tutti. C'è chi ha detto di preferire un'onesta arrog

RENDERE LA PARIGLIA

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Due cose uguali formano una pariglia, che poi sarebbe il paio. Ma la pariglia è una parola privilegiata, viene usata, o meglio veniva usata in ambito nobiliare o almeno aristocratico, per indicare quasi esclusivamente la coppia di cavalli usata per trainare carrozze o calessi. Dario sforna pane e anche focaccia, presso ecovillaggio Torre di mezzo (PO) - 2017 I due animali dovevano avere le stesse caratteristiche di grandezza, altezza ed essere ugualmente mansueti e ben addestrati per dare sempre affidabilità e sicurezza al convoglio ed ai suoi passeggeri. Nei viaggi lunghi, alle stazioni di posta era possibile, per continuare a viaggiare senza fare soste, scambiare la pariglia di cavalli stanchi con una di forze fresche e quindi è ipotizzabile che nel viaggio di ritorno, il proprietario pretendesse di avere indietro i propri cavalli e non cavalli qualsiasi. Persa l'autorevolezza di un tempo, per via dei cambiamenti che ci sono stati, le auto hanno preso il posto delle ca

FESTIVAL

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Amici che mi seguite o che, pur non seguendomi, mi avete concesso l'onore di qualche visitazione, con o senza apprezzamento di quanto vado da tempo scrivendo, sappiate che questo titolo è fuorviante. Doppia tibia (antico strumento greco) Il festival del quale voglio parlare non è un festival, ma un'invenzione, un piccolo marchingegno per dire ancora qualche parola sui miracoli dell'onomatopea, uno sfarfallio di termini che trasmettono il senso di ogni singolo rumore più o meno lieve che il nostro orecchio percepisce e si distingue dagli altri per la fonte da cui proviene e per la corrispondenza con la quale la parola ne restituisce il suono. Sto parlando di una quantità di parole come bisbiglio, sussurro, di cui ho detto altrove, ma che hanno la caratteristica di terminare tutte con il dittongo "i-o", che ha la funzione di dare l'idea della continuità e della dinamicità del rumore intercettato. Per capire meglio è opportuno dare una ripassatina all

SBARAGLIO

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Vi sono vari modi di usare la parola "sbaraglio": quando volontariamente si va allo sbaraglio; quando con malizia o imperizia si manda qualcuno allo sbaraglio o, infine, quando si sbaraglia qualcuno o si è sbaragliati da qualcuno. Soldati mandati allo sbaraglio nelle famigerate "corazze Farina", I Guerra Mondiale - aut. scon. All'origine lo sbaraglio era una sconfitta militare in cui si perdeva tutto e tutto veniva disperso, non restava altro che il tentativo di fuga da parte degli scampati alla strage ed il fumo delle rovine. Nel concetto dello sbaraglio si distinguono due fasi, la prima è la sconfitta, la seconda è costituita dalle conseguenze della sconfitta. Il significato odierno della parola è lo stesso di quello delle origini, solo alla sconfitta militare vera e propria, si è sostituita, nella maggior parte dei casi, una sconfitta simbolica, politica o sportiva o altro, mentre ha preso il sopravvento l'idea dello scompiglio conseguente ad u

MORMORIO

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Mormorio, bisbiglio, sussurro sono termini intercambiabili, da usare indifferentemente, se non fosse per poche, piccole differenze: il mormorio è persistente, dura nel tempo, mentre il bisbiglio ed il sussurro sono brevi ed episodici. Il bisbiglio è labiale, espressione soprattutto, della voce umana. Via degli dei (presso Pian del voglio), 2016 Il mormorio è un rumore continuato, che normalmente si associa allo scorrere di acque in pianura, o alla voce del vento in una foresta. Fa parte della natura, della quale costituisce quasi un elemento. Infatti ogni volta che ci soffermiamo ad osservare uno spettacolo naturale, sia esso un panorama o un tramonto, un'alba, l'imperversare di una tempesta, par quasi di sentire un accompagnamento musicale di sottofondo, formato dal mormorio che è nell'atmosfera. Anche la voce umana può essere percepita come un mormorio e ciò accade quando molte voci si sovrappongono l'un l'altra, anche se in maniera sommessa e flebile com

BISTICCIO

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Bisticcio è un litigio di cui non ci si deve preoccupare perché tanto si sa che non è una cosa seria: un bisticcio tra innamorati o, meglio ancora, tra bambini. Una cosa di poco conto che non porterà conseguenze di rilievo. Sopra la panca (Cammino francese), 2016 Litigio di parole, solitamente e per di più non molto violento, a volte aspro, con voci che si sovrappongono, cercando di sopraffarsi a vicenda, ma di breve durata. Il bisticcio si distingue dall'alterco, con il quale condivide lo stesso significato di lite fra due o più persone, per alcuni particolari che sono la violenza dello scambio delle invettive, più accentuata in quest'ultimo e soprattutto per il fatto che nell'alterco tutto si svolge in maniera più ordinata, secondo regole di civiltà, che prevedono il rispetto dell'alternanza dei contendenti che hanno diritto a parlare uno per volta. Questa seconda connotazione è messa in rilevo dall'origine della parola che vuole l' alter dell'

BISBIGLIO

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Molti vedono nel bisbiglio solo il lato negativo, quel mormorare malevolo nei confronti di una persona, messo in atto da un soggetto pettegolo, con parole dette sottovoce, atteggiando le labbra in modo da indirizzare la voce direttamente nell'orecchio dell'ascoltatore predisposto a riceverle, in genere schermando la bocca con la mano, sì da evitare che qualcosa venga persa o ascoltata da estranei, se non dal diretto interessato. Monastero ( Cammino di Santiago portoghese) - 2018 Ma il bisbiglio è molto di più e più poetico. Basta pensare ai bisbigli degli amanti, alle parole d'amore sussurrate nelle serate d'estate, all'aperto, nei giorni di festa o feriali, che la banda suoni in piazza o tutto taccia nell'ombra propizia di un giardino, tra effluvi di fiori e di erbe, quando le stelle pulsano in cielo con una brillantezza da stordire le menti più ardite, occhi negli occhi, labbra sulle labbra, baci rubati che non torneranno mai più, dati e ricevuti con ar

GHIRIBIZZO

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Il ghiribizzo in letteratura è come il capriccio in musica. Un componimento piuttosto breve che ha il pregio dell’originalità estrosa e bizzarra ed è dettato da una particolare condizione spirituale dell’artista, il quale poi, se richiesto, ne parla con toni di scherzosa modestia, come di una cosetta di poco conto di cui non val la pena di dire granché. Cammino portoghese - 2018 In senso più lato, ghiribizzo o schiribizzo è un termine antico, di origine incerta, ma di pregnanza notevole, usato nel passato, da molti scrittori famosi fra cui Macchiavelli a proposito del suo "Principe", o Guicciardini, di cui è stato detto che il ghiribizzo era il suo aforisma, cioè la sua descrizione, tanto ne era personalmente segnato. Lui in persona, cioè era un ghiribizzo, per la continua sregolatezza. L'etimologia più attendibile della parola è quella che la fa derivare dal tedesco antico "krebiz" che significa granchio, che richiamerebbe lo zampettare dei granchi in

DIATRIBA

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Oggi come oggi la diatriba è scaduta ad una noiosa predica che si ripete costantemente, con effetti di nessun conto. "E' la solita diatriba che mi sono stufato di sentire: voglio fare come mi pare, reclamo il mio diritto di sbagliare!". Eppure anche in questo suo ultimo approdo di sciatta pedanteria, la diatriba, che fu un nobile modo di conversare o fare discorsi in pubblico o per iscritto, di alto contenuto filosofico o morale, conserva qualcosa della sua origine, che anzi ne richiama e rafforza, sebbene al contrario, la validità. Fake news - 2017 Il termine, infatti, deriva dal greco "diatribè", composto dal prefisso "dia" che indica azione che si svolge nel tempo, e "tribo", un verbo che vuol dire sfrego, consumo, quindi impiego, per cui il senso della parola composta era sia quello di un logoramento avvenuto nel tempo, di un argomento di cui si fosse discusso a lungo, "abbiamo a lungo indugiato" facendone una disamina co

BATTIBECCO

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Che io sappia, non sono molte le parole che hanno la fortuna di corrispondere così esattamente all'idea che le ha originate come quella di cui intendo parlare oggi. Pensate al rumore che fanno i polli quando beccano, per mangiare o per azzuffarsi tra di loro per motivi di supremazia. Battono il becco con violenza o per spezzare il cibo e ingoiarlo o per ferire l'avversario, con effetti anche cruenti. Battibecco da strada con fotografi - 2017 Così avviene tra gli uomini, quando, per motivi di solito futilissimi, nasce un contrasto tra due o più persone, con uno scambio rapido ed efficace di battute salaci, scagliate con ira momentanea. E' sicuramente frutto di una mente geniale l'aver fuso in una sola parola, il battere del becco in una contesa tra polli, con l'idea di una zuffa altrettanto storicamente e stoicamente ininfluente come quella che si accende per strada, sui bus o nei mercati, per piccoli sgarbi, parole di troppo, comportamenti non conformi a

FILASTROCCA

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La filastrocca o filastroccola come da qualche parte si dice, è un componimento letterario ritenuto di basso livello perché di origine popolare. Si compone di una sequela di parole, a volte senza senso, più spesso di poco contenuto, con rime e assonanze, ripetute più volte, per renderle bene accette ai bambini che le usano per vari giochi. Per i più piccoli svolgono la funzione di una ninna-nanna, cantata dalle madri per addormentare gli infanti. "Dieci piccoli indiani" - Oporto 2018 La parola ha origine incerta, come molte filastrocche, la più probabile è quella che la fa derivare da "fila", "amica", qui in senso dispregiativo perché unita alla parola tedesca "stroken" che vuol dire "distendere" fa sì che la locuzione possa prendere il senso di un discorso che si compiaccia di lungaggini insulse. "La solita solfa", "la solita pappardella". Oppure: "Si è insediato il nuovo governo, che si è autoproclam

ACCETTARSI

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Sapete che tra l'accettazione di un dono e l'ascia del boscaiolo corre più di un rapporto di senso? L'accetta, come prima arma usata in epoca primordiale, è rimasta per lungo tempo anche arma votiva, amuleto, oggetto di culto, legato all'idea della morte. Serviva ad ornare le tombe degli uomini eccelsi. "Sub ascia dedicatumu" è un'inscrizione ricorrente rinvenuta nei sepolcri, di cui non si conosce l'esatto significato. Gli indiani d'America simbolicamente sotterravano o dissotterravano l'ascia, per indicare la pace o lo stato di guerra. Ieri notte - 2018 La parola "accettare", viene dal latino "acceptare", una variante di "accipere", composto da "ad", che indica l'intenzione e "cepere", prendere. Nell'accettare un dono, le scuse, una sfida, c'è infatti un'idea di condiscendenza, un'intenzione di consentire che altri faccia qualcosa che può influire sulla nostra sfera