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Visualizzazione dei post da settembre, 2024

LA MORTE

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                                                                        Ho visto mio figlio in una bara e questa è stata in assoluto la cosa più straziante ed inaccettabile che io abbia dovuto affrontare nella vita, l’ultima alla quale mi sarei aspettato di poter sopravvivere. L’ho visto in un video girato da mia figlia Valentina, perché le mie condizioni fisiche non erano tali da consentirmi di essere presente alla cerimonia funebre, svoltasi a Bologna a gennaio scorso. Mi è parso di notare che, contrariamente a quanto accaduto in altre occasioni del genere, nelle quali il corpo del defunto, disteso sul catafalco, appariva come appiattito, con il volto solitamente atteggiato ad una serenità innaturale, data dal rilasciamento dei muscoli facciali, il busto di Giuseppe sembrasse proteso in avanti, forse per l’inclinazione della bara, con in volto un’espressione consapevole, quasi pensosa.  Ho provato, oltre allo strazio della privazione, ancora una volta, un senso di colpa, per

LA MORTE DI OGNI UOMO

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                                                                      "Ogni morte di uomo mi diminuisce, perché io partecipo dell'umanità: e così non mandare mai a chiedere per chi suona la campana: essa suona per te". Questa citazione del poeta e religioso inglese John Donne è riportata sulla copertina del libro di Hemingway: "Per chi suona la campana". C’è chi afferma senza esitazione “la morte di ogni persona è la fine di un mondo”, il che contrasterebbe con l’assunto dal quale parte l’affermazione del Donne, che “nessun uomo è un’isola”. All’interno della società di cui facciamo parte, partecipiamo tutti, di tutto, nessuno vive da solo, ma è vero anche che ogni uomo racchiude in sé un piccolo mondo che scompare con lui, quando viene a mancare. Sullo stesso metro è anche l’affermazione di chi paragona la perdita di un uomo – specie se di valore – alla perdita, per l’umanità, di un’intera biblioteca, pensando, immagino, al complesso delle conoscenze acq

LA VITA

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                                                                                 LA VITA “Questa corsa del tempo a sparigliare destini e fortuna”, butta lì di primo mattino – beffardo - il nostro caro Walter, onusto di gloriose e venturose letture. (il tono volutamente aulico è di scherzo e non di scherno). “Cercare se stessi”, rilancia il sentenzioso Lucio, alle prese con problemi esistenziali “è un cammino lungo una vita. La vita è ciò che capita nel frattempo” e parla di “gocce di saggezza” estratte da un film. “La vita si impara” afferma categoricamente Corrado Augias nel suo libro autobiografico. Noi – terra-terra - che si pensava la vita come amore, un buon bicchiere di vino e tanta buona fantasia... Il fatto è che giriamo intorno ad uno stesso oggetto, con frasi fastose, creando giochi di parole che nulla aggiungono alla conoscenza di esso. Inseguiamo tutti la vita, la quale ci fugge davanti, senza mai farsi prendere nella sua essenza così preziosa.  Alter ego.