DOVE FINISCONO I SOGNI
“Licio , che ci fai qui a quest’ora? Ti togli per favore da lì, ché debbo aprire la saracinesca?”. Sebastiano era sbalordito. Non gli era mai capitato, e sì che faceva quel lavoro da dodici anni, mai nessuno si era fatto trovare addormentato, davanti al suo bar, con la schiena appoggiata alla saracinesca, all'ora in cui lui regolarmente apriva. Erano circa le sei e non era ancora giorno, data la stagione di inizio primavera. “Era ora” rispose Licio, sobbalzando e tirandosi su, a fatica ritornando alla realtà da quella strana posizione di abbandono. “E’ un po’ che aspetto e sono molto stanco. Ho passato tutta la notte fuori. Se non mi fai un caffè subito, muoio.” “Dammi il tempo di aprire e te lo faccio doppio il tuo caffè”. Il rumore della saracinesca che scarrellava verso l’alto, coprì in parte la sua voce. Sebastiano aprì la porta a vetri ed accese la luce. Il bar s’illuminò tutto, proiettando una luce rettangolare sul quell’angolo di piazza ancora buio. “Entra, disse, e