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Visualizzazione dei post da aprile, 2018

SENSIBILE

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C'è in musica una nota chiamata "la sensibile", che attraverso scale ascendenti o discendenti sollecita in modo particolare il nostro modo di "sentire" la musica, avendo un'attitudine a produrre un effetto che va dritto al cuore. Tocca la parte sensibile di noi stessi. I nostri sentimenti. Figure oranti, Val Camonica 2018 Lo stesso avviene con gli altri sensi di cui siamo dotati, i quali ci mettono in contatto con il mondo esterno, provocando al contempo una reazione che avviene dentro di noi. Un bel quadro, un profumo sublime, la madeleine di Proust, il tocco leggero di una carezza, producono sensazioni che muovono sentimenti. Piacere, dolore, passione, tenerezza. Commozione. I sensi sono le porte, le vie, attraverso cui giungono gli stimoli che mettono in moto i nostri sentimenti. E questo è l'essere sensibile: avere dei sensi che captano gli impulsi e dei sentimenti in grado di interpretarli ed elaborarli. Sensibile è ciò che cade sotto i no

INCARTAPECORIRSI

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Incartapecorirsi si dice un po' di tutto quello che con il tempo assume un aspetto, un colore ed una forma di cartapecora: rinsecchito, giallognolo, spiegazzato. Sembra la fotografia di un vecchio che se ne sta abbandonato, per conto suo in un cantuccio, avvizzito, fragile, inutile. Ripiegato su se stesso. Tutti sanno cos'è la cartapecora, ma non so quanti sappiano che è la stessa cosa della pergamena e nessuno, immagino, ha una spiegazione plausibile per il diverso uso che si fa dei due termini, in ragione dei loro nomi, per cui per es. avviene che si usa "cartapecora" per dire dei difetti che questo mezzo ha e "pergamena" per vantarne i pregi. Quello che noi oggi chiamiamo il supporto cartaceo sul quale tracciamo segni intelligibili, un tempo era costituito da pelle di pecora conciata in forma di foglio, su cui si poteva scrivere. A quel foglio primitivo abbiamo dato il nome di cartapecora, anche se la carta ancora non esisteva e abbiamo pensato ad una

AFFETTO E PATHOS

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Affetto è uno dei tanti termini usati per esprimere benevolenza. Forse il più mite e veritiero. Lontano dalla passione, vicino all'amore, ma con una connotazione particolare, è un istintivo senso  che ci lega ad una persona con un sentimento che è simpatia, bontà, trasporto, voglia di far del bene. Siamo in un campo nel quale è necessario camminare in punta di piedi, con la massima cautela, come fosse minato. I sentimenti possono esplodere come le bombe. Un passo falso e tutto salta in aria. Capraia (LI) - 2018 L'affetto è quello che si riscontra nella maggior parte dei casi in ambito familiare, tra genitori e figli, tra fratelli. Che è anche amore, ma più tenero. L'amore è un sentimento forte, che ottunde; l'affetto è tenue ed impregna. Gratifica. Riempie di sé, soddisfa. Ed è imperituro (esiste l'imperituro? Se esiste, esso lo è); l'amore non sempre. Strano destino, però; sembra che noi umani non sappiamo provare piacere senza avvertire contemporaneamen

FORESTIERO

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Forestiero, foresteria, foresta, forestare. Al primo impatto sembra che l'elemento dominante sia la foresta, il bosco, il luogo delle piante dove l'uomo entra con diffidenza, perché ha paura di perdersi, in quanto, come nel labirinto, nella foresta non è facile orientarsi. Invece tutte queste parole derivano dal latino "foris" un avverbio, che significa "fuori". Fuori dalla casa, fuori dalla città, fuori dalla patria e quando si è "fuori", cosa s'incontra? La foresta, poco dopo lo spazio disboscato davanti alla caverna, dove l'uomo primitivo si rifugiava o poco fuori l'abitato delle nostre città, c'è la foresta, ma la foresta ancora come luogo sconosciuto, non necessariamente arborea. Colonia penale abbandonata - Capraia (LI), 2018 Il fuori è ciò che non è dentro di noi, è l'esterno, è il pericolo, il cimento, ciò con cui ci dobbiamo confrontare continuamente. Con cui possiamo vincere o possiamo perdere. Il forestier

NOTTE SENZA LUNA

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Accadde ad agosto, il mese dei ministeriali. A Tortoreto, della nostra comitiva non mancava nessuno e tutto si svolgeva normalmente. Sole, bagni, giochi, scherzi, si era tra amici e i giorni passavano torridi ed indistinti. La sera, un po' di refrigerio si cercava sui terrazzi, coperti o semicoperti, che non mandavano il riverbero del sole accumulato durante il giorno, riunendoci una volta a casa di uno, la successiva in quella di un altro. Una notte senza luna tra l'ultimo quarto di agosto e la luna nuova di settembre di quel periodo lontano della mia giovinezza, fra i settanta e gli ottanta del secolo scorso, le stelle gremivano il cielo come non mai, brillantissime, ardevano di un lucore tremolante come occhi pulsanti ma freddi. Ci ritrovammo a cena in casa di quello, che tra noi veterani stabili del gruppo, era l'ultimo arrivato, comparso quell'anno e divenuto nel breve tempo di quella stagione, un elemento preminente, di primo piano. Qualcuno cominciò a chiamarlo s

VILLEGGIATURE

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Se una cosa c'è stata nella mia infanzia di cui ora, alla mia età, possa ritenermi fortunato, è di aver avuto intorno a me persone di cui con naturalezza ho condiviso il rapporto di parentela, che mi portava ad amarle, ammirarle, per quello che erano ai miei occhi, i grandi ai quali si doveva rispetto, mentre solo dopo mi sono accorto che essi erano personaggi di una straordinaria varietà e singolarità, che hanno fatto parte della mia vita in maniera indissolubile. C'è da dire che allora, questo rapporto di parentela veniva vissuto in maniera molto diversa da oggi, in cui le famiglie sono divise ed ognuna sta per conto suo. A quel tempo, oltre ad una nonna ed una prozia, avevo nell'ambito della mia famiglia allargata, otto zie, sette zii, una moltitudine di cugini e cugine e le occasioni di vederci e stare insieme erano molto più numerose di oggi. Di ognuno di essi potrei dire quale era il lato caratteristico, perché, non scherzo, ognuno ne aveva almeno uno. Tra questi l

T U P E R T E

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A Marina "Ho conosciuto Vera in mare. In mezzo al mare. Eravamo tutt'e due in acqua, amanti del mare, nuotavamo a circa mezzo miglio dalla costa, io verso nord, lei verso sud, sullo stesso identico parallelo. Impossibile non incontrarci. Vera è la creatura più straordinaria che io abbia mai conosciuto. E credo che non ne incontrerò mai una come lei. Venuta dal mare. E poi perduta.". Questo un affrettato appunto sulla prima pagina del diario di Saverio, uomo di età avanzata, propenso, come si vedrà dalle poche pagine che seguono, a fare sogni ad occhi aperti, come un bambino o come un adulto cui piacciono le fiction. Omino di pietra, Capraia - 2018 Cerchiamo di chiarire subito la situazione. C'è, come ho detto, un uomo di età avanzata, aggiungo ora, piuttosto depresso. E c'è una donna che si trova in quel periodo dorato della vita delle donne, in cui sembra che la bellezza e la giovinezza non debbano avere mai fine, la quale parla bene l'italiano con

SOLEDAD

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SOLEDAD (La Solitaria) Nei Paesi occidentali dove più si è fatta sentire l'influenza della religione cattolica, Italia e per esempio in Spagna, la tradizione ha voluto che molti nomi di donna fossero derivati da episodi della vita della Madonna e così da noi abbiamo avuto Annunziata, Concetta, Addolorata, quanto non addirittura Croce o Crocifissa. In Spagna Soledad è un nome che suscita emozione, allude alla condizione di solitudine in cui si trovò Maria dopo la morte di Gesù. Chiusa nel suo dolore, perse il contatto con la maggior parte degli Apostoli del Figlio e menò una vita ritirata e solitaria, fino alla fine. Cucciolo di pastore abruzzese - 2012 La donna che conobbi tanto tempo fa e che disse di chiamarsi Soledad aveva circa 45 anni, nel volto i segni di una bellezza appena scalfita dal tempo e l'accenno di una piega amara sulle labbra di cui però si perdeva la traccia nella bellezza ariosa dei suoi capelli biondi e nella luminosità dei suoi occhi chiari. Ab

DOPPIO SOGNO

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Ho sognato lo zio Orlando. Ci siamo incontrati per caso che lui usciva da un sali e tabacchi. Lì per lì non l'ho riconosciuto: il suo volto mi appariva indefinito, poi ha preso a formarsi poco alla volta ed in breve è apparso lui. Giovane, bello, come non me lo ricordavo, sorridente. Sembrava felice di vedermi. Vestiva con sobria eleganza, giacca-pantaloni, come sempre, ma indossava sotto la giacca un maglioncino girocollo molto giovanile che lui non avrebbe mai portato. "Quanto tempo", gli ho detto. E lui mi ha guardato e di nuovo ha sorriso. Si muoveva con una disinvoltura notevole, sembrava sentirsi molto a suo agio. L'ho abbracciato e anche (cosa strana) accarezzato in viso e lui sembrava contento. Non ricordo se mi ha detto qualcosa. Ma io, mentre lo abbracciavo e accarezzavo, sentendolo vivo tra le mie braccia, nel sogno, ho cominciato a riflettere sul fatto che lui era morto (ma non ne ero del tutto sicuro) e che quella consistenza fisica del suo corpo avrebb

ASSERTIVITA'

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Conobbi Pier Paolo Pasolini nei primi anni '70. Venne a Teramo una sera invitato da un circolo di sinistra e tenne una conferenza al Ridotto dell'Apollo, una saletta per pochi, eravamo una cinquantina di persone accorse ad ascoltarlo. Avevo allora intorno ai 35 anni, una moglie, quattro figli e tanti sogni nel cassetto. Di lui avevo letto i romanzi "Una Vita Violenta" e "Ragazzi di Vita" e visto i primi film, che partendo dallo stesso tema, poi avevano esplorato altri campi con successo crescente, "Mamma Roma", "Uccellacci e Uccellini", "La Ricotta", "Teorema" e, soprattutto, "Il Vangelo secondo Matteo". Bella nuca - 2018 Erano gli anni degli "Scritti Corsari" in cui Pasolini aveva messo sotto la lente di ingrandimento le trasformazioni della società italiana per via di quella che egli chiamava l'omologazione dei giovani, con la scomparsa delle lucciole. Una metafora per dire che non esis

LUCIO NON MEDITA, PENSA

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LA COCCIA Caro Lucio, quella che tu chiami "la parte più importante del tuo discorso" è quella che mi induce a scriverti, perché dissento amichevolmente su tutto, tranne, certo, sulle tue buone intenzioni. Se fossi in te vedrei di dar retta al consiglio che ti ha dato tua figlia "Ma falla riposare un po' la tua testa". Sì, perché è vero che pensi troppo. Sei sempre alla ricerca di un rovello, trovi sempre da lottare contro giganti (Don Chisciotte contro i mulini a vento? Magari!), ingigantisci tutto e vedi solo disastri. Scie (chimiche?) - 2017 Ti dichiari ateo e parli come un prete, da razionalista ti immergi in utopie impossibili. Auspichi un mondo idilliaco, bello, sanato, con il contributo etico di tutti quelli di buona fede, sali, sali sempre più su... per poi farci fare un tuffo nella merda! No? Se alla fine le cose non andranno come auspichi tu, tutto finirà in un mare di merda. Tu, quindi, sei al centro di un mondo "o tutto fiori o tutta