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Visualizzazione dei post da maggio, 2024

LA POESIA

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                                                                                    Mi sono svegliato alle cinque del mattino e fino alle sette sono stato perseguitato da una delle solite ossessioni frutto di ricorrenti anche se momentanee lacune mnemoniche, che questa volta aveva per oggetto di non ricordare il nome della poetessa di Lesbo che scrisse versi di grande bellezza diversi secoli prima della nascita di Cristo. Appena alzato, ho dovuto consultare Google per rinfrescare la memoria: era Saffo, naturalmente, nome che conoscevo benissimo e che ho sempre amato, fin dai tempi del liceo, quando studiando ho appreso di quella coraggiosa donna che in tempi che non dovevano certo essere facili, specie per una donna, ha rotto ogni convenzione e si è imposta con la forza del suo lirismo inesausto. Mi sono chiesto, come se la trovata avesse alcunché di originale, cosa è la poesia? È amore? È passione? È furore? È illusione? mi trovo in una fase della vita in cui non c

CERIMONIA LAICA

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                                                                        Matrimonio Civile.                                                                        CERIMONIA LAICA                                                                  Per un matrimonio civile Cara Anna, solo ora mi è saltata agli occhi una particolarità in merito al matrimonio di Francesca, che a me sembra molto propiziatoria. Francesca si sposa con rito laico, all’Hotel Pagus di Montepagano e, vivaddio, per una cerimonia laica non poteva essere scelto luogo più appropriato. Una cerimonia laica è anche, in certo qual modo, una cerimonia pagana, nel senso di “non cristiana”, non svolta secondo i canoni della Chiesa Cattolica. Pagus è parola latina che significa “villaggio” e la parola “pagano”, sostantivo o aggettivo, deriva certamente dal pagus latino, nel senso di abitante del villaggio (“che non ha recepito i dogmi del cristianesimo”, secondo il senso che al termine è stato aggiunto in seguito). Come si s

SILLABARIO

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                                                                         Pancrazio aveva notato che Maurizio, in quei giorni arrivava sempre portando con sé, sottobraccio, un libro. Siccome egli era naturalmente curioso, approfittando di un momento in cui il maestro si era assentato, dopo una telefonata di Chiara, lasciando il libro sul tavolo del circolo, si era avvicinato “di soppiatto”, (da poco aveva sentito questa curiosa espressione che gli era piaciuta), al tavolo ed aveva preso in mano il libro, spiando di non essere visto da nessuno, non voleva che gli altri trovassero motivo di sfotterlo per questo. La prima impressione era stata singolare, il titolo del libro richiamava temi cari al circolo, era un sillabario, buono per testoni come loro; più precisamente, notò poi, il volume portava il titolo di “Sillabario n.2”, di un certo Goffredo Parise, probabilmente un maestro, collega di Maurizio. Sillabario si chiamava anche il suo libro delle Elementari, che però era senz