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Visualizzazione dei post da gennaio, 2022

LA DOMENICA DELLA MERLA

                                                      Non appena i quattro o cinque convenuti, no, non erano cospiratori, ma si sentivano addosso un po’ la cappa dei carbonari, ebbero finito di bere il caffè della prima mattina, erano circa le dieci, e si furono ritirati nella stanza delle elucubrazioni (così l’aveva definita Maurizio e Pancrazio molto sagacemente aveva provveduto a rifornire di carta igienica lo sgabuzzino di servizio), Ottavio, con insolita sollecitudine, prese la parola e dalle prime frasi, si capì che la sua intenzione era di avviare un discorso sul tema del momento, che non era quello della elezione del Capo dello Stato, conclusa ingloriosamente la sera prima al Parlamento con la rielezione del Presidente uscente (già quasi uscito e dichiaratamente recalcitrante), ma quello più abbordabile dei giorni della merla.       Oggi è la Domenica della Merla, disse con l’aria di rivelare un segreto, quindi dobbiamo festeggiare e si guardò intorno per accogliere consens

BERLUSCONI PRESIDENTE?

                                                                Perché no? In fin dei conti non è lui l’italiano per eccellenza? Quello che ha avuto più successo nella vita con operazioni rocambolesche, riuscendo tra le maglie della legge, a raggiungere obiettivi straordinari, alla faccia di tutti noi? Certo, la sua “resistibile ascesa”, dal mondo dei palazzinari, a quello del cinema, alla conquista delle televisioni, al dominio sull’intera gamma dei mezzi di comunicazione e informazione, libri, giornali, informatica,   è stata favorita dal coro di nani e ballerine che si è creato intorno, che senza battere ciglio, di volta in volta, hanno avallato le sue più spericolate scorribande in campo economico, legale-giudiziario e politico (ricordate quell’avvocato, dall’aspetto furbescamente faunesco, il quale fece approvare dalla Camera dei Deputati la mozione che asseriva Ruby essere la nipote di Mubarack?), con mezzi al limite sempre della liceità, border-line della falsità, la corruzi

RAGGUAGLIO DEL PRIMO VIAGGIO INTORNO AL GLOBO

                                                             Nell’angolo più riposto della libreria sociale, semivuota, ben in vista del pubblico, Pancrazio rinvenne un foglietto accuratamente piegato in quattro che diceva prendimi-prendimi e Pancrazio lo prese e lesse. Rilesse e si convinse di aver fatto un grande ritrovamento: come era successo anche al tizio di cui si parlava nel foglio. Gli era cioè capitata la ventura di scoprire un tesoro, il resoconto di una grande impresa finito nel fondo di un archivio e lì dimenticato per secoli, un documento storico di cui solo chi era dotato di un particolare intuito, poteva riconosce l’importanza e la sorte, guarda caso aveva scelto proprio lui. Nel foglio era scritto: “Non era un topo di biblioteca, ma certo era espertissimo di libri e biblioteche, l’ex abate Carlo Amoretti che dopo alterne vicende che lo portarono ad abbandonare l’abito agostiniano, che pure aveva portato con onore, dandogli lustro fra i suoi contemporanei, fu nomina