IL GRANDE DELL'AMERICA
IL GRANDE DELL’AMERICA
IL MESSIA
Non so quanti milioni di americani hanno
riconsegnato l’America a quello che ora si considera il nuovo Messia; egli
ritiene di essere sfuggito ad un attentato per volontà del Signore, il quale lo
avrebbe scelto, per un fine superiore: salvare l’America.
In nome di Dio si sono commessi i più grandi crimini
della storia: ricordate Gott mit uns?
LUCIO Di Eugenio
Quel detto scritto sulla fibia delle cinture dei militari tedeschi mette i
brividi e ci ricorda che non sono stati gli unici malati di questa forma di
megalomania e delirio di onnipotenza. La mia opinione in merito è che anche se
è pericoloso il vero potere a cui non sfugge anche lui è quello delle
grandi potenze industriali e finanziarie delle armi e di personaggi come Elon
Musk e simili. Se esce dai binari in cui questi soggetti intendono tenerlo rischia
di essere accoppato come gli altri presidenti che hanno subito questa sorte.
·
Il nostro Paese ha fatto grandi cose sotto Trump per quattro anni prima e
andrà benissimo per i prossimi quattro anni. Tutti coloro che odiano Trump ora
lo amavano prima che si candidasse alla presidenza, cosa è cambiato? Trump non
è un Messia, rappresenta solo le stesse cose che la maggior parte degli
americani desidera. Le voci laboriose e dimenticate.
I TRE POTERI
Caro Chris, mi piace che confrontiamo le nostre idee con pacatezza, come
vuole il senso di civiltà che ci contraddistingue e di amicizia che ci lega
superando l’oceano che ci separa.
Anche da noi c’è la separazione dei poteri indipendenti uno
dall’altro, ma il capo dell’esecutivo non è anche capo dello Stato, come da
voi.
Il Capo dello Stato è al vertice delle istituzioni, assicura l’unità dello
Stato e vigila sugli organi istituzionali, compresi i famosi tre poteri.
In più da voi, questa volta, il Presidente della Repubblica ha dalla sua
parte politica la maggioranza delle due Camere legislative e del massimo organo
giurisdizionale, perciò ho detto che ha un potere assoluto, come raramente
capita nelle democrazie.
Se a ciò aggiungiamo che il potere economico da lui detenuto, unitamente a
quello dell’altro tycoon Musk può esercitare un controllo sugli organi di
informazione, si capisce che i motivi di allarme per un regime democratico
salgono al massimo livello.
Scusa ancora se mi permetto, ma accusare Obama e Clinton di corruzione per
la loro ricchezza, in assenza di prove, senza interrogarsi contemporaneamente
su come abbiano fatto personaggi dello stampo di Trump e Musk a crearsi veri
imperi economici, mi sembra eccessivo e fuorviante.
Pienamente d’accordo sulla musica, per la verità non nuova di Mingus e
Cherry, ai quali aggiungerei Miles Davis e Coltrane (bellissimo l’inno al
Signore da lui innalzato in “A Love Supreme”. In un modo o nell’altro Dio ci
rientra sempre!).
Tanti cari saluti ed auguri per la tua America.
Bruno Aielli President
Trump did not take a salary as President and his wealth actually decreased
while he was President. President Obama used the FBI to spy on then candidate
Trump’s Presidential campaign. Hillary Clinton was responsible
for purchasing the Steele Dossier which was proven to be all lies and
extremely damaging to Trump’s Presidentcy. Bill Clinton’s name is on the
Epstein flight logs. I hope that Trump releases the Epstein files as President.
I listened to John Coltrane’s “A Love Supreme” today, it reminded me of the
times you introduced me to jazz and Italian wines so many years ago. Do you
still have your magnificent jazz collection? Did you see Louis Armstrong in
Rome in 1959? I think I remember you saying that. But, my memory is not what it
used to be.
Enjoy your Sunday cousin, my wife and I are just
relaxing today after a hard swim this morning.
Hillary Clinton , while secretary of state, built her
personal foundation of $1 billion
Tullio Falini Jr. Bisogna
vedere da quale fonte arriva questa notizia e come viene documentata.
Caro Chris, non vorrei essere invadente con questi miei scritti e
preferirei di gran lunga parlare con te di musica, vini e belle nuotate che tu
e Nancy vi fate - beati voi – e io non più, ma, come puoi facilmente
immaginare, lo scopo del mio intervento non era e non poteva essere quello di
conquistarti alla causa democratica, tanto più di questi tempi in cui i venti
di destra soffiano forte in tutto il mondo tra lampi e tuoni sinistri forieri
di nuove tempeste, quanto piuttosto confrontarmi con te con uno scambio di
pareri (non chiamiamole idee, per esse occorrerebbe ben altro), sul tema
delicato della permeabilità delle democrazie in generale e di quella americana
in particolare, che è la più grande ed antica del mondo.
Nel processo dialettico consistente nell’incontro e non nello scontro delle
idee risiede il sale della democrazia, in cui il confronto è franco e leale,
pur nella contrapposizione delle parti che è essenziale affinché si produca un
avanzamento nella soluzione della controversia.
Conoscere le ragioni uno dell’altro è prolifico di nuove idee, in cui ci si
possa riconoscere, senza perdere il tanto di buono che c’è in ognuna delle
parti e scartando quanto di inutile o di fazioso possa emergere dal contatto.
Su questo meccanismo semplice e lineare, si innestano elementi critici uno
dei quali è essenziale per un corretto svolgimento del processo ed è
l’informazione che è alla base della conoscenza del problema.
I mezzi di informazione sono molteplici e difficili da decriptare, perché,
essendo quasi tutti di parte diffondono notizie distorte, ognuno a favore della
propria parte e in questo marasma è facile che si insinuino anche notizie
false, che, a forza di essere ripetute da più fonti, finiscono col diventare
“vere”.
Notizie diffuse senza fornire le prove che possono essere in tutto o in
parte vere, ma spesso sono false ma danno la possibilità di credere ad ognuno
quello che si vuole.
Io non crederei tanto ad un Trump che si dipinge come un uomo della strada,
uno di noi, che si è fatto da solo, né che le sue ricchezze siano diminuite
durante il quadriennio del suo primo mandato; egli siede sulla poltrona di un
impero economico, che gli consente di credere di poter fare tutto ed
atteggiarsi a salvatore dell’America (non si sa da cosa), come non credo alle
illazioni maligne su Obama e i Clinton, Hillary e John, perché quelle diffuse
di bocca in bocca, sono notizie non verificabili effettivamente, ripetute per
sentito dire.
D’altro canto si ignorano del tutto da parte dei suoi sostenitori i
comportamenti violenti e sediziosi di questo uomo e tutte le altre accuse a lui
rivolte, di gravità eccezionale, messi a tacere frettolosamente dopo la sua
rielezione, da una Corte oltremodo benevola.
Penso che il successo di Trump sia frutto di una propaganda massiccia falsa
e fuorviante basata anche su alcune trovate furbesche, come quella di vestirsi
da netturbino o da dipendente Mc Donald, per farsi credere “uomo del popolo”,
lui che con la sua ricchezza è cento miglia lontano dal popolo, dalle comunità
dei neri, latinos, gay, diseredati in genere.
Inoltre si è fatto interprete della figura mitica dell’ “uomo della
frontiera”, con il Winchester sempre a portata di mano dei film western dove
gli eroi sono cercatori d’oro, fuorilegge e cacciatori di teste che si
incontrano al Saloon o si sfidano al Corral e la legge è assicurata dallo
sceriffo senza macchia e senza paura alla John Wayne, vero emblema dell’America
come viene vista dalle colline di Hollywood.
Una nota a parte, di forte preoccupazione è data poi dal connubio con Musk,
fornitore della Nasa, arcimiliardario, l’uomo più ricco del mondo e geniale
approfittatore delle circostanze favorevoli, pur nella sua piena libertà di trasgressore
delle regole, che con l’elezione di Trump ha già guadagnato fior di miliardi
(le azioni delle sue imprese hanno fatto un salto in alto di molti punti in una
settimana).
Non aggiungo altro, questi sono aspetti esteriori, se vogliamo, di poco
conto, rispetto ai problemi globali che l’amministrazione Trump dovrà
affrontare, mentre sarebbe il caso di entrare nei dettagli della politica che
il neo eletto Presidente si appresta ad attuare dal momento del suo
insediamento alla Casa Bianca, per un giudizio definitivo sulla tenuta dei
regimi democratici.
Ti invio molti saluti e ti rinnovo i sensi della nostra amicizia che varca
l’Atlantico.
Tullio Falini
Se possiamo dire le nostre opinioni sul mondo senza odio, abbiamo raggiunto un livello di umanità superiore ai politici. Sei un grande uomo Bruno e ti auguro tanti anni di salute e felicità.
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