MORMORIO

Mormorio, bisbiglio, sussurro sono termini intercambiabili, da usare indifferentemente, se non fosse per poche, piccole differenze: il mormorio è persistente, dura nel tempo, mentre il bisbiglio ed il sussurro sono brevi ed episodici. Il bisbiglio è labiale, espressione soprattutto, della voce umana.

Via degli dei (presso Pian del voglio), 2016

Il mormorio è un rumore continuato, che normalmente si associa allo scorrere di acque in pianura, o alla voce del vento in una foresta. Fa parte della natura, della quale costituisce quasi un elemento. Infatti ogni volta che ci soffermiamo ad osservare uno spettacolo naturale, sia esso un panorama o un tramonto, un'alba, l'imperversare di una tempesta, par quasi di sentire un accompagnamento musicale di sottofondo, formato dal mormorio che è nell'atmosfera.

Anche la voce umana può essere percepita come un mormorio e ciò accade quando molte voci si sovrappongono l'un l'altra, anche se in maniera sommessa e flebile come è il caso di una folla per strada, di un gruppo di fedeli raccolti in preghiera in una chiesa, di un pubblico in un teatro in attesa dell'inizio di uno spettacolo o di una massa di fans in piazza, quando il leader di turno tarda a prendere la parola.

In quest'ultimo caso si parla di vocio, che è già più di un semplice mormorio, in quanto meno contenuto nei toni. Gli astanti sembrano più impazienti e meno riguardosi. E dal vocio si può facilmente passare alla bagarre e al tumulto, quando i tempi si allungano gli animi si riscaldano.

Il significato più comune dei tre termini è quello di un rumore lieve, gradevole. In ognuno di essi però si nasconde una coda velenosa, che consiste nel fatto di dare adito talvolta alle male lingue di sparlare, come quando si dice "ho sentito mormorare (bisbigliare, sussurrare) qualcosa su di te che non mi è affatto piaciuta".

Tutt'e tre, il bisbiglio, il mormorio ed il sussurro, si avvalgono dell'effetto onomatopeico della ripetizione della parte iniziale della parola, con il bis-bi, con il mor-mor e con il sus-su del sussurro, a sottolineare nel primo caso e nel terzo il ripetersi episodico del bisbiglio o del sussurro, nel secondo lo svolgersi continuato ed insistente del mormorio.

Non sono pochi quelli che non fanno differenze. Però sembra corretto affermare che quello della mamma che canta la ninna nanna al suo bambino non sia altro che un bisbiglio, il mormorio sia della foresta, il sussurro abbia bisogno di qualche elemento in più per creare nel contesto in cui viene usato, un'atmosfera di mistero e passionale.

Il sussurro è come se avesse in sé del grido, impetuoso, ma trattenuto, sospiroso e flautato ma a tratti spezzato, appena percepibile, ma impossibile da non sentire.

Per esempio (si consiglia di leggere lentamente ogni parola, con voce impostata tra il sogno e la confidenza scabrosa):

Immaginate una notte d'estate, gravida di aromi sottili, portati da brezze lievi e carezzevoli, attraverso giardini fruscianti di foglie appena smosse, un sussurro sulle labbra dell'amata, letto più che sentito, dolce come un sospiro e voi con rinnovato ardore accostare il vostro orecchio alle sue labbra, per cogliere il dolce invito, onde prontamente corrispondervi, le labbra ora tacciono, si muovono, vien fuori un sussurro, appena un soffio, un alito, impossibile captarne il senso, quand'ecco, la bella bocca aprirsi e chiamare teneramente un nome, in modo chiaro, distinto, inconfondibile, e non è il vostro.

Commenti

  1. Non vi pare di sentire, da lontano, anche il saltellante flauto di Pan?

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