ARROGANZA

Confesso di incontrare qualche difficoltà a trattare di un fenomeno come quello dell'arroganza, così diffuso ed articolato com'è nella nostra società, per cui tutti possiamo essere almeno in parte arroganti e sentirci colpevoli, oppure tutti schierati nella generale deprecazione dell'essere arrogante, così come si riscontra in non pochi esemplari di appartenenti al genere umano.

Opera di Ai Weiwei (particolare), Palazzo Strozzi (FI) - 2016

L'arroganza è un modo di essere o un atteggiamento che porta l'individuo a sopravvalutare le proprie capacità o qualità, a tal punto da farlo sentire superiore agli altri e fargli credere di avere per questo diritto a maggiori onori e riconoscimenti da parte di conoscenti, amici e concittadini, quando poi questa convinzione non trova riscontro nella realtà e finisce col cozzare col modo di vedere altrui e creare stati di insofferenza o di irritazione da parte di tutti.

C'è chi ha detto di preferire un'onesta arroganza ad un'ipocrita modestia. Sono d'accordo a condizione che "l'onesta arroganza" sia solo affermazione della propria personalità senza travalicare il limite dei diritti degli altri.
L'arrogaza dell'artista è sopportabile in virtù dei suoi meriti, ma anche lui deve fare i conti con il gusto del pubblico e stare attento a non debordare.

Spocchia, altezzosità, alterigia, pretenziosità sono tutti più o meno sinonimi di "arroganza", anche se nessuno di essi corrisponde esattamente al significato della parola in esame.

E' vero che per definizione il sinonimo (dal greco "sun", stesso e "onymos", nome), pur dovendo avere lo stesso significato principale, con tutte le sue interconnessioni, della parola data, risente poi delle stratificazioni apportate nel tempo da fattori diversi quali la cultura, gli affetti e la classe sociale di appartenenza, per cui succede che alcuni sinonimi corrispondano solo in parte al significato del termine cui viene parificato o esprimano quel significato principale soltanto in alcuni contesti, mentre in altri possano svolgere una funzione diversa, magari evidenziando altri aspetti contenuti nel significato del termine stesso non rilevati nel primo.

La caratteristica principale dell'arrogante è quella di attribuirsi potestà che non ha. Posso essere convinto di avere una cultura inaffondabile (cioè a prova di bomba) e per questo comportarmi con senso di sufficienza e di superiorità nei confronti degli altri, per poi incappare in un incidente "scolastico" nel corso del quale uno studente di quinta elementare, fresco di esame, mi metta in difficoltà davanti a tutti, con delle domande impertinenti, che evidenzino lacune ed anzi lagune e falle nella mia quanto mai abborracciata idea del sapere, da farmi vergognare per sempre.

L'arroganza è una caratteristica tipica di alcuni soggetti non particolarmente simpatici.

Per capire appieno il fenomeno dell'arroganza, è necessario risalire alle origini e partire dal verbo latino "ad-rogare", chiedere. La parola "arrogante" è il participio presente di arrogare e quindi significa "chiedente, che chiede".

Nel diritto romano antico esisteva un istituto che prevedeva la possibilità per una persona adulta di adottarne un'altra anch'essa adulta, ma perché ciò avvenisse era necessaria una richiesta, la "rogatio", che doveva essere sottoposta per l'accoglimento, al giudizio del popolo, riunito in comizio.

Fin qui siamo sul terreno della domanda. Come si sia passati da questo significato, di chiedere una cosa, che non implicava giudizi di valore positivi o negativi, ad uno che esprime invece un senso di forte negatività, come quello di "pretendere" la cosa stessa, non è possibile spiegarlo se non con il ricorso ad uno dei numerosi casi di "scivolamento semantico", in base al quale alcune parole nel corso del tempo e nel passaggio da una lingua all'altra, acquistavano un significato diverso e spesso contrario a quello delle parole originarie. Per cui non dobbiamo meravigliarci se ora il termine ha un significato del tutto diverso e marcatamente negativo rispetto all'originale latino.

Si passa da arrogare, chiedere, ad arrogarsi, chiedere per sé. Fino a pretendere. Arrogarsi un diritto significa attribuirsi un potere che non si ha. "Non puoi arrogarti il diritto di decidere per tutti".

In politica si parla di "arroganza del potere", che è fortissima negli stati autoritari, "l’uomo solo al comando" prende da solo ogni decisione senza sentire la voce di oppositori o consiglieri. Ma lo stesso avviene anche negli stati della moderna democrazia, in cui una maggioranza forte dei propri numeri, agisce senza tener conto minimamente del parere e dei bisogni della minoranza.

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