QUASI UN ADDIO

Mi arrendo; non ce la faccio a tenere il ritmo; la vostra fucina è sempre in piena attività ed emana grandi bagliori. Vi sono sacerdotesse che tengono il fuoco sempre acceso e non la danno vinta a nessuno. Credevo di essere un buon lettore, soprattutto nel senso della quantità, ma sono sopraffatto dalla voracità di libri che vedo in tutti voi.

Steampunk aesthetic - autore sconosciuto

Con la promozione di nuovi talenti, la ricerca del nuovo e dell'insolito, le librerie di nicchia (Nicchia quale? In provincia di Siena?) e poi "mi piace", "mi piace", "mi piace", a cascata,  "condivido", "lo sapevo" ecc. sempre informati su tutto.

Il fatto è che non riesco a correre dietro ai pensieri degli altri. Quando leggo la recensione di un libro che non conosco (il Tinello ne propone tanti), ne prendo atto e me lo segno nella lista ideale dei libri che voglio leggere, per un eventuale futuro incontro, ma sono restio ad accendermi di entusiasmo e a correre a comprarmelo per leggerlo. Non perché non mi fidi del recensore o perché voglia fare l'originale, ma per il semplice fatto che mi piace scegliermi i libri che desidero leggere seguendo il mio istinto e perseguendo una certa linea, dalla quale mi dovrei discostare per aderire all'invito altrui.
Quando andavo in bicicletta, ero sempre da solo e mai in gruppo. Davo il meglio di me solo quando gareggiavo con me stesso. Arrivato a questo punto, non me la sento di gareggiare su nessuna cosa della mia vita. Non posso tenervi dietro, vado da solo.

Per lo stesso motivo, mi è difficile cliccare "mi piace" per una recensione che parla di un libro che non conosco. Cosa dovrebbe piacermi, come scrive il recensore? Ma credo che non sia questo il nostro compito. Un libro è piaciuto a qualcuno, il quale vuole far sapere agli altri quanto gli sia piaciuto e ne parla e lo consiglia. Bene. Punto. Io pure leggo i miei libri e, se mi piacciono, desidero parlarne con gli amici. Ma non mi aspetto che questi smettano di leggere quello che stanno leggendo, per incominciare il libro di cui ho parlato io. Né che battano le mani per quello che ho detto, perché loro, non avendo letto il libro di cui parlo, non sanno se quello che ho detto ha senso o no.

Lo so che nei social quel che conta è partecipare e l'istinto ti porta a decidere subito quello che ti piace o non ti piace e clicchi di conseguenza. Ma il fatto è che io non riesco ad abituarmi. Prima di dire "mi piace" ci penso mille volte e mi chiedo "cos'è che mi piace"? Sono tante le cose che mi piacciono, ma mi sembra assurdo che debba stare a dirlo in continuazione, dividendo il mondo in due, da una parte tutti i "mi piace" e dall'altra i "non mi piace" e buonanotte.

Non mi avrete fra di voi, se non nel mio modo, un alieno venuto da un altro mondo, un'altra epoca, che si dibatte tra il nuovo format culturale e il vecchio modello a mezza manica, occhiale a pinza, inchiostro e calamaio e...tanta carta assorbente. Io sono esattamente in mezzo al guado, tra il passato e il futuro, mi dovete capire.

Post originale (28 sett. 2016):
https://www.facebook.com/groups/tinello.letterario/permalink/554011438124840/

Commenti