AFFETTO E PATHOS

Affetto è uno dei tanti termini usati per esprimere benevolenza. Forse il più mite e veritiero. Lontano dalla passione, vicino all'amore, ma con una connotazione particolare, è un istintivo senso  che ci lega ad una persona con un sentimento che è simpatia, bontà, trasporto, voglia di far del bene. Siamo in un campo nel quale è necessario camminare in punta di piedi, con la massima cautela, come fosse minato. I sentimenti possono esplodere come le bombe. Un passo falso e tutto salta in aria.

Capraia (LI) - 2018

L'affetto è quello che si riscontra nella maggior parte dei casi in ambito familiare, tra genitori e figli, tra fratelli. Che è anche amore, ma più tenero. L'amore è un sentimento forte, che ottunde; l'affetto è tenue ed impregna. Gratifica. Riempie di sé, soddisfa. Ed è imperituro (esiste l'imperituro? Se esiste, esso lo è); l'amore non sempre. Strano destino, però; sembra che noi umani non sappiamo provare piacere senza avvertire contemporaneamente dolore; anche di fronte ad un sentimento di benevolenza, di buona disposizione verso gli altri o verso un altro, la sensazione è così acuta che genera anche un senso di pena, di sofferenza.

"Affetto" viene da "afficere" latino, composto da "ad" e "facere" che genericamente significa "fare"', specificamente produrre (per es. emozioni). Significa anche "commuovere", "muovere insieme", "partecipare", vuoi al piacere altrui, vuoi al dolore. "Toccare" è un altro termine polivalente: si tocca il braccio di una persona, per richiamarne l'attenzione, come pure si toccano le corde del cuore, per riceverne corresponsione di affetti. Ma l'affezione può volgere al peggio: si parla di essere affetto da una malattia, che grava sul corpo, come pure affetto da un affanno che pesa sullo spirito, specie poi quando l'affanno ci viene procurato da persona nei cui confronti nutriamo affetto.

La stessa simpatia, che tra i sentimenti è quello che dovrebbe ispirare i sentimenti più diffusi tra gli uomini e le donne, ha un'origine che affonda le sue radici nella pastosità dell'affezione, provenendo dal greco "sun", con e "pateo", che vuol dire "provo le tue stesse ansie, i tuoi stessi dolori". Ed entriamo nel vivo della questione. Il "pathos" che noi proviamo, il sentimento che è alla base di tutto il nostro agire, è anche il simbolo di ogni nostro malessere. Il pathos è la parte emozionale del nostro essere, la passione, che vuol dire sofferenza, contrapposto al "logos" che è invece la nostra parte razionale, la ragione. Se l'amore è passione, quindi sofferenza, che si subisce, l'affetto è ciò che tocca con mano leggera il nostro cuore, promuovendo in noi un moto di tenerezza e compenetrazione. Si direbbe quasi governato da una sana razionalità.

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