PALINGENESI

Non storcete subito il naso; non voglio assolutamente catechizzarvi.

La palingenesi è un moto dell'animo, che si produce spontaneamente o a seguito di un avvenimento, in conseguenza del quale si verifica un totale rinnovamento di tutta la persona, o di un gruppo di persone, di un popolo, o di tutti gli uomini, tale da far pensare ad una rigenerazione, una vera e propria nuova nascita, o un ritorno alle origini.

Natale è per eccellenza tempo di palingenesi, riscopriamo i buoni sentimenti, ci sentiamo tutti migliori.

Gesù, venendo sulla terra in una notte piena di presagi, avrebbe voluto provocare la più grande palingenesi che l'umanità abbia mai conosciuta.

Avrebbe voluto travolgere tutte le barriere e indurre il più grande mutamento della storia nelle condizioni di vita degli uomini, ha creato bensì un grande movimento al quale hanno aderito miliardi di uomini, ma la palingenesi totale non è ancora avvenuta. La sua predicazione è ancora da verificarsi.

Dopo duemila anni, siamo al punto di partenza, se un papa, grande come l’attuale Francesco, deve ancora augurarsi che questo rinnovamento avvenga ora nel cuore di molti.

La parola 'palingenesi' è usata nei più svariati contesti, letterari, poetici, religiosi e filosofici, ma anche in varie scienze ed infine, genericamente, con un significato di 'rinnovamento', 'rigenerazione', 'trasformazione', e, appunto, 'rinascita'.

Naturalmente a seconda del contesto, assume un significato specifico, che può andare da 'rigenerazione dello spirito, in ambito religioso, sia cristiano (Nuovo Testamento) , che pagano (alcuni riti orfici, del pitagorismo o platonismo) al 'rinnovamento' di certe correnti politiche, alla trasformazione della materia o ritorno allo stadio primitivo, per non parlare di quello assunto in filosofia e altre branche (teoria dell'eterno ritorno).

Nell'ambito religioso il termine include l'idea catartica, della purificazione , come pure quella escatologica, della rigenerazione che ci sarà alla fine dei tempi.

Partiamo dall'ultimo dei significati possibili, per dare un'idea della vastità di senso che una parola come 'palingenesi' possa rappresentare.

Forse non tutti sanno e neanch'io sapevo, che in geologia il fenomeno di una massa eruttiva già solidificata negli strati inferiori, che torna liquida per effetto della infiltrazione di magma dagli strati superiori, prende appunto il nome di 'palingenesi'.

Così nella dottrina cristiana, con il Nuovo Testamento, la parola 'palingenesi' assume il significato non di fusione, ma di rinnovamento profondo dello spirito (un rimescolamento, anche qui, che avviene 'ab imis', per stare all'esempio di sopra) , per via della fede, che 'scioglie' il nocciolo duro di un animo insensibile, perchè compresso sotto una cappa di consolidata indifferenza, in una nuova dimensione del 'sentire', come una rigenerazione di tutta la persona, che si trasforma da materia inerte in sostanza viva e palpitante, permeabile al bene.

Palingenesi, gal greco 'palin' di nuovo e 'genesis' creazione, nascita, vuol dire 'che nasce di nuovo', quindi 'rinascita'.

Nascere un'altra volta. Sì, ma come? Non è la metempsicosi, che pure è stata citata in questo ambito. Non è l'eterno ritorno che presuppone una ciclicità dell'evento. Non è la resurrezione cristiana, che si realizza una sola volta, alla fine dei tempi.

Secondo me è un'aspirazione, un desiderio, è qualcosa comunque che riguarda lo spirito, non la vita materiale. La donna giovane che rimane vedova ha diritto di risposarsi, 'per rifarsi una vita'. Bene non è una palingenesi. Ad ogni cambio di stagione, attraversiamo un periodo di risveglio di vecchie sensazioni, che ci danno l'illusione che tutto possa cambiare, nasce in noi un nuovo entusiasmo, siamo certi che faremo una cosa che avevamo in mente di fare da tanto tempo e non siamo riusciti mai a fare. Nessuno parlerebbe per ciò di palingenesi.

Se uno ha corso un rischio grave ed ha temuto per la sua vita, uscire fuori dal tunnel significa cominciare una nuova vita. Ho letto che una donna che era guarita da un tumore, ha detto "ringrazio il tumore che mi ha aperto gli occhi".

Senza arrivare a tanto, (nessuno si augura di fare una simile esperienza), non penso che sia inopportuno parlare di palingenesi a proposito di Natale. Non è che vogliamo illuderci, quello che non è successo in duemila anni, non potrà succedere in una notte. Non è che di colpo gli uomini diventeranno buoni, o si realizzerà il socialismo egualitario, o cesserà la corruzione, o in politica prevarranno i migliori, anziché i peggiori, o che Trump e quelli come lui diventeranno ecologisti e contrari alla proliferazione nucleare.

Non sarà come per Saulo sulla via di Damasco, non sarà come per il poverello di Assisi, non sarà come per molti volontari che dedicano nell'anonimato le loro esistenze ad aiutare i deboli, ma una rinascita è possibile. Nel piccolo, nel cuore di ognuno di noi.

Vogliamo pensare a Greta? O alle Sardine? Disdegnare l’ignobile mistificazione di Salvini? Per una palingenesi vera, dobbiamo aspettare che passi la “nuttate”

Questa è la notte.



P.S. IL presente testo è quello scritto e pubblicato da Maurizio il giorno della vigilia di Natale di tre anni fa, con appena qualche ritocco. Lo stesso autore mi ha pregato di pubblicarlo sullo Zibaldino, "salvo intese" con l’onnipresente Pancrazio, che non è stato preventivamente consultato. Lo vedete in giro, per caso? No? Allora vado, si pubblichi.

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