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A PA'...

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Considero da sempre Pasolini uno dei miei autori di riferimento. Amo tutto quello che ha realizzato come poeta, romanziere e regista. Anche con il fine polemista degli Scritti corsari mi trovo spesso in sintonia. Ma non sempre. PPP (autore sconosciuto) In particolare, trovo il suo giudizio sull'Italia del boom economico abbastanza viziato da una lettura romantica e nostalgica del paese agricolo, analfabeta e sottosviluppato che ci eravamo lasciati alle spalle. Già Italo Calvino glielo aveva fatto notare, sebbene sbagliando in maniera madornale il termine di riferimento (e mandandolo così su tutte le furie). Ciò che Pasolini rimpiangeva non era certo l'Italietta piccolo borghese e bigotta (oltre che tendenzialmente fascista), splendidamente fotografata negli aforismi di Ennio Flaiano. L'Italia rimpianta da Pasolini era quell'accolita di contrade di nobili tradizioni che esprimevano, nelle città come nelle campagne, una cultura profonda e millenaria. Ma non scord...

I FATTI DI BIBBIANO

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Sapevate che il circolo dispone di una bacheca sulla quale compaiono convocazioni, inviti, annunci di avvenimenti importanti ed altro? Non è da molto ma ora c'è. E' situata accanto all'ingresso del bar, dal lato interno. Gli interessati sono invitati a prenderne visione quotidianamente. Frame da "Il villaggio dei dannati", 1960 Oggi, il Presidente, Maurizio, avendo letto su FB la lettera indirizzata da una dottoressa alla Sig.ra Boldrini, ancora sui fatti di Bibbiano, ha pensato di pubblicarla sulla bacheca, con una sua aggiunta, scritta al solo scopo di fare chiarezza sull'argomento. Lettera della dott.ssa Silvana De Mari alla Boldrini " Sig.ra Boldrini, non stiamo speculando su Bibbiano. Stiamo parlando del più grave episodio che sia mai accaduto in questa nazione. In questa nazione abbiamo fatto delle leggi superficiali e sbagliate, capita, non abbiamo fatto attenzione. E il risultato è che abbiamo un gruppo di persone, formato da...

CRISOSTOMO VENUTO DA LONTANO

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Non s’era mai visto allo Zibaldino un personaggio di tal fatta. Comparve un giorno che era ancora estate, e l’attività del circolo stava riprendendo lentamente; si presentò prima all’ingresso del bar, dove sostò guardandosi intorno, come a voler esser certo di essere nel posto giusto. Poi decisamente entrò, attraversando in diagonale lo spazio del bar davanti al bancone, diretto verso la sala delle riunioni. Foto di stock, 2012 - Posso aiutarti? – disse Sebastiano da dietro il bancone. – Cerchi qualcuno? La mano posata sulla maniglia della porta, l’uomo si arrestò e, anziché rispondere, fece a sua volta una domanda. - C’è nessuno? E, senza attendere la risposta, aprì e fece per entrare, constatando che la sala era vuota. - Hei? – intervenne Sebastiano, alzando di un decibel il tono di voce – hai bisogno di qualcosa? Il circolo a quest’ora è chiuso e non credo che aprirà prima di un paio d’ore. Ma tu chi sei? L’uomo, a guardarlo come stava facendo i...

NOTTE SENZA LUNA

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Durante la notte molte cose erano cambiate. Eppure, al mattino, tutto sembrava uguale. Letto, comodino, armadio, lampada per lettura, perfino il libro era lo stesso, l’Ulisse di Joyce che caparbiamente aveva deciso di leggere ancora una volta. Il romanzo che aveva distrutto il romanzo. Partendo dal primo romanzo della protostoria, che narrava le peregrinazioni dell’eroe elleno, nei dieci anni successivi ai dieci occorsi per spuntarla, con un trucchetto ben architettato, con la guerra di Troia. La morte del romanzo, tante volte preconizzata e mai avvenuta, stando alla proliferazione di romanzi e romanzieri, che dopo di Joyce si sono prodigati a difenderne le sorti, sulla via o di un totale scardinamento dei paradigmi classici sotto l’effetto del “liberi tutti”, lanciato dall’autore, o di una restaurazione dei vecchi steccati, più che desiderata da altri. Foto di stock, 2012 Notte di disordini e di sogni sconnessi, non diversi però da quelli che faceva di solito. Solo un poco più ...

ONAGROCRAZIA

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- Sì, va bene, ma è quasi impronunciabile. “onegrz. Cosa”? Non dirmi che in un discorso qualunque uno si mette a dire una parola così difficile. – La voce di Matteo era leggermente stizzita. - Non è difficile, perché ha un significato facilissimo da capire – aveva replicato Maurizio, mandando giù l’ultimo sorso di caffè, col gomito ancora appoggiato al bancone del bar. Poi, avviandosi verso la sala del circolo, continuò: - D’altro canto, pur non essendo il nostro un circolo politico, noi tutti qua dentro un’idea politica ce l’abbiamo e perché non dovremmo parlarne? Questa è una parola che ha avuto importanza nella storia italiana. Io oggi intendo renderle omaggio, nel nome dell’uomo che l’ha inventata ed usata per primo. Senza titolo, 2013 Nella sala, al loro ingresso, il brusio delle voci si calmò. Maurizio prese posto al tavolo della presidenza, Matteo sedette su una sedia delle prime file. - La sapeva lunga Benedetto Croce – cominciò a dire Ma...

SULL'ORLO

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L’orlo, ragazzi, è il limite estremo. E’ la fine di quello che era prima. Se si tratta di una tazza, l’orlo è dove la tazza finisce. Tazza piena fino all’orlo. Ad andare oltre, il liquido trabocca. In senso figurato anche il tempo ha un orlo. È il punto del tempo assegnato. Oltre quell’orlo si entra nel tempo indeterminato, che è fermo, non si muove. Non è più il tempo che appartiene a noi, ma siamo noi ad appartenere al tempo. Overhangings, 2016 Dunque, sull’orlo di che? Dell’estate? No, l’estate è già caduta giù da un pezzo e tra poco comincerà a rialzarsi per uscire di scena. Sull’orlo di un vulcano? Non ci sono vulcani nella zona. Di un bicchiere? Di un water? Di un imbuto? Oh, a sproposito, lo sapete che il gorgo, quello che si forma alla base del lavandino, quando facciamo scorrere l’acqua, gira da destra verso sinistra nell’emisfero boreale e al contrario in quello australe? Ve lo dico perché, se vi trovaste ad imbottigliar del vino, fuori da precisi riferimenti spazio -...

AMORI VETUSTI

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Vetustà, amici miei, è parola nobile, ma di una nobiltà decaduta, o fasulla. Vetusto vuol dire antico, vecchio, con un passato che richiama una certa magnificenza, degna di essere ricordata, ma ormai esaurita, con o senza il rammarico degli astanti. Quindi, antichità, magnificenza e decadenza sono i tratti salienti della vetustà, con un pizzico di incredulità, di incertezza sulla reale natura della supposta magnificenza. A scavare a fondo, prevarrebbe l’odore di muffa. Gyahtei #5 - di Manabu Yamanaka (1995) La domanda : è possibile parlare di amori vetusti? E nel caso si tratterebbe di amori grandi? antichi? o un amore a mo’ degli antichi? L’amore di Dante per Beatrice? Quanto alla magnificenza, alla grandezza, ove cercarla? In un amore sublime, quasi divino? Come misurarlo? Giulietta e Romeo vissero un amore vetusto? No di certo. E la decadenza? Via ragazzi, non scherziamo, con la decadenza l’amore finisce in gramaglie. Di che parliamo allora? Con tutti i miei limiti, oser...