ONAGROCRAZIA
- Sì, va bene, ma è quasi impronunciabile. “onegrz. Cosa”? Non dirmi che in un discorso qualunque uno si mette a dire una parola così difficile. – La voce di Matteo era leggermente stizzita.
- Non è difficile, perché ha un significato facilissimo da capire – aveva replicato Maurizio, mandando giù l’ultimo sorso di caffè, col gomito ancora appoggiato al bancone del bar. Poi, avviandosi verso la sala del circolo, continuò:
- D’altro canto, pur non essendo il nostro un circolo politico, noi tutti qua dentro un’idea politica ce l’abbiamo e perché non dovremmo parlarne? Questa è una parola che ha avuto importanza nella storia italiana. Io oggi intendo renderle omaggio, nel nome dell’uomo che l’ha inventata ed usata per primo.
Nella sala, al loro ingresso, il brusio delle voci si calmò. Maurizio prese posto al tavolo della presidenza, Matteo sedette su una sedia delle prime file.
- La sapeva lunga Benedetto Croce – cominciò a dire Maurizio - e da quel grande che era, perdonerà se parlo di lui, così allegramente, senza la benché minima volontà di mancare di rispetto al più famoso corregionale che noi abruzzesi abbiamo mai avuto.
In pieno regime fascista, quando anche Luigi Pirandello, per motivi, diciamo così, di opportunità, se non proprio di opportunismo, chiese la tessera del Partito Nazionale Fascista e divenne un fan del duce, (a sua discolpa resta il fatto che il commediografo aveva necessità di finanziamenti per mettere in scena le sue opere), il filosofo originario di Pescasseroli, ebbe pressappoco nello stesso tempo, il coraggio di opporsi decisamente al regime fascista, divenendo in breve il punto di riferimento dell’antifascismo intellettuale italiano. Per esprimere la sua profonda avversione nei confronti dei governi fascisti, creò un neologismo, non bello, non particolarmente attraente, non facilmente comprensibile da tutti, che bollava i vari personaggi che di essi facevano parte, con la denominazione, in complesso di “onagrocrazia”.
“Onagròs” in greco, vuol dire “asino selvatico”; che peccato che ora allo stato brado non se ne trovino quasi più, allora c’erano e come! Dico nell’era classica; al tempo di Mussolini erano già diminuiti, ma per fortuna, si fa per dire, abbondavano nel campo dell’umana progenie, figuri che erano e si comportavano come autentici asini, proni ai voleri dei loro padroni, erano pronti a fare qualsiasi cosa venisse loro comandata o demandata, in uno stato che era tutt’altro che brado, come per gli asini veri.
Questa parola complessa, ostica alla pronuncia, vuol dire “il potere in mano agli asini”. Con essa, Croce voleva affermare che i governi che si avvicendavano sotto l’egemonia di un uomo solo al comando, forma politica per la quale ora si risvegliano assurde nostalgie, erano governi guidati da asini, senza istruzione e senza carattere, che si distinguevano solo per ignoranza e modi rozzi di operare, come solo animali di tal fatta avrebbero potuto fare.
Oggi il termine onagrocrazia è tornato ad avere un senso per molti segnali ed avvisaglie che non dovrebbero farci stare punto tranquilli. Benedetto Croce non aveva nessuna laurea, ma una cultura sterminata, immensa, in molte materie umanistiche. Fu chiamato a far parte del primo governo dell’Italia democratica, dopo la caduta del fascismo, insieme a De Gasperi, Nenni, Togliatti, ed altri eminenti esponenti di tutti i partiti. I nostri governanti di oggi non hanno che una grande ignoranza, alla quale assommano l’arroganza del potere e l’inesperienza dei neofiti. Si tratta di una miscela veramente esplosiva.
E’ da tempo che la politica italiana ha imboccato una strada di regresso ed oscurantismo.
Già con Berlusconi eravamo arrivati a credere che Ruby fosse la nipote di Muraback - del resto, se te lo certifica l’intero Parlamento, perché non dovresti crederci? – Il signore di Arcore aveva avuto l’abilità di insufflare nuova vita nel corpo dei comunisti, scomparsi da tempo, ma quelli proprio doc, che mangiavano i bambini – e chi non lo sa? - ed ora ci meravigliamo se con i fatti di Bibbiano e dintorni, scopriamo che, per mangiali, sempre questi maledetti comunisti, se li cucinavano al microonde, questi poveri bambini, sbatacchiati in maniera invereconda sull’onda della più vergognosa speculazione politica, fatta di bugie da parte di un’informazione propagandistica ed irresponsabile?
Il terzo millennio dell’era cristiana è iniziato sotto cattivi auspici. In tutto il mondo, si avvertono segnali di involuzione politica, anziché di progresso. Conquiste degli anni passati, che credevamo acquisite per sempre ora sono del tutto abbandonate. Molto di quello che è stato fatto andrà perduto. Tutto il bel mondo che i nostri vecchi pensavano con il loro sacrificio di fare migliore, cade in pezzi.
Diciamo che asinelli al comando nel mondo, la storia ne ha conosciuti, ma come se ne vedono ora di asini belli grossi, dei più selvatici e selvaggi, scorrazzare per le pianure del vasto mondo, liberi e felici, senza guida e senza meta, se non quella della conservazione del potere appena preso, non se n’eran visti mai. Con guasti gravi forse irreparabili.
E ad ogni raglio, di uno al comando, sui social si scatena un diluvio di nefandezze senza freno, di scempiaggini vergognose, di imbecillità. Si apre una vera e propria cloaca, in cui il materiale organico schizza da tutte le parti.
Onagrocrazia? In una fattoria del nord Italia, ho visto un’asina partorire due asinelli. Posso assicurarvi che i due piccoli nati erano bellissimi e simpaticissimi, quieti e miti, guardavano il mondo con occhi stupiti. Paragonarli a nostri mi sembra un’offesa.
- Non è difficile, perché ha un significato facilissimo da capire – aveva replicato Maurizio, mandando giù l’ultimo sorso di caffè, col gomito ancora appoggiato al bancone del bar. Poi, avviandosi verso la sala del circolo, continuò:
- D’altro canto, pur non essendo il nostro un circolo politico, noi tutti qua dentro un’idea politica ce l’abbiamo e perché non dovremmo parlarne? Questa è una parola che ha avuto importanza nella storia italiana. Io oggi intendo renderle omaggio, nel nome dell’uomo che l’ha inventata ed usata per primo.
Senza titolo, 2013 |
Nella sala, al loro ingresso, il brusio delle voci si calmò. Maurizio prese posto al tavolo della presidenza, Matteo sedette su una sedia delle prime file.
- La sapeva lunga Benedetto Croce – cominciò a dire Maurizio - e da quel grande che era, perdonerà se parlo di lui, così allegramente, senza la benché minima volontà di mancare di rispetto al più famoso corregionale che noi abruzzesi abbiamo mai avuto.
In pieno regime fascista, quando anche Luigi Pirandello, per motivi, diciamo così, di opportunità, se non proprio di opportunismo, chiese la tessera del Partito Nazionale Fascista e divenne un fan del duce, (a sua discolpa resta il fatto che il commediografo aveva necessità di finanziamenti per mettere in scena le sue opere), il filosofo originario di Pescasseroli, ebbe pressappoco nello stesso tempo, il coraggio di opporsi decisamente al regime fascista, divenendo in breve il punto di riferimento dell’antifascismo intellettuale italiano. Per esprimere la sua profonda avversione nei confronti dei governi fascisti, creò un neologismo, non bello, non particolarmente attraente, non facilmente comprensibile da tutti, che bollava i vari personaggi che di essi facevano parte, con la denominazione, in complesso di “onagrocrazia”.
“Onagròs” in greco, vuol dire “asino selvatico”; che peccato che ora allo stato brado non se ne trovino quasi più, allora c’erano e come! Dico nell’era classica; al tempo di Mussolini erano già diminuiti, ma per fortuna, si fa per dire, abbondavano nel campo dell’umana progenie, figuri che erano e si comportavano come autentici asini, proni ai voleri dei loro padroni, erano pronti a fare qualsiasi cosa venisse loro comandata o demandata, in uno stato che era tutt’altro che brado, come per gli asini veri.
Questa parola complessa, ostica alla pronuncia, vuol dire “il potere in mano agli asini”. Con essa, Croce voleva affermare che i governi che si avvicendavano sotto l’egemonia di un uomo solo al comando, forma politica per la quale ora si risvegliano assurde nostalgie, erano governi guidati da asini, senza istruzione e senza carattere, che si distinguevano solo per ignoranza e modi rozzi di operare, come solo animali di tal fatta avrebbero potuto fare.
Oggi il termine onagrocrazia è tornato ad avere un senso per molti segnali ed avvisaglie che non dovrebbero farci stare punto tranquilli. Benedetto Croce non aveva nessuna laurea, ma una cultura sterminata, immensa, in molte materie umanistiche. Fu chiamato a far parte del primo governo dell’Italia democratica, dopo la caduta del fascismo, insieme a De Gasperi, Nenni, Togliatti, ed altri eminenti esponenti di tutti i partiti. I nostri governanti di oggi non hanno che una grande ignoranza, alla quale assommano l’arroganza del potere e l’inesperienza dei neofiti. Si tratta di una miscela veramente esplosiva.
E’ da tempo che la politica italiana ha imboccato una strada di regresso ed oscurantismo.
Già con Berlusconi eravamo arrivati a credere che Ruby fosse la nipote di Muraback - del resto, se te lo certifica l’intero Parlamento, perché non dovresti crederci? – Il signore di Arcore aveva avuto l’abilità di insufflare nuova vita nel corpo dei comunisti, scomparsi da tempo, ma quelli proprio doc, che mangiavano i bambini – e chi non lo sa? - ed ora ci meravigliamo se con i fatti di Bibbiano e dintorni, scopriamo che, per mangiali, sempre questi maledetti comunisti, se li cucinavano al microonde, questi poveri bambini, sbatacchiati in maniera invereconda sull’onda della più vergognosa speculazione politica, fatta di bugie da parte di un’informazione propagandistica ed irresponsabile?
Il terzo millennio dell’era cristiana è iniziato sotto cattivi auspici. In tutto il mondo, si avvertono segnali di involuzione politica, anziché di progresso. Conquiste degli anni passati, che credevamo acquisite per sempre ora sono del tutto abbandonate. Molto di quello che è stato fatto andrà perduto. Tutto il bel mondo che i nostri vecchi pensavano con il loro sacrificio di fare migliore, cade in pezzi.
Diciamo che asinelli al comando nel mondo, la storia ne ha conosciuti, ma come se ne vedono ora di asini belli grossi, dei più selvatici e selvaggi, scorrazzare per le pianure del vasto mondo, liberi e felici, senza guida e senza meta, se non quella della conservazione del potere appena preso, non se n’eran visti mai. Con guasti gravi forse irreparabili.
E ad ogni raglio, di uno al comando, sui social si scatena un diluvio di nefandezze senza freno, di scempiaggini vergognose, di imbecillità. Si apre una vera e propria cloaca, in cui il materiale organico schizza da tutte le parti.
Onagrocrazia? In una fattoria del nord Italia, ho visto un’asina partorire due asinelli. Posso assicurarvi che i due piccoli nati erano bellissimi e simpaticissimi, quieti e miti, guardavano il mondo con occhi stupiti. Paragonarli a nostri mi sembra un’offesa.
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