LUCI ED OMBRE

  Caro Licius, cominciò a scrivere Maurizio, colto all’improvviso da un irresistibile impulso di rivolgersi direttamente al personaggio che negli ultimi tempi, gli aveva dato più filo da torcere, hai ragione tu. In fondo, che c’è di male? (Ma perché stava dicendo quelle cose? Aveva ragione su che?). Continua pure ad essere quello che sei e sei sempre stato (la mano che impugnava la penna, come una spada, gli correva sulla carta, come spinta da una forza esterna a lui stesso). Commuoviti pure di fronte ad ogni inezia, banalità, dabbenaggine. Cosa c’è di più banale e insignificante della nostra vita stessa? Quanto alla semplicità, che ho non dispregiativamente chiamato dabbenaggine, non è forse la dote che più ci è cara e che orgogliosamente ci distingue?

 Non sapeva cosa avrebbe ancora scritto, ma si trovò a leggere le righe che comparivano sul foglio, non senza meraviglia e sincera ammirazione: era proprio lui quello che pensava quelle parole? Ammirazione, poi, e per chi o per cosa? 

Le foglie cadute, i colori dell’autunno, l’ombra lunga dei tramonti, il fuoco dei crepuscoli che si spengono piano piano, andando incontro alla notte, tutto l’armamentario, insomma, del romanticismo decadente, è materia per spiriti sensibili che ancora credono di avere il dono della creatività artistica, di qualsiasi livello esso sia. 

 Ormai il flutto di frasi era inarrestabile. Pensa pure liberamente tutto quello che vuoi, esprimi giudizi su ogni cosa o avvenimento, segui pure il vento che più ti ispira in quel momento, ma non assumere toni paternalistici. Non hai un gregge da pascolare. Pensa per te stesso. 

Se vedi un’onda e ti fa pensare alla nostra esistenza, che come un’onda passa e va, inseguita da altre onde e vite che ad ognuno di noi, sia l’onda che vediamo, che la vita che singolarmente conduciamo, appaiono così importanti, e la visione si traduce in te in immagine simbolica, tale da suscitare il desiderio di immortalarla in un breve attimo di tempo, del tuo tempo, che appartiene solo a te, con parole, filmati e riflessioni recitate, che provengono dal profondo del tuo cuore, noi, tuoi spettatori, come tu lo sei di noi, che in fondo ripetiamo lo stesso copione, illudendoci forse di farlo a diversi livelli di profondità, o di spessore, scegli tu il termine che ti sembra più adatto, non possiamo che prenderne atto e gioire per te che ne sei l’artefice, senza alcuna pretesa di censure e cesure, che sono gabbie dell’anima. 

 Seguita quindi a guardare le nuvole e corri con la fantasia, oltre i confini dell’umana inanità, come quel sognatore definito dal nostro Ennio Flaiano come un uomo che sogna con i piedi ben piazzati sulle nuvole. Sognatore, sì, quindi, ma non avulso dalla realtà, anche se questa è fatta di aria in movimento, possiamo dire.

 Quanto alle tue idee politiche, che politiche non sono, semmai antipolitiche e le tue scelte di campo, non sempre coerenti, perché in effetti non hai fatto alcuna scelta e segui un filo (il)logico che ti porta, a sposare le tesi più varie e soprattutto il piglio con il quale fai certe affermazioni, con aria da maestro del pensiero che si rivolge ad alunni che debbono essere imboniti, dico solo che una delle maggiori facoltà dateci dalla nostra Costituzione è proprio quella della libertà di espressione e quindi ognuno può parlare e sparlare liberamente, senza oltrepassare, però, alcuni paletti posti dai Padri Costituenti a difesa della democrazia, come quello dell’antifascismo, come fanno ora quelli i quali soffiano sul fuoco di un generale malessere dovuto a due anni di crisi conseguiti alla pandemia da covid, col proposito di scardinarli, affermando che vi sono segnali allarmanti per un ritorno della dittatura nel nostro Paese

. Unirsi in buona fede al coro variegato di questi manigoldi, che vogliono fare leva sul malessere sociale di chi è arrabbiato anche a ragione, per le difficoltà che ha dovuto affrontare in questi anni, affermando che una congiura mondiale vuole ridurre in cattività il mondo intero, che la pandemia è stata l’arma di distruzione di massa, o di distrazione di massa, che il covid è stato creato e diffuso e poi agitato come ricatto, per prendere, almeno nel nostro Paese, provvedimenti autoritari e antipopolari, chiamando schiavi del sistema le organizzazioni nate per la difesa dei diritti dei lavoratori che quelle politiche hanno accettato responsabilmente, per necessità ed urgenza, affermando che Draghi è come Hitler e il Green Pass è come l’olio di ricino fatto ingozzare dai fascisti ai loro oppositori, significa dare retta a chi vuole giocare la carta del tanto peggio, tanto meglio, sguazzare nel torbido ed abbattere quello che abbiamo di più caro, la nostra Costituzione Democratica e Antifascista.

 Ammonente e sentenzioso? Sì, sei anche ammonente, nei confronti dei tuoi follower, sentenzioso, quando esprimi giudizi critici, di apprezzamento o di spregio sul lavoro di altri, o su opere note o meno note, classiche o moderne, su personaggi più o meno conosciuti. Conclusione: nonostante i tuoi difetti, che, come ripeto, sono anche in parte miei, o forse proprio per questi, ti voglio bene.

 

 Aprendo gli occhi Maurizio - ma che, si era assopito? - si accorse che Pancrazio lo stava guardando piuttosto preoccupato. Maurizio, si sentì chiedere, chi ti ha dato questa roba? Non so, rispose come in trance, porgendogli il foglio che aveva tra le mani. Pancrazio lo prese e lo guardò brevemente. Si soffermò sul nome dell’intestatario, poi corse subito a leggere le ultime parole, sbalordito: Ti voglio bene, a chi? A Licius? Sei matto? Qualcuno ti ha tirato un brutto tiro! Fissò bene lo sguardo sul volto del suo maestro e non lo riconosceva: aveva gli occhi umidi di pianto. Non ti preoccupare, lo rassicurò; chiunque sia stato avrà da fare i conti con me e, vedrai, dopo il mio trattamento, non oserà più infastidirti con questi trucchetti da circo.

 No, Pancrazio, diceva, come fra sé il maestro – ma è proprio lui? Si chiese Pancrazio, mi sembra un rammollito - il mondo è bello perché è vario, seguitò quello. Ma senti che cazzate, sbottò Pancrazio, mi toccava venire fin qui, per ascoltare questa grande novità, il mondo non è vario, è avariato! C’è posto per tutti. Smentì Maurizio, Nel dissenso è la forza della democrazia. Nella diversità, come in questo caso, di opinioni, ma io mi riferisco a tutte le diversità innumerevoli che fioriscono su questa Terra, è il bello, è il senso della vita. Aprite le porte al diverso, l’unico è una noia sconfinata

. Per me è il caso di chiamare un medico, disse Pancrazio, rivolgendosi a Sebastiano e a Silvana che fino ad allora erano rimasti in silenzio a seguire la scena, come in teatro.

 Non credo, rispose Sebastiano scuotendosi dal torpore, Maurizio oggi è stato illuminato dalla verità ed ha scoperto una cosa molto importante e cioè che il diavolo non è così nero come lo si descrive.

 E tu, irruppe sbrigativa Silvana, hai scoperto l’acqua calda e spianato una montagna di formaggio grattugiato. Non avete capito un tubo. Maurizio ha avuto una illuminazione: ha capito ciò che già sapeva, senza saperlo: non basta conoscere le cose, le nozioni, i principi, ripetendoli stancamente come fossero scontati, acquisiti e quindi superati, è necessario credere in quello che si afferma; credere, credere, non è poi così banale; il mondo non è una scatola che andiamo scoprendo e tutto resta là, il mondo, la vita, cambiano continuamente. Se dici di essere antirazzista e antifascista, e’mbè, chi è che non è antirazzista e antifascista? A parole tutti lo sono, ma nel profondo della nostra anima (chi ha paura di questa parola?) esistono zone d’ombra che cerchiamo di non vedere. Maurizio le ha viste e capito: siamo materia, ma materia sensibile, siamo tutti uguali nella sostanza, diversi nella forma. Non bisogna spaventarsi di fronte al diverso e chiudersi. Basta demonizzare l’avversario: la verità non è mai tutta da una sola parte. Bisogna che facciamo pulizia anche in casa nostra. Illuminare gli anfratti più segreti, da oggi, qui, si cambia musica: ben venga chi si dichiara fascista e non lo è, perché con lui possiamo parlare, confrontarci, respingiamo quelli che dicono di non esserlo e nel comportamento, dimostrano di esserlo.

 C’è Nessuno? Chiese una voce dalla porta del bar.

 Oddio, fece Maurizio, sbalordito, chi è, Polifemo? 

Siamo qui, rispose Sebastiano, prendendo posto dietro al bancone, vicino alla macchina del caffè, seguito da Silvana al pozzetto dell’acquaio, Prego signori!

 Oggi serviamo gratis filosofia, disse Pancrazio, uscendo dal retro, come da una quinta teatrale, facendo un comico inchino davanti ad una incredula coppia, ferma all’ingresso, offro io.

 Con passo titubante l’uomo della coppia, si avvicinò al banco, guardando di traverso Pancrazio; la donna ristette ancora un po', guardandosi sveltamente indietro, quasi ad assicurarsi una via di fuga, poi, visto il comportamento del compagno, lo seguì un po’ a malincuore.

 Niente paura, ragazzi, filosofia a buon mercato, una tazza a testa, è sufficiente? Per l’eventuale supplemento, nessun sovrapprezzo, due al prezzo di uno; una vera fortuna, questa è la bancarella della felicità. 

 Non per te, gli sussurrò Sebastiano, questi sono finanzieri, sono stati qui anche ieri, cercavano te, vogliono vedere se sono in ordine i conti dello Zibaldino. Ora sono cavoli tuoi.

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