IO SONO IL SIGNORE DIO TUO

Ve lo immaginate un Dio che come prima cosa si preoccupa di accreditarsi come Signore – unico aggiungerà tra poco – presso i suoi fedeli, in una sorta di campagna acquisti, come fanno gli istituti scolastici oggigiorno in cerca di nuovi alunni con le iniziative promozionali, tipo l'Open Day, in concorrenza con gli altri istituti a seguito della scarsa popolazione scolastica, in calo per il decremento demografico che stiamo attraversando?

Premetto che non ho alcuna intenzione di denigrare la religione e la cattolica in particolare, né offendere il sentimento religioso di chicchessia, ma solo di fare un discorso piano, senza ideologie, libero per capire quelle che a me sembrano incongruenze che forse sarebbe bene evitare.

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La solenne affermazione sopra ricordata è la premessa al discorso dei dieci comandamenti, pilastro della religione cristiana, come anche di altre, penso, tanto questi precetti sono generali e condivisibili, come concetti fondamentali della vita in società. I dieci comandamenti provengono dalla Bibbia e sono riportati nel libro dell'Esodo come testo fondamentale dell'alleanza che Mosè stipulò con Dio sul Monte Sinai, durante il lungo percorso della fuga dall'Egitto verso la Terra Promessa che sarà la Palestina. La liberazione degli ebrei dalla schiavitù in cui erano tenuti nell’Egitto dei Faraoni, viene ricordata da Dio stesso come complemento della dichiarazione iniziale: "Io sono il Signore Dio tuo, che ti ha liberato dalla schiavitù dell'Egitto". Viene quindi rivendicata come atto che vincola gli ebrei per dovere di riconoscenza al rispetto dell'Alleanza.

Infatti la frase si conclude con l’affermazione del primo comandamento: "Non avrai altro Dio all'infuori di me". Ma allora Dio era a conoscenza dell'esistenza di altri Dei che eventualmente la controparte del Patto avrebbe potuto scegliere? Gli idoli, voi dite? Dio si preoccupava che la religiosità dei credenti scadesse al livello tribale di adorazione di un totem? Ammettiamolo pure, anche perché avvenne, come sappiamo e il povero Mosè, quando tornò dal suo isolamento in montagna in cerca di un Dio che finalmente gli si palesò sotto forma di una siepe ardente, stanco, anche perché aveva dovuto portare con sé le due tavole di marmo sulle quali (chi, Dio stesso con fulmini e saette o lui sotto dettatura?) aveva scritto le famose dieci regole del buon vivere per prima cosa si dovette preoccupare di far distruggere il Vitello d'Oro che quei miscredenti avevano costruito e stavano già adorando.

Nella Bibbia questi comandamenti sono riportati in forma estesa con affermazioni che sulla bocca di un Dio disdicono alquanto, come quella sulla sua gelosia, per la quale dice di punire eventuali traditori fino alla settima generazione. Il Dio del Vecchio Testamento è molto diverso da quello del Nuovo, il Dio cristiano che non soffre più di gelosia ed è solo amore (ma fece morire Gesù sulla Croce, per la salvezza dell'umanità, dicono. Ma questo è un altro capitolo). Certo, le incongruenze e le disparità sono dovute alla grande distanza di tempo che corre tra i due testi ed alla concezione religiosa del tempo di Mosè, da parte di un popolo nomade in cerca di un posto in cui stare, in una fase di sviluppo della propria società che definire primitivo forse non è sbagliato.

Credete che quello che vi ho detto sia catechismo? Non credo. A proposito "catechismo" viene dal greco "catechèo", che vuol dire "istruisco oralmente", Infatti è composto da domande e risposte, l'istruttore pone la domanda, il catecumeno risponde.

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