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CERIMONIA LAICA

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                                                                        Matrimonio Civile.                                                                        CERIMONIA LAICA                                                                  Per un matrimonio civile Cara Anna, solo ora mi è saltata agli occhi una particolarità in merito al matrimonio di Francesca, che a me sembra molto propiziatoria. Francesca si sposa con rito laico, all’Hotel Pagus di Montepagano e, vivaddio, per una cerimonia laica non poteva essere scelto luogo più appropriato. Una cerimonia laica è anche, in certo qual modo, una cerimonia pagana, nel senso di “non cristiana”, non svolta secondo i canoni della Chiesa Cattolica. Pagus è parola latina che significa “villaggio” e la parola “pagano”, sostantivo o aggettivo, deriva certamente dal pagus latino, nel senso di abitante del villaggio (“che non ha recepito i dogmi del cristianesimo”, secondo il senso che al termine è stato aggiunto in seguito). Come si s

SILLABARIO

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                                                                         Pancrazio aveva notato che Maurizio, in quei giorni arrivava sempre portando con sé, sottobraccio, un libro. Siccome egli era naturalmente curioso, approfittando di un momento in cui il maestro si era assentato, dopo una telefonata di Chiara, lasciando il libro sul tavolo del circolo, si era avvicinato “di soppiatto”, (da poco aveva sentito questa curiosa espressione che gli era piaciuta), al tavolo ed aveva preso in mano il libro, spiando di non essere visto da nessuno, non voleva che gli altri trovassero motivo di sfotterlo per questo. La prima impressione era stata singolare, il titolo del libro richiamava temi cari al circolo, era un sillabario, buono per testoni come loro; più precisamente, notò poi, il volume portava il titolo di “Sillabario n.2”, di un certo Goffredo Parise, probabilmente un maestro, collega di Maurizio. Sillabario si chiamava anche il suo libro delle Elementari, che però era senz

SOPPIATTO

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                                                                                Dove pensi di andare, così, quatto quatto? Chiese Sebastiano a Pancrazio che si stava dirigendo, fuori dall’orario delle lezioni, verso la porta del Circolo, guardandosi intorno con una certa cautela. Che vuoi dire? Lo apostrofò di malagrazia Pancrazio, arrestandosi ombroso. Hai un’aria circospetta, come debbo dire, passi davanti a me così alla chetichella, gatton gattoni, senza neanche salutare. Ti sembra normale? Cerchi qualcosa? Ebbene sì. Sto andando nell’aula perché debbo fare una ricerca. Non dirmi che hai scoperto il vocabolario; dimmi, quale dubbio ti assale? Chiedi a me, vediamo se ti posso aiutare. È che ho incontrato Lucio, quello che si fa chiamare Rimiratore – che cosa rimira poi non lo so – il quale mi ha detto che lui e quel tale professore che si porta dietro, hanno intenzione di entrare nel nostro Circolo e di rubarci il soppiatto. Vado in cerca del piatto che lui dice di

ANTIFASCISMO

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  Affermare che oggi come oggi, parlare di fascismo e antifascismo è anacronistico, perché il fascismo è morto 70 anni fa e non potrà più risorgere e che gli italiani, gravati da tanti problemi più importanti, sono stanchi di sentire queste diatribe infruttuose, è la premessa, l’anticamera della restaurazione dei presunti “valori” di quel “piccolo tempo antico”, ancora favoleggiato, nella mente e più ancora nel subcosciente di tante persone di buona volontà, che ancora credono, perché è stato così insegnato a loro, di sottobanco, nell’ambito familiare, lungo il corso di questi ultimi 70 anni, che nel fascismo c’era qualcosa di buono. E lo si vede nella volontà, che la compagine dell’attuale governo, eletto democraticamente da un’Italia purtroppo dimentica, chiaramente esprime, di invertire il corso della storia cominciando proprio dal tentativo di scalzare quella che finora i nostalgici del passato regime hanno sofferto come la egemonia della cultura di sinistra, con la riproposizion

LA VIANDANZA Lettera a GIUSEPPE

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                                                                   Caro Giuseppe, ho cominciato a leggere “Alzati e Cammina”, il libro che tu, con tanto affetto, mi hai regalato tanto tempo fa, con la bellissima dedica dell’autore e che io avevo trascurato colpevolmente, come colpevolmente ho trascurato altre cose che riguardavano la tua vita, della quale avrei dovuto, invece, avere la massima cura. Alzati e cammina è quanto disse Gesù a Lazzaro morto e Lazzaro resuscitò dalla morte. Alzati e cammina è l’invito, scopertamente evocativo, che il libro rivolge ad ogni uomo o donna ad uscire fuori da tutto ciò che costituisce un condizionamento all’azione, come un torpore mortale. Ci sono in queste pagine dense di considerazioni e suggerimenti, molte cose belle, che mi parlano di te, di come eri, di quello che hai fatto ed ora capisco la tua ammirazione per Luigi Nacci, l’autore del libro e il fondatore di una nova religione, quella della viandanza, che è la molla che spinge ad a

IL GIORNO PIU' BELLO

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L'ALBERO E LO SCOIATTOLO

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                                                                  C’era uno scoiattolo che tutte le mattine usciva dal cortile della scuola, si guardava intorno per accertarsi che la strada fosse libera e la attraversava di corsa, entrando nel quadro visivo della mia finestra, dove troneggiava a breve distanza, il grande albero, sul quale il grazioso animaletto si arrampicava sveltamente, percorrendone tutta l’estensione, nel senso verticale del tronco ed orizzontale dei rami che si allargavano ad ombrello, fino quasi a toccare le propaggini di altre piante più piccole che si trovavano nella zona. Seguiva sempre il medesimo itinerario, fino a raggiungere l’estremità di un ramo che si protendeva verso la pianta più vicina e spiccava un salto che era quasi un volo verso di essa, abbrancandosi ad un suo esile ramoscello, che nel ricevere il peso del suo piccolo corpo, oscillava lungamente; poi scompariva nel folto della vegetazione sottostante. Più tardi ricompariva per ripercorre