COSTA

Viverci no, penso che non riuscirei a viverci. Quei bungalow nascosti tra le piante tropicali, quelle verande di legno, mangiate dai miasmi della foce di un grande fiume, oppure rese inagibili dalla incuria umana, personaggi tristi che si aggirano, reietti delle isole, Almayer con la loro follia, nostromi in disarmo che vogliono narrare di antiche esperienze, comandanti ossessionati da fantasmi che li perseguitano per perderli, uomini che sono caduti una volta, che hanno conosciuto il gradino più basso dell'ignavia, che si battono per avere una seconda opportunità e non si sa se l'avranno mai.

Snelle golette, grandi velieri, scialuppe e ciurme irrequiete, tifoni, bonacce più temute di una maledizione, ed al centro il mistero più grande, i mille segreti, le mille remore, i moti, le emozioni, lo spirito di avventura e le trame oscure del cuore degli uomini che vivono e popolano quegli ambienti acquatici, sfiniti, inarrestabili, testardamente tesi a superare una prova che ogni giorno si rinnova, quella dell'esistenza sul mare, elemento avverso, contrario che attrae e respinge, come l'onda sul fianco della nave o quelle costanti delle barriere coralline.

Marina di Pisa - 2014

Non oso nominare il grande costruttore di questo mondo, un grande scrittore che ha riversato tutto se stesso in questa passione per i luoghi del mare e per lo studio della psicologia di quelli che su di esso vivono. E' troppo noto ed amato. Lo sussurro soltanto tra me e me per il piacere di sentire il suono di quel nome non indenne da difetti, come tutti, ma con uno spirito grande come il mare (banale, vero?) "Joseph Conrad", come fosse portato dal vento.

Talvolta affiorano tra le sue righe vene di uno strisciante razzismo, ma credo che nel mondo colonialistico nel quale egli è vissuto ed ha operato (si pensi alla Compagnia delle Indie che ha condizionato per lungo tempo la politica estera dell'Inghilterra), questo possa essere annoverato come l'ultimo dei difetti endemici di un'epoca.

Per converso, vi sono nei suoi romanzi, personaggi di colore che lo riscattano da questa accusa, per la loro onestà, generosità e profonda umanità, certo non posti lì per farsi perdonare. (Vedi "Il Negro del Narcissus"). Tifone.

"Racconti di Mare e di Costa" si compone di tre storie, fatti di cronaca, due dei quali realmente avvenuti, così sentiti dall'autore, da divenire punti di riferimenti dell'arte del nostro.

"Un Briciolo di Fortuna", "Il Coinquilino Segreto" e "Freia delle Sette Isole" sono racconti 'di bonaccia', in contrapposizione ad altri che egli definisce "di tempesta". La storia del coinquilino segreto ha influenzato le teorie psicanalitiche sull' "ombra", il "doppio" che cammina sempre con noi e che sarebbe il nostro alter ego.

Qualcuno ha notato una punta di misoginia nel modo di Conrad di trattare le donne. Ma è lui stesso che ce lo dice; non era a suo agio quando parlava di donne: della sua Freia diceva che era una porcheria, il racconto, dico. Mentre, del coinquilino si dichiarava soddisfatto, perché lì non c'erano complicazioni con appartenenti al sesso femminile.

D'altro canto cosa c'era da aspettarsi da un vecchio lupo di mare? Mai donne a bordo! Ma non era pregiudizio, misoginia, era solo che aveva forse poca dimestichezza con le donne, mancanza di pratica. Che vuoi, uno come lui, lontano le mille miglia dall'universo femminile, doveva pensare che fossero creature di un altro pianeta.

Tra il mare e la costa si svolgono le storie più incredibili, le avventure più sensazionali; Marlow, il vecchio marinaio che prende il posto del narratore in molte delle sue storie, che sa tutto di tutti, non si stanca di narrare avvenimenti comuni e straordinari ed il suo scandaglio si cala con pari maestria nell' individuare pericolosità nascoste del fondale, come nel sondare l'imprevedibilità dei sentimenti che si agitano dentro di noi.

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