TEOLOGIA secondo Lucio e Bruno

secondo Lucio

Pensiero della buonanotte: ma si può ammettere che la teologia sia una scienza o comunque una disciplina? (in realtà le teologie sono varie) Tenuto conto del concetto che la teologia stessa ha di DIO e relativi attributi, è pensabile che EGLI sia assogettabile ad una qualunque specifica metodologia di studio che non sia una mera serie di invenzioni intellettuali? Io credo che la filosofia tratti l'argomento con un più consono aproccio intellettuale. (è solo il mio criticabile pensiero di persona comune). GRADISCO CRITICHE ED OSSERVAZIONI BEN FONDATE, aiutano a chiarire a se stessi la fondatezza proprio pensiero.

Su questo argomento ho il dente avvelenato perchè si preferisce credere alle favole che ci continuano a raccontare anche a maghi e fattucchiere, guaritori, miracoli e altro anzichè cercare faticosamente la vera conoscenza attraverso lo studio, la ricerca, un gravoso ed accurato lavoro intellettuale di colui che non accetta di credere per fede a chi proclama verità la cui esistenza o non esistenza è indimostrabile. Per onestà intellettuale, non essendo neanche io portatore di nessuna verità, mi espongo a critiche e ad argomentazioni ben fondate di chi vorrà avere interesse a commentare o confutare il mio pensiero.

Lucio Di Eugenio, 15 gennaio 2018.

Teologia (Cocullo, AQ - 2016)

e secondo Bruno

O Lucio, perché ti chiedi cose più grandi di te? E come pensiero di buonanotte, poi! La tua sete di conoscenza è lodevole ma male indirizzata. Se non sai cosa realmente è la teologia, perché ti poni il problema se sia o no una scienza, o almeno una disciplina?

Dici di avere il dente avvelenato perché molte persone rinunciano a pensare e credono alle favole, ma confondi chi ha una fede con le credenze di gente dappoco – che segue streghe e fattucchiere. Credi di sapere quale sia il concetto che la teologia stessa ha di Dio e decidi a tuo piacimento che non può essere materia di studio. Ritieni che la filosofia sia la vera scienza e che quindi essa si dovrebbe occupare del problema di Dio. E chiedi osservazioni ben argomentate per eventuali commenti.

Non credo di poterti fornire argomentazioni sufficienti a confutare o confermare le tue teorie, essendo il mio il pensiero di un uomo della strada, come il tuo. Te lo espongo brevemente, nello spirito comune a tutti e due di cercare di capire e di essere di aiuto l'uno all'altro, nel nostro piccolo.

Ritengo che la filosofia e la teologia siano due materie che in parte si occupano dello stesso argomento, da due punti di vista differenti.

La prima parla dell'origine e della realtà di tutte le cose, avendo sullo sfondo il quesito fondamentale: c'è un essere superiore che ha creato tutto o tutto è frutto del caso? Vedo invece la teologia come figlia della filosofia, che porta in primo piano quello che in essa era sullo sfondo, quel quesito fondamentale, risolto a favore del sì, quindi non sarebbe altro che una costruzione filosofica, vista dalla parte di coloro che hanno optato per l'esistenza di Dio, che vuole essere semplicemente un "discorso" intorno a questo essere superiore e soprattutto lo studio dei testi sui quali si è formata la loro convinzione. Perciò si chiama teologia (da "logos" discorso), e non teosofia (da "sofia", scienza, sapienza), discorso a fine di conoscenza e non disquisizione su quello che a priori, per fede, già si crede di conoscere.

Non può certo essere una scienza nel senso di una ricerca a tavolino delle cause e delle ragioni, della sua esistenza, corredata da prove ed esperimenti di laboratorio, ma approfondimento a supporto delle proprie convinzioni. I padri o dottori della chiesa si sono scervellati intorno a questi argomenti per secoli e secoli (alcuni di essi si sono perduti e nel corso della loro vita hanno perso la fede, o sono diventati eretici) e tu vorresti ridurre tutto a polpette, ritenendo che siano invenzioni della nostra mente, dannose per giunta, perché ci allontanano da studi seri che ci aiutino a pensare? Perché ergersi a castigatore dei pensieri e costumi altrui? Non ritieni sia meglio astenersi da qualunque commento? E disporsi a passare la notte con pensieri più sobri?

Io nel mio piccolo di uomo comune, come te scettico, questi problemi non me li pongo. E se me li pongo, non mi do delle risposte di comodo. Semplicistiche. Debbo ancora risolvere il problema principale, fondamentale: chi siamo, da dove veniamo e dove cazzo andiamo (1).

Saluti fraterni (non potendo dire "cognaterni").

20 gennaio 2018

(1) la battuta è tratta da una vignetta di Altan, all'epoca in cui il Partito Comunista si stava traformando nella "cosa" che poi non è mai nata, e descriveva in modo geniale la perplessità dei militanti rispetto alla svolta di Occhetto. La stessa che persiste nella profonda crisi della sinistra italiana ancora in cerca di un'anima, non dico unitaria, questo sarebbe troppo, ma una qualsiasi.

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