FANTASMI

Sulle torri del castello del re di Danimarca, a mezzanotte compariva il fantasma del re, ucciso dal fratello che ne aveva usurpato il trono e sposato la vedova, per chiedere vendetta. Le cronache letterarie sono piene di fantasmi che tornano dall'aldilà per chiedere ai vivi che si faccia qualcosa che metta termine alle loro sofferenze.

Nella realtà sono molto meno. Gli unici fantasmi da temere sono quelli che si agitano dentro di noi e che proiettiamo fuori con le nostre paure. Le apparizioni sono frutto di fantasia. Ma c'è chi subisce il fascino di racconti straordinari, in cui per esempio, si narra di strane anomalie nel funzionamento di registratori o macchine fotografiche che captano casualmente voci o immagini non presenti sul posto e che nessuno degli astanti ha sentito o visto nel momento della registrazione o della ripresa.

Cimitero monumentale della Certosa, Bologna, 2017

Una foto nella quale è presente una figura indistinta che appare sullo sfondo, in cui con un po' di fantasia, chi vuole può ravvisare il volto di un parente defunto. Si grida al soprannaturale, poi non se ne sa più nulla. Nessuno viene a dire se si è trattato di un falso o di una bufala.

Ora però succede che in America stia prendendo piede una moda che a chiamarla macabra è dire poco. Sempre più persone si fanno riprendere in vari atteggiamenti con accanto la figura di una persona defunta, che viene inserita nella foto con una tecnica di sovrapposizione che i moderni mezzi di riproduzione hanno reso possibile con facilità. Per ottenere il massimo effetto di verosimiglianza, però, è necessario che l'immagine della persona scomparsa appaia nella foto leggermente sfocata come si pensa che debba essere un fantasma, che è una "presenza" occulta, volatile, captata dall'obiettivo, ma non percepibile dall'occhio umano.

Sembra che la moda sia nata da un episodio singolare. Una madre che aveva perso la figlia di due anni, aveva chiesto ad un fotografo di fare un fotomontaggio nel quale lei si sarebbe fatta riprendere sdraiata vicino alla tomba della bambina, con i mano i fiori e accanto il fantasmino della figlia sorridente che le posava una mano su una spalla per confortarla. Il fotomontaggio ha avuto così successo che in breve ha cominciato a circolare sul web e molti altri hanno chiesto allo stesso fotografo di fare dei servizi sullo stesso tipo di quello della bambina fantasma. Tanto che al momento il professionista è tanto oberato di lavoro diciamo così specialistico sui fantasmi, che ha smesso di fare qualunque altro tipo di servizi fotografici (compresi quelli matrimoniali che notoriamente sono i più remunerativi).

Il fatto più sorprendente, in un paese come l'America che quanto a sorprendere non è secondo a nessun'altro, è che alla povera madre addolorata che aveva promosso questa iniziativa, mal gliene è incolto. Dalla diffusione sui social della foto della bambina deceduta, è derivata la denuncia di una zia e la riapertura di un'inchiesta sulla morte della piccola, il cui corpo presentava al momento del decesso i segni di un trauma attribuiti in un primo tempo ad un incidente e adesso la madre, insieme al convivente che non è il padre della defunta, sono indagati per omicidio volontario a mezzo maltrattamenti e botte.

Dimenticavo di dire che a questa moda discutibile fin che si vuole, ma legittima di far rivivere per un'ultima volta i defunti collocandoli a fianco di persone vive, il fotografo autore del primo scatto aveva dato il nome di "One More Time", cioè "Di nuovo" o "ancora una volta", fortemente allusivo ma non troppo originale visto con questo stesso titolo sono già da tempo in circolazione una canzone ed un film.

Non è bello immaginare che in quella foto maledetta, accanto al fantasmino finto della bimba sia comparso (per un'ultima volta) quello vero della povera anima che chiedeva giustizia? E' forse il caso di dare credito ai fautori del detto "a volte ritornano", come banalmente proposto in tanti film horror che riempiono le sale, ma purtroppo anche i nostri video di fantasmi assolutamente improbabili?

P.S. anche questo ripubblicato per "assonanza" 18 novembre 2017.

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