SCENDE LE SERA

 

 


                                                                         

È una piccola emozione, dura pochi secondi, sul far della sera, quando si vedono le prime luci che si accendono nel riquadro delle finestre delle case accanto; qualcosa si muove dietro quei lumi schermati, qualcuno vive, partecipe del fenomeno delle ombre che si addensano fuori.

Gli animi si aprono al silenzio e quello che si sente è un senso di solidarietà che ci unisce tutti. La nostra condizione umana si disvela nel passaggio dalla luce al buio, rotto dalle lampadine  dell’illuminazione artificiale che aggiunge calore.

E c’è del tenero, nel pensare dietro quelle finestre la gente che si muove e si prepara ad affrontare le insidie della notte che si approssima dietro quei vetri appannati.

Mi piacerebbe entrare non visto in ognuna di quelle case ed osservare i volti dei componenti dei diversi nuclei familiari per  spiare nei loro occhi i pensieri, e coglierne le emozioni per condividerle.

 “Forse perché della fatal quiete tu sei l’imago” diceva un poeta, ”a me sì cara vieni, o sera”. Ma è con le  parole di un altro poeta che ci arrendiamo alla notte: “ il naufragar m’è dolce in questo mare”.

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