LUCIDUS ORDO


                                                                        

Erano in quattro in quel pomeriggio di inizio luglio e nella stanzetta della sede del circolo, ribolliva un’aria mefitica, Maurizio, Pancrazio che non mancava mai, Ottavio e Silvana. Più Sebastiano, che tra un caffè e altro da servire agli avventori del bar, tenuto conto della stagione e dell’ora, abbastanza pochi, si affacciava ad ascoltare ed interveniva come poteva, nelle discussioni, ma non era mai presente al momento delle decisioni.

Mauritius aveva messo ai voti una mozione con la quale si dava facoltà ai soci di darsi ciascuno un secondo nome da valere come il primo al punto di poterlo sostituire del tutto, e, nel caso di particolari meriti, la facoltà dell’assemblea di scegliere un altro nome per chi ne fosse ritenuto degno, che rispecchiasse qualcosa della sua personalità, anche in dissenso dell’interessato.

Una volta che questa mozione fu approvata all’unanimità, Mauritius illustrò brevemente gli ultimi interventi fatti su argomenti diversi dal socio Lucio, anche sotto l’eteronomo di Rimiratore e propose di usare il nuovo strumento di cui si erano dotati, gratificando per primo proprio lui, l’incontentabile, per il suo stile e per la sua perseveranza, scegliendo per lui un nome che desse conto dell’alto valore morale e letterario della sua opera.

Il nome che aveva in mente era Lucidus, che ammiccava sfacciatamente a quell’ordine limpido e chiaro del quale parlava Orazio nella sua Ars Poetica, che era la principale qualità di chi volesse poetare, o comunque scrivere.



                       L’espressione carpe diem è una locuzione tratta dalle Odi di Quinto Orazio Flacco (65 a.C. – 8 a.C.), poeta latino contemporaneo e amico di Virgilio, più semplicemente noto ai più come Orazio. Letteralmente traducibile in “cogli il giorno”, carpe diem viene spesso liberamente reso con “cogli l’attimo”, espressione che tuttavia rischia di essere fuorviante. Più appropriato risulterebbe dunque tradurre il celeberrimo carpe diem in “vivi il presente”. Carpe Diem, Carpa
"Carpe Diem" espressione  tratta dalle "Odi" di Orazio Flacco, contemporaneo di Virgilio. Dal web



Lucidus Ordo era nella mente di Orazio una complessa architettura che era necessario conoscere per esercitare l’arte del letterato, con la quale si stabilivano le regole alle quali attenersi nella trattazione di un tema. La precedenza da dare all’argomento di maggior peso, la conseguenzialità degli argomenti successivi, la durata e la caratura da dare ad ognuno di essi.

A me sembra che il nostro amico Lucio abbia tutti i requisiti richiesti da Orazio, per essere iscritto all’albo degli scrittori, disse alla fine Maurizio ai tre soci presenti, piuttosto perplessi e pertanto propongo di scegliere per lui il nome di Lucidus.
Propose anche per se stesso il soprannome di Ermeticus, per Pancrazio Pantocrator Liberator, per Ottavio Doctor Trinacriae e Silvana Luce nel bosco. Ma nessuno lo stette a sentire.

La votazione, svolta col voto segreto, riguardò solo la persona di Lucio e dette il seguente risultato:
2 voti favorevoli e 2 contrari.

A questo punto Maurizio, per sboccare la situazione creata dalla votazione finita in parità, dichiarò di aver votato a favore e siccome il voto del Presidente prevaleva su quello degli altri, la mozione doveva essere accolta.

Si levò la voce di Pancrazio: Per quanto riguarda Maurizio, anche se ora non capisco perché si vuole far chiamare Ermete, non ho nulla in contrario a chiamarlo come gli pare. Personalmente preferisco Mauritius a Ermeteus, ma de gusti in bus non è, come diceva quello delle sputazzelle?

Commenti

  1. Considerato che non posso modificare sto cacchio di pseudonimo su google, altrimenti temo di perdere filmati pubblicati e vari accessi, continuerò ad essere Rimiratore e come tale sto concordando con Lucidus su supervisipne del prof. Evaristo due ultimi interventi da proporre come commento su sto Zibaldino.

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