LIBERTA' DI NON LEGGERE

Nel nostro paese e in questa fase di sviluppo della società, esiste una dittatura che viene esercitata con mezzi diversi, tra i quali l’affermazione di una presunta superiorità intellettuale nei confronti della massa, da parte di una minoranza di persone amanti della lettura, nei confronti di una larga maggioranza di gente che non legge e sta bene lo stesso e che perciò reclama la libertà di non leggere senza doversi vergognare e non osa però affermarlo ad alta voce, per tema di essere presa per una massa di trogloditi, quei subumani che non sapevano distinguere tra l'oggetto reale esistente davanti a loro ed il suo simulacro, cioè l'ombra proiettata dal fuoco sulla parete della caverna, dello stesso oggetto, che invece non esisteva.

Mito della caverna di Platone (Jan Saenredam, 1604): i prigionieri immobilizzati davanti al muro, incapacitati nel guardare indietro, fissano la parete e vedendo delle ombre, in realtà modellini proiettati dalla luce di una torcia, credono che esse siano vere figure umane (da Wikipedia)

Siamo tutti d'accordo sul fatto che leggere è un’attività fra le più gratificanti e che faccia bene alla mente e allo spirito e migliori il carattere di chi legge, ma la libertà di non leggere è come la libertà di non scrivere, di cui parlò Philip Roth quando decise di appendere la penna al chiodo, decisione che lo liberò, a suo dire, dalla schiavitù di dover scrivere per forza.

Rispetto quindi per chi non legge e meno esternazioni da neofita nell'affermazione dell'amore per la lettura.

Con "Ci sono più stelle in cielo", ho introdotto un elemento di novità nel blog, che mi auguro possa avere uno sviluppo con la collaborazione di quanti, lettori e non lettori di buona volontà, vogliano partecipare e far sentire la propria voce, iscrivendosi al sito ed entrando a farne parte.

La novità consisterebbe a mio avviso nel fatto di voler vedere tutto sotto una luce diversa. Se pensiamo alle stelle ci accorgiamo che tutto quello che quotidianamente ci accade altro non è che piccola cosa trascurabile ed allora siamo portati a non prendercela ed ad essere più sereni nelle nostre relazioni, che sono nel loro svolgersi, la vera essenza delle nostre esistenze.

In questo nuovo modo di concepire la vita, che è, mi rendo conto, come scoprire d'estate l'acqua calda, io farei rientrare un po' tutto, a cominciare dalle mie divergenze non ancora sopite con gli appartenenti al gruppo benemerito del "Tinello Letterario", di cui ho ripubblicato alcuni post relativi al breve periodo in cui collaborai alle sue attività, con l'intento di esorcizzare l'amarezza che mi ha provocato la rottura avvenuta due anni fa, per il fraintendimento di una mia espressione forse non felice, ma che non intendeva offendere nessuno, che fu motivo di incomprensione profonda fra me e loro.

L'apertura non è rivolta solo al passato, ma soprattutto al futuro e riguarda nell'intento l'approfondimento di argomenti che diano ampio spazio al meraviglioso ed al fantastico. L'inizio potrebbe essere rappresentato da "L’uomo che vide Colombre", a me particolarmente caro, come ricordo di altri tempi.

Il gioco delle parti, l'ombra che ci insegue, il doppio che è in noi, esperienze esoteriche che tutti abbiamo provato e ci parlano di tante altre cose che non siamo in grado di vedere o di decifrare, tutto ciò che capita, sotto il motto onnicomprensivo di "Ci sono più stelle in cielo".

Non si tratta di essere razionalisti o no. Si può essere razionalisti e contemporaneamente sensibili alle mutevoli forme del reale, non escludendo che qualcosa possa sfuggire ai nostri sillogismi che "fanno a terra batter l'ali", per elevarci ad una dimensione più grande, senza dogmatismi e chiusure, liberi di leggere o di non leggere quello che si vuole.

Rif. https://it.wikipedia.org/wiki/Mito_della_caverna

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