JACOB, PESCATORE ARZILLO MA UN PO' BRILLO - 2 TRADIMENTI

JACOB, PESCATORE ARZILLO MA UN PO' BRILLO

2 - TRADIMENTI

Jacob non si ricordava di essere stato mai così a corto di beveraggi come quella notte in cui si trovò ad ospitare quella signora altera, non più giovane, ma con uno sguardo d'aquila ed un sorriso sprezzante come non aveva mai visto sul volto di alcuna donna tra le tante con cui aveva avuto a che fare nella sua vita di uomo libero e senza vincoli sentimentali. Aveva sempre preferito incontri casuali e saltuari a rapporti continuativi con strascichi interminabili. Ella rise di un riso duro, quando seppe che era disarmato senza alcoolici. Avevano previsto entrambi una notte di grandi bagordi, di amore sfrenato, di eccessi innominabili, ma sapevano tutt'e due che senza la spinta di un bel po' di alcool, nulla sarebbe stato come loro avrebbero voluto.

Capraia, resti del semaforo (2018)

E sì che la sera era propizia, dolce come non mai: l'onda batteva contro la scogliera con un fragore possente e contenuto, come la forza oscura della passione. L'odore della salsedine, intenso quanto mai, mescolato a quello di torba prodotto dalle alghe putrescenti, acuiva i sensi e li predisponeva a sensazioni inebrianti. Fece di nuovo il giro degli anfratti nei quali di solito teneva nascoste le sue riserve alcooliche, inutilmente. E la donna sembrava impaziente come una puledra, quando sente l'odore dello stallone nelle vicinanze.

E' dura la vita del marinaio, piena di imprevisti, scomoda e sottoposta ad inconvenienti come quelli di quel momento rischiavano di mandare a monte una così bella occasione per colpa di una banale dimenticanza. Oh quanto avrebbe pagato per una bottiglia di whisky o di gin o di vodka e si sarebbe accontentato anche di tequila o aguardiente e simili più facili da reperire là dove viveva lui, a poca distanza da quella gentaglia sempre sbronza e pronta a menar le mani. Guardò al cielo disperato ed ecco che il cielo gli venne incontro. Nella piccola baia una barca con un lumicino nell'osteriggio, apparsa all'improvviso puntava dritta verso il porticciolo artigianale dove già era ormeggiata la vecchia Soledad, la sua fedele compagna di ogni avventura. Di tutte le persone della laguna, l'unica che non avrebbe voluto incontrare quella sera era Giose, che poco dopo fu davanti a lui sul pontile.

Cominciò una trattativa nella quale egli spiegò al nuovo arrivato la situazione e chiese se aveva con sé quanto gli urgeva.

"Ho la bottiglia e sono disposto a cedertela. Tu però devi darmi la donna."
"Sei pazzo."
"Non sono pazzo. E' mia moglie."
"Ti ha lasciato."
"Non è vero, stiamo attraversando un momento di difficoltà e nient'altro."
"Se è qui con me vuol dire che non ti vuole più."
"Sei un vigliacco se approfitti di un momento simile per ferirmi. E' andata via per farmi ingelosire, ecco perché è qui. Altrimenti non sarebbe mai venuta da te."
"Sarà lei a dirlo. Quanto vuoi per la bottiglia?"
"Se pensi che ti darò la bottiglia per farti ubriacare con lei, allora il pazzo sei tu."

Jacob si rigirò e tornò dalla donna che aspettava all'interno della capanna. Giose, sapendo di essere visto dall’interno, si sporse, mettendo ben in vista la bottiglia di whisky.

"Miserabile, l'apostrofò la donna, lasciaci la bottiglia e vattene o vuoi stare a vedere come facciamo l'amore, eh, pervertito?"
"Questa sera qui nessuno farà l'amore. Se volete bere, dovete farmi partecipare alla festa e bevendo possiamo ragionare. Ne ho anche altre, giù nella barca e non ci mancherà l'essenziale, potremo bere fino all'alba."
"Stappa e poi vattene, non sarà con questo ricatto che mi convincerai a tornare da te."

Intanto un buio fitto era calato sull'isola. Jacob aveva il vantaggio della sua libertà, che aveva già altre volte sperimentato con donne disilluse della vita alle quali si era presentato come un rimedio alla tristezza ed i risultati erano stati sempre buoni, se doveva attenersi al fatto che tutte arrivavano tristi e stanche ed andavano via, fresche e giovani con una rinnovata gioia di vivere che le metteva al riparo da altri disastri amorosi. Giose era di natura completamente diversa. Il suo approccio affettivo era di quelli oppressivi, ansiosi, che producono ombrosità e gelosie, ed alla fine uccidono l'amore. Non c'era da meravigliarsi, quindi che Hilde al momento preferisse Jacob, il quale non prometteva niente quindi nemmeno poteva deluderla. Ma Jacob ignorava quanto fosse intercorso tra lei e il marito e francamente non se la sentiva di intromettersi in una lite familiare, cosa che non rientrava nei suoi piani. A quel punto la storia era bella e che conclusa ed a lui toccava trovare un'uscita di sicurezza senza rimetterci la faccia di fronte alla donna, che era di tutt'altro intendimento. Fece quindi la proposta di un incontro a tre in cui si sarebbero messe in chiaro le cose. Magari, alla fine avrebbe potuto trovare il suo tornaconto. Qui, questa sera, è necessario che siamo leali fra di noi, disse Giose, all'interno della capanna in quella che sarebbe stata una lunga notte.

I primi tre bicchieri furono riempiti fino all'orlo del chiaro liquido alcoolico, un whisky scozzese con un forte odore di torba ed i tre bevvero in silenzio.

"Mettere le cose in chiaro, dici, vero?", disse Hilde in tono risentito, "allora perché non dici a Jacob da quanto tempo non facciamo più l'amore?".

La donna afferrò la bottiglia e riempì altri tre bicchieri. Dopo aver bevuto, guardando in faccia i due uomini, li sfidò provocandoli apertamente:

"Jacob, tu mi vuoi?", iniziò, "io sono pronta a venire a letto con te. Può darsi che alla fine mio marito si decida a fare il suo dovere o ad andarsene. Sono stufa di questa condizione. Questa sera voglio essere felice e riacquistare la mia libertà.". Giose era verde di bile:
"Brutta troia, mi hai rovinato la vita". Fece per scagliarsi contro di lei, ma Jacob lo fermò.

Passarono alcuni minuti di silenzio pesante. L'aria dentro la capanna era irrespirabile. I bicchieri furono riempiti e vuotati più volte. La scena non doveva essere molto dissimile da quelle che con ogni probabilità si saranno verificate al tempo nemmeno tanto lontano, in cui le isole erano il rifugio dei pirati, che si riunivano a terra per la spartizione del bottino. Hilde respirava a fatica. Capì di essersi esposta troppo e avrebbe voluto tornare indietro. Jacob si alzò ed uscì fuori della capanna, per respirare aria buona, non avvelenata, lasciando i due insieme da soli. Forse si sarebbero sbranati, oppure abbracciati, non erano fatti suoi. Di lì a poco anche gli altri due uscirono all'aperto, respirando rumorosamente. Un quarto di luna appena sorta occhieggiava sul mare a levante e la pace della natura contrastava con il tumulto dei cuori. Avevano già aperta una seconda bottiglia, ma in realtà nessuno aveva più voglia di bere. Jacob andò a dormire sul suo letto, gli altri due su giacigli improvvisati, ai due lati opposti della stanza. Il mare ora emetteva soltanto un borbottio tranquillo con un leggero ansito, come di respiro trattenuto e ben presto la donna si addormentò.

Non così i due uomini che si sorvegliavano a distanza, Jacob perché voleva vedere cosa facesse Giose, quest'ultimo, era affranto dall'ansia che bloccava il suo respiro e dal profondo abbattimento che gonfiava il suo cuore, ma scrutava nel buio per cogliere il più piccolo movimento che si fosse prodotto nella casa. L'aria si poteva tagliare a fette. Bene o male la notte passò. A Giose sembrò di non essersi addormentato un solo momento. Ricordava però di aver pensato abbastanza a lungo all'enigma di una specie di indovinello che si era impadronito della sua mente, a sua insaputa. C'era una bella parola che non aveva mai sentito prima che ora non ricordava e se ne doleva. Di essa conservava ben nitida la definizione che aveva letto da qualche parte. E' un comportamento - diceva quella definizione - che mettiamo in atto al fine di preservare e magari aumentare l'originario significato di ogni cosa. Se di una cosa abbiamo il significato, se ciò che accade ha un significato, si mette in moto una strategia per proteggere quel poco o tanto che fa parte del nostro patrimonio. Questo ci aiuta in ogni circostanza a trovare la soluzione giusta dei problemi più ardui.

Si alzò a fatica, fiaccato dalla bevuta della sera precedente. La prima cosa che vide fu che il letto di Hilde era vuoto e non vi erano segni che lei ci avesse dormito. Dall'altra parte della stanza, il letto di Jacob era disfatto, ma lui non c'era. Ormai il tradimento era consumato ed egli non sarebbe più stato capace di guardare Hilde senza vedere l'immagine di lei laidamente scomposta tra le braccia di quell'uomo abominevole. D'altro canto, quale altra prova? Non erano sufficienti le parole odiose da lei pronunciate? Vuoi venire a vedere come facciamo l'amore Jacob e io? Lo vuoi proprio vedere? Come mi do a lui e come lui mi prende? Queste parole sferzanti lo colpivano come staffilate e a lui sembrava di non poter più vivere per il dolore, la vergona ed il disonore. Ma cosa gli succedeva? Egli era completamente impazzito. La sua mente sconvolta si stava inventando tutto. Il suono di quelle parole suonava falso. Servivano ad accecarlo con la loro brutalità, ma non erano state mai pronunciate da Hilde. Egli le aveva sentite nel sogno, ma cos'era un sogno? Eppure continuava a rimuginarle nel profondo del suo cuore, che ora sanguinava per una ferita da lui stesso inferta. Ciononostante andò alla barca ed armò il fucile. In quel momento sarebbe stato capace di uccidere entrambi. Anche se per caso fossero innocenti.

Un giorno intero attese vicino alla capanna, seduto su un masso, il fucile al piede. Ma nessuno si vide. I due amanti dovevano aver trovato un rifugio ben più confortevole di quella misera dimora del pescatore. La sua furia belluina si tramutò in un dolore costante, fisso, come quando si è sotto l’effetto di un anestetico. Come una ferita da taglio quando i margini sono ancora vivi ma insensibili. Dopo una settimana senza che nulla accadesse, attraversò il pontile e sciolse la cima che legava Soledad alla bitta e la spinse al largo, con cattiveria. Quando mai fosse tornato, non avrebbe trovato il modo di allontanarsi da lì e lui e la donna infedele sarebbero stati facile preda della sua vendetta. Poi, guardandosi intorno in cerca di qualche segnale che avrebbe potuto trattenerlo ancora, che non venne, a bordo dell'imbarcazione con la quale era arrivato, lasciò quell'isola maledetta. Sperava solo di poter dimenticare, ma sapeva che per lui ciò era impossibile. Raggiunto il suo faro tutto gli sembrò senza senso e senza valore. Sbarcò e si addormentò in un giaciglio vicino al mare che in passato spesso lo aveva ospitato e che ora era nero buio e solo adatto ad accogliere il suo cupo sconforto. Nei giorni successivi, chiuso dentro la torre del faro (e dentro se stesso) ebbe modo di riflettere a lungo sull'amore, sulla vita, per concludere amaramente che il vero amore, quello nel quale lui, sciocco, aveva fino ad allora creduto, l'amore che resiste a tutte le traversie e le tempeste, non esiste. Eppure quando fu più sereno e il suo sguardo riuscì di nuovo a posarsi sul mare senza avvertire la nausea che l'aveva perseguitato nei giorni precedenti, per vedere anzi rivedere, quanto lo spettacolo della natura fosse ancora così grande e bello, maestoso e terribile a seconda dei casi, nella sua sublime indifferenza per le sofferenze degli umani, il suo cuore si riaprì alla speranza.

Jacob si sarebbe presto stancato di lei e Hilde sarebbe tornata, umiliata, alla sua casa in cerca di conforto. Ed egli sarebbe stato lì ad accoglierla, pronto a darle tutto l'appoggio di cui avesse avuto bisogno. Avrebbero pianto insieme, si sarebbero consolati reciprocamente e mentre a parole si sarebbero sforzati di convincersi che non era successo niente, che l'episodio di cui non si vedeva ancora la conclusione sarebbe stato in fretta dimenticato e che loro due si sarebbero voluti bene più di prima, sapeva che in entrambi sarebbe rimasto come un tarlo, il ricordo di quella notte orribile. Anzi sarebbe rimasto come una cicatrice indelebile, che avrebbe, con i suoi bordi induriti, rattrappito per sempre le corde dei loro cuori. Si faceva un esame di coscienza e si chiedeva: era stato lui, con un qualche suo comportamento a far sì che le cose andassero come erano andate, oppure qualcosa era intervenuto tra di loro che li aveva cambiati? Ed allora dal fondo della sua coscienza riemergeva quel lontano episodio di quando Marina comparve sull'isola e generò una feroce lotta fratricida tra lui e Jaocb. Ma allora egli non era ancora sposato. Quante volte Marina era ricomparsa, nella realtà o nei suoi sogni! E ora lui non sapeva distinguere quello che era realmente avvenuto da quello che era frutto della sua mente o che era accaduto in sogno (il sogno ha una sua realtà) o magari chissà in un altro mondo, in un'altra vita?

Marina un giorno gli aveva detto che pensava a lui come a una brava persona. Significava questo qualcosa? Anche lui pensava spesso a Marina ma non come una brava persona e basta. Marina era il sogno, Marina era la realtà, Marina impersonava la felicità ed egli mai aveva sofferto per il fatto di amare Marina segretamente e non poterla amare alla luce del sole. Certo, se anche solo avesse potuto immaginare che anche lei lo amava segretamente e chissà forse un poco anche palesemente, la sua felicità sarebbe stata maggiore. Ma anche così si accontentava. Le gioie più preziose sono a volte le più semplici. Pensava che chiunque conoscesse Marina, anche poco, era comunque una persona fortunata. Le donne in ogni parte del mondo ed in ogni epoca erano state assoggettate ad una volontà fuori da loro stesse, violentate, sottoposte a sevizie e prepotenze. Ma Marina rappresentava l'assoluta indipendenza da tutti e da tutto. E le riscattava tutte quante da quel passato di sopraffazione.

Era questo l'amore? Forse che Hilde aveva letto questo nella sua mente e si era sentita tradita? Perché fuggire? Perché lasciarlo? E con chi poi? Con un rifiuto dell'umanità. Un uomo senza cuore. Mentre lui di cuore ne aveva anche troppo. Per colpa del suo cuore troppo tenero, non stava forse vaneggiando un suo ritorno che non sarebbe mai avvenuto? Forse Hilde era una seconda Marina, ancora in bozzolo, pronta a diventare farfalla. Forse tutte le donne sono destinate a diventare come Marina ed allora il mondo sarebbe molto diverso. Nella sua piccola isola il faro si era spento una notte e non si sarebbe riacceso mai più. A metà della notte, Hilde si era svegliata ed aveva teso l'orecchio ai rumori della notte. Niente, c'era solo il mare che ora sembrava battere con maggior forza sulla scogliera ed a tratti, tra una bordata e l'altra, mescolato col risucchio della risacca, sentiva il respiro aspro degli uomini che dormivano sonni agitati.

Attese qualche minuto durante i quali trattenendo il respiro, sentì il suo cuore che batteva con irregolarità nel suo petto ed ebbe paura. Perchè era lì? E i due uomini che ci facevano? Al momento nessuno dei due sembrava interessarsi a lei. Le cose stavano veramente a questo punto? Si alzò piano piano cercando di non fare rumore e sgattaiolò fuori della stanza. Il buio della notte l'avvolse. La luna forse era coperta: non poteva essere già tramontata. Si diresse alla spiaggetta sabbiosa, incastrata tra due bracci di rocce e rimase in attesa. Non sapeva più quello che doveva fare. Se fosse stato possibile, sarebbe scomparsa volentieri. La laguna era tranquilla. La massa scura dell'isola davanti a lei non sembrava poi così distante e avrebbe potuto attraversarla a nuoto. Ma anche se non ce l'avesse fatta, che importanza aveva? Forse quella era la maniera migliore di scomparire e farla finita. Al diavolo gli uomini, che avevano una vita per conto loro e che alla fin fine non ne avrebbero sofferto granché. Jacob con il suo mito della libertà, che non si legava a nessuno e quel rammollito di Giose che avrebbe pianto lacrime di coccodrillo, ma l'avrebbe presto dimenticata.

Mentre entrava in acqua, sciabordando leggera avvertiva la sostanza liquida come una presenza ostile a causa del buio che non facendole vedere niente davanti a sé, le incuteva un certo timore e la sua mente si soffermò a pensare. Ma quanto sono stata ingrata! Giose un rammollito? Significava forse essere un rammollito mantenere fede ad una promessa? E con quanta insistenza aveva cercato di tenerla! E la forza delle sue idee, il carattere dolce, le parole che sapeva trovare in ogni occasione per placare il suo spirito irrequieto, quando lei, in preda alla disperazione, voleva distruggere tutto e far finire un sogno che forse non era stato di tutti e due? E quante volte si era dimostrato forte e fermo nelle sue decisioni e coraggioso (sì proprio così: coraggioso) tutte le volte che lei si era cacciata in qualche guaio. Ciononostante continuò ad immergersi. Quella notte avrebbe messo alla prova il suo di carattere e alla malora tutto il resto! Giunta che fu in mare aperto, aumentò il vigore che metteva in ogni bracciata; aveva fretta non di giungere (dove? del resto), ma di allontanarsi, mettere quanta più distanza tra sé e la sua vita precedente, ora lo aveva capito, non tra sé e i due uomini, ma tra sé e quel che restava dell'altra Hilde che si lasciava alle spalle.

Jacob dormendo si agitava. Aveva un sonno pesante ed un incubo lo perseguitava ricorrendo in continuazione nel suo sogno. Era un brutto presentimento che affiorava dalla sua coscienza onirica. Voleva a tutti costi svegliarsi e alla fine ci riuscì. Vide subito anche al buio che il giaciglio della donna era vuoto. Il suo incubo stava per verificarsi. Vide Giose che dormiva stralunato nel suo letto e ne ebbe pietà. Corse all'aperto e si guardò intorno: della donna nessuna traccia. Alla spiaggetta trovò, buttato nella sabbia, un fazzoletto intriso di umidità che non veniva dal mare. Forse la sciagurata, prima di buttarsi in acqua, aveva pianto e lasciato lì quel segnale, forse voleva essere salvata. Tornato di sopra, corse al pontile e dopo pochi minuti Soledad gonfiava la sua triste vela notturna, scura come la notte alla quale andava incontro. Non fu facile trovarla; la barca percorse a zig-zag più volte le acque della laguna, fino a quando un flebile lamento che a tratti affiorava dal riflusso della deriva, gli permise di individuare dov'era e trarla a bordo con fatica, come quando la pesca era stata abbondante ed egli doveva impiegare tutte le sue risorse per depositarla sul fondo della barca.

Si fermò un attimo a rimirarla e la luna, uscita di tra le nuvole, gli facilitò il compito: sì era bella, il corpo disteso, abbandonato, il volto languido, le braccia inerti, sembrava svenuta per la stanchezza, ma non aveva ingurgitato acqua, respirava regolarmente. Quindi si tranquillizzò. Avrebbe aspettato che si svegliasse per decidere il da farsi. La tentazione di posare un bacio lieve sulle sue labbra procaci, benché al momento, esangui, egli la represse a fatica. Non era quel genere di uomo. Se mai avesse ancora voluto baciarla, al momento del suo risveglio, l'avrebbe fatto con lei pienamente cosciente e consenziente. Al suo risveglio Hilde sembrò meravigliata di trovarsi in barca con lui, ma fu assolutamente irremovibile: voleva che egli l'accompagnasse fino al porticciolo della vicina isola La Salvadora e lì la lasciasse. Sarebbe venuta una sua amica prenderla per portarla a casa sua. Così egli fece ed al primo chiarir dell'alba era già di ritorno sul pontile ad ormeggiare Soledad.

Ma non tornò nella capanna. Voleva che andasse via Giose prima di rientrare. Non voleva discutere con lui gli avvenimenti della notte e d'altro canto, aveva promesso a Hilde di tener segreta la sua fuga. Si ritirò in una baracca, a poca distanza da lì, che usava per rimettere le reti, ancore, boe ed altri attrezzi per la pesca e si accinse ad una attesa, che non sapeva per quanto tempo si sarebbe protratta. La baracca era in posizione sopraelevata rispetto alla capanna e da lì Jacob poteva osservare ogni mossa di Giose. Non poteva però vedere cosa accadesse sul pontile. Per cui non si rese conto di quando, qualche giorno dopo, egli sciolse la sua barca e se ne andò lasciandolo privo dell'unico mezzo che aveva per lasciare l'isola. Che poi isola non era perché collegata alla terraferma tramite un istmo percorso da una strada. Se ne accorse quando non resistendo per l'impazienza, scese finalmente fino al pontile e si rese conto dell'accaduto. Attese che l'ira gli passasse prima di prendere qualsiasi decisione in merito a come fare per uscire dalla quella non simpatica situazione.

Per prima cosa riordinò la capanna e fece scomparire ogni traccia della passata presenza di quei due. La barca ormai era andata e difficilmente l'avrebbe ritrovata. La corrente l'aveva spinta fuori della laguna ed ora si trovava alla deriva chissà in quale parte di quel mare così vasto e pieno di insenature. Poteva anche darsi che si fosse arenata su qualche spiaggia non lontano da lì, ma come faceva a saperlo? L'unica era prendere la via dell'interno, attraversare l'istmo e poi affidarsi alla fortuna. La fortuna che non l'aveva mai abbandonato fino ad allora, questa volta sarebbe stata disposta a fare altrettanto? Erano passati sei mesi da quando Hilde era andata via. Giose era convinto che stesse con Jacob e disperava ormai che potesse tornare sui suoi passi e ricreare la situazione che c'era prima che quella brutta storia avesse inizio. E non era certo la migliore delle situazioni quella nella quale erano vissuti negli ultimi tempi della loro vita in comune. Ciononostante egli sarebbe tornato volentieri indietro. Si interrogava spesso sul significato dell'amore e non sapeva darsi una risposta soddisfacente. Hilde l'aveva mai amato veramente? E se sì, da quando aveva cominciato ad allontanarsi da lui senza che egli se ne accorgesse? E se se ne fosse accorto, avrebbe potuto fare qualcosa perché non finisse così? Tutte domande che rimanevano senza risposta.

Il tipo di vita che le aveva offerto non era certo tra i più allettanti e lui era consapevole del fatto che specie adesso che si sentiva svuotato dei suoi sentimenti migliori, difficilmente sarebbe riuscito a trattenere una donna presso di sé e sapeva che con il solo sesso, l'amore non reggeva l'impalcatura di una vita. Aveva mai avuto dentro di sé tanto sentimento da riempire la vita della sua donna? Se lo chiedeva con disperazione, perché quello che era successo non sarebbe mai dovuto accadere. Attribuiva al ruolo svolto nella vicenda da Jacob scarsa importanza, perché quell'uomo non era certo migliore di lui. Aveva forse delle doti che lui non aveva, ma credeva veramente di poter far ridere di felicità Hilde per una vita intera, senza stancarsi e senza che lei se ne stancasse, semplicemente così con le sue nullaggini, come se fosse un mago capace di tirar fuori dal cappello ogni sera un maggior numero di conigli? No certamente. Jacob si era semplicemente approfittato di una situazione favorevole, di debolezza della donna e senza alcuno scrupolo aveva rovinato una famiglia per il suo egoistico tornaconto. A parti invertite, egli sarebbe stato capace di fare lo stesso? Avrebbe riflettuto molto sulle conseguenze e rinunciato, perché la vita di ogni uomo è intoccabile. Non si può per un capriccio di una notte, o di un anno, buttare nella disperazione un uomo di buoni principi come lui. A meno che non fosse stata Hilde stessa a chiederlo. Per uscire fuori da un cerchio nel quale forse si sentiva rinchiusa, senza prospettive di aperture future verso una vita diversa. Ma in quel caso, allora, era con lei che se la doveva prendere; era lei che aveva tradito il patto di fedeltà con il suo uomo. Era lei la creatura esecrabile che avrebbe dovuto odiare per tutta la vita.

Per quanto facesse, non riusciva ad odiarla. Ma Hilde, la povera Hilde, che fine aveva fatto? Solo Jacob sapeva che era andata su quell'isola, perché ce l'aveva accompagnata, ma da quella notte egli non aveva più parlato con Giose. Ed ora Jacob aveva lasciato la laguna ed iniziato una nuova vita. A meno che non si fosse fatta viva da sé, nessuno avrebbe più saputo nulla di lei. Erano le otto del mattino, quando Hilde si trovò sola col cuore colmo di disperazione sul porto di La Salvadora, vestita in modo approssimativo, aveva passato la notte in mare, cercando di raggiungere la costa a nuoto, ma poi era stata ripescata dalla barca di Jacob e portata lì. Aveva dovuto inventare una scusa per farsi lasciare dall'uomo che, benché ben disposto verso di lei, nulla aveva capito delle sue esigenze. Tra tutte le persone che incontrò e che la guardavano in tralice, riconobbe una donna che si rese subito conto della sua condizione disperata e la prese con sé, la portò a casa sua e le dette da rifocillarsi, senza chiederle niente. Sprofondò in un sonno pesante che durò diversi giorni e la donna non la lasciò un momento sola. Quando infine riemerse dalle nebbie del lungo sonno, capì che la sua vita era ormai cambiata e non sarebbe mai tornata a quella precedente. La donna era una prostituta ormai a riposo per via dell'età; aveva fatto tante di quelle esperienze che ora la vita le sembrava un miracolo meraviglioso. Anziché accumulare cinismo, lei aveva sviluppato un'umanità sorprendente e con i pochi soldi che aveva messo da parte provvedeva a sé e dava una mano a chi ne aveva bisogno, senza che ciò comportasse da parte sua un'ammissione esplicita che quanto faceva dovesse andare a compensare la vita dissoluta che aveva in precedenza trascorso. Conosceva ogni piega del contorto animo umano e le piaghe che affliggono soprattutto coloro che vivono nella povertà e nella miseria, per questo si era riproposta di aiutare le persone delle condizioni inferiori, sapendo di quanti torti esse fossero vittime.

Nell'animo di Hilde non riscontrò nulla di malvagio. Anzi vide le qualità che aveva e si adoperò per metterle a frutto. Hilde rinacque vergine si può dire, perché riscoprì la dolcezza di un trattamento che un tempo era stato quello di sua madre. Gli uomini che avevano avuto il dominio sul suo corpo avevano distrutto quanto di buono era in lei ed ora ella si rivedeva fanciulla come non era mai stata. Sposata a Giose contro la sua volontà, era stata solo strumento dei sogni utopistici di un uomo che diceva di amarla, ma passava giornate intere sulla torre del faro a cercare tra le sue cianfrusaglie e le sue stelle il senso della vita che gli sfuggiva ed era per questo ombroso ed irritabile. La notte, a letto, sfogava su di lei tutte le sue insoddisfazioni con una rabbia che egli scambiava per foga amorosa. Penetrava il suo corpo senza minimamente avvicinarsi alla sua anima e questo la lasciava desolata. Al limite di non poterne più. Jacob al contrario appariva ai suoi occhi come il vero uomo, libero da remore inconsistenti, appassionato di tutto, non legato a niente e in lui aveva individuato l'uomo adatto a farla uscire dalla sua disperazione, senza che ciò comportasse la nascita di un nuovo vincolo asfissiante. Jacob dal canto suo, era da tempo che, attraverso frasi e sguardi allusivi, aveva cercato di farle capire che egli avrebbe potuto proporsi come riparatore di quella condizione di desolazione in cui il marito la lasciava. Il tutto segretamente, mediante qualche piccola trasgressione, senza conseguenze se non la liberazione spirituale di lei.

Ma Hilde conosceva Jacob come egli non immaginava e sapeva che anche lui, nonostante la baldanza apparente, era perso nelle sue speculazioni solitarie ed aveva montato su una sorta di finta filosofia buona solo a soddisfare desideri immediati, per puri fini egoistici suoi. Lei che aveva un animo che si espandeva ogni giorno di più, inglobando il sole e le stelle nella sua piccola dimensione di persona viva, ricca di umanità che non trovava riscontro negli altri, sentiva di soffocare e di morire. Se non la fuga, almeno la morte avrebbe posto termine al suo dolore, nel disperato tentativo di attraversare la laguna a nuoto. Gli uomini, con le loro filosofie, credono di capire la vita e l'amore e non capiscono che per fare ciò debbono passare non solo per il corpo delle donne, ma soprattutto accarezzare il loro spirito. Cosa ne potevano sapere gli uomini dell'abisso profondo del suo animo, delle congiunzioni astrali del suo corpo, l'influenza dei cicli lunari, e della periodicità delle maree?

"Che poi si sa come vanno queste cose", rimuginava dentro di sé Jacob, quando rifletteva, cosa che faceva sempre più spesso, sulle donne, sull'amore e sulle incomprensioni che sempre ci sono fra uomini e donne. Con la saggezza che credeva di aver acquisito con l'età, si meravigliava di quanto la vita avrebbe potuto essere bella se non ci fossero state complicazioni inutili e fastidiose create soprattutto dalle donne che non sono mai contente. E di quanto potrebbe ancora adesso esserla a dispetto dell'età che cominciava a pesargli, anche se non voleva ammetterlo. L'amore per lui era quasi solo sesso e sotto questo punto di vista sapeva di essere in regola, perché nessuna donna si era mai lamentata delle sue prestazioni che sotto l'aspetto fisico, erano pienamente appaganti. Sapeva che Giose era molto diverso da lui conoscendo soltanto un poco il suo carattere, non le altre implicazioni che facevano di lui un uomo problematico. Ciononostante era certo che anche Giose avesse le sue carte da giocare, ogni volta che incontrava una donna, solo che questa volta, con la sua donna, quella che aveva scelto come compagna della vita, era stato più che accondiscendente e le aveva permesso molte cose pur di vederla felice non riuscendoci tuttavia completamente. "E allora", si diceva, "se con il sesso il problema non si risolve, cosa bisogna fare perché una donna sia felice? Un amore senza sesso? No, è impensabile. Metà sesso e metà moine? Sì, ma può non bastare".

Queste le sue idee sull'amore che comunque restava la ragione principale della sua vita e a lui sembravano, quelle idee le più avanzate possibili, frutto di una saggezza che egli sapeva di avere acquisito con l'età e l'esperienza. Se quella sera nella capanna, invece di ubriacarsi e farsi salire il sangue agli occhi, come indemoniati, tutti e tre si fossero impegnati a dare una risposta a questi quesiti che, ora vedeva, erano fondamentali e la cui soluzione avrebbe sicuramente data una svolta diversa all'andamento della serata, ora le cose non starebbero come stavano. Lui confinato fuori della laguna, Giose chiuso nella sua torre d'avorio, Hilde scomparsa chissà dove, sì perché si era convinto che quella di La Salvadora doveva essere stata solo la prima tappa di un viaggio ben più lungo per quella donna incomprensibile che aveva deciso di essere padrona del suo destino. Con tutta probabilità si sarebbe potuto sentire la voce di lei che senza esitazione affermava il suo punto di vista che avrebbe potuto essere diverso da quello di Giose e dal suo. Fino alla rottura definitiva, ma anche forse fino ad una riconciliazione totale su nuove basi e con buona pace per tutti. E grande sarebbe stata la sorpresa dei due uomini se lei avesse detto, per esempio, cosa molto probabile, che del sesso poteva fare a meno, che i piaceri della vita in comune non erano solo quelli sessuali. Come se queste cose Jacob non le avesse già sentite, e temute, la sua mente si affannava a trovare un equilibrio in quel guazzabuglio di false credenze.

Ma se sono le donne le prime a dir male degli uomini quando non sono abbastanza virili! La sua mente si smarriva in questi ragionamenti, ma a liberarlo almeno momentaneamente da questa ambascia, intervenne improvviso il ricordo di Soledad. La sua barca perduta. Doveva ritrovare la sua barca. Troppo facilmente si era rassegnato alla sua perdita ed ora si doleva del tempo trascorso nel non fare niente, in maniera che ogni giorno di più passato nell'inedia, aveva sicuramente aumentato le probabilità di non rivederla mai. Effettivamente il lavoro che ora svolgeva lo metteva in contatto con molte persone, alcune delle quali erano intermediari di boss della malavita e veri e propri pirati. Col carattere che aveva, fece subito amicizia con alcuni personaggi che si vantavano di sapere tutto quello che avveniva nell'ambito di un vasto territorio che includeva anche la laguna dalla quale era venuto Jacob. Ad essi raccontò alcune delle sue disavventure e le circostanze in cui si era verificata la scomparsa della sua barca. Un certo Mac si disse sicuro di poterla ritrovare e promise a Jab (questo il nome col quale si faceva chiamare ora) di fargli avere presto notizie di essa.

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