JACOB, PESCATORE ARZILLO MA UN PO' BRILLO - 3 WHEN

JACOB, PESCATORE ARZILLO MA UN PO' BRILLO

3 - WHEN

3. 1

Periodicamente, nelle isole della Laguna, scoppiava una guerra endemica tra una parte della popolazione composta da poveri contadini, pescatori e nullatenenti, che costituivano la maggioranza del paese, ed una minoranza di notabili delle isole, ricchi proprietari e borghesi.

Questa minoranza, che rappresentava la parte più progredita del paese, era quella che da sempre deteneva il potere politico mediante una dittatura che imponeva provvedimenti a favore dei ricchi per aumentare la loro ricchezze a scapito dei poveri che, non avendo accesso al potere, diventavano sempre più poveri. Di solito queste rivolte venivano soffocate nel sangue e la vita riprendeva come prima. Nel periodo in cui si verificavano gli avvenimenti che sto raccontando, la guerriglia si era riaccesa con maggior vigore che in passato. Il giorno in cui fu fatto saltare l'istmo de La Victoria, quella che fino ad allora era stata chiamata impropriamente un'isola, divenne effettivamente tale, in quanto si interruppe il canale di comunicazione che il promontorio aveva con la terraferma. Non si sa se la cosa avvenne ad opera dei rivoluzionari che si erano là rifugiati per la loro difesa o delle truppe fedeli al regime per impedire che fuggissero o facessero incursioni nei paesi vicini.

Soledad (Galway, IE - 2017)

Jab era in servizio alla stazione del gruppo di costruzioni che la società che lo aveva assunto stava costruendo nel vicino bacino di ancoraggio per grosse navi, che sarebbe stato ultimato prima dell'anno. Mac da poco gli aveva fatto sapere che in un certo luogo era stata individuata un'imbarcazione che rispondeva alla descrizione da lui fatta di Soledad, arenata in una zona fuori del loro campo di azione e che l'incarico di recuperare la stessa era stata demandata ad un gruppo a loro vicino che aveva la propria base proprio là. Non passò molto che una notte qualcuno bussò alla porta di Jab e, affacciatosi, questi vide un uomo che cercava di entrare, rimanendo nascosto nell’ombra.

- Svelto, apri; so dove si trova la tua barca. - Jab al buio, prese una mazza da baseball ed aprì uno spiraglio nella porta.
- Chi sei? gli chiese e chi ti manda?
- Il mio nome non conta. Mi manda Mac. Vuoi sapere dov'è la tua barca? Allora fammi entrare e poche chiacchiere.

Il tipo gli indicò il punto preciso della costa dove la barca si era arenata, ma gli disse che al momento non era possibile andare a prenderla, perché la zona era presidiata dai militari. Mac conosceva uno di essi ed era d'accordo con lui per andare a prenderla un giorno che era di turno. La cosa si sarebbe risolta al più presto. In compenso Mac chiedeva a lui Jab, di lasciare aperta la porta dei locali sotto la sua sorveglianza, una notte che egli avrebbe indicato, in cui qualcuno sarebbe venuto a ritirare qualcosa. Jab capì che le cose si stavano mettendo male.

- Riferisci a Mac che lasciasse perdere. Una di queste notti andrò io a riprendermi la barca, ma non posso fare quello che mi chiede.
- E tu pensi che Mac te lo permetterebbe? Sei un ingenuo. Mac non fa nulla per nulla. Ti abbiamo indicato il posto, ma se non fai come dice lui, puoi scordarti la barca e puoi anche scomparire perché non sarai più al sicuro. - Jab lo cacciò via, agitando la mazza che aveva tenuta nascosta dietro la schiena.
- Come ti permetti di minacciarmi?
- Riferisci al tuo padrone che non ho bisogno del suo aiuto.

Un attimo dopo l'emissario era sparito. Il giorno dopo, per tempo, Jab (ora questo nome piaceva anche a lui), andò a licenziarsi dal suo datore di lavoro, intascò la liquidazione e si incamminò verso il punto che gli aveva indicato il malvivente. Non gli fu difficile trovarlo e dopo un'accurata perlustrazione della zona, vide il relitto della sua barca. Era danneggiata ma poteva ancora tenere il mare. Della presenza di militari, nessuna traccia. Così, spinse la barca in acqua e partì, pur avvertendo una forte ansia e somma incertezza; la barca avanzava nel mare alzando solo uno straccio di vela, perché il resto era inservibile.

Dalla riva alcuni spari illuminarono il vicino tratto di costa. Egli si adagiò sul fondo e sentì dei proiettili passare sopra di lui, nell'aria. Si ripromise di liquidare il conto con Mac in un secondo momento. Ora doveva risolvere altri importanti problemi.

3. 2

Nulla più era come prima. La sua isola devastata dalla guerra civile, era irriconoscibile. La sua capanna bruciata, la baracca devastata, il pontile ridotto in pezzi. Al momento però non c'era movimento di truppe o di gruppi armati e le armi tacevano. Si sedette sulla sponda di quella spiaggetta dalla quale era partita a nuoto Hilde, quella ormai lontana notte in cui molti destini si determinarono ed il ricordo di quelle ultime ore "normali" delle loro vite, che di lì a poco si sarebbero completamente stravolte, all'insaputa dei protagonisti, gli occupò totalmente i sensi

Egli doveva ricomporre quel puzzle impazzito, alla cui rottura aveva contribuito non poco. Doveva riallacciare le relazioni preesistenti; erano in fondo l'unica cosa che gli rimaneva. Ecco allora che, fatte le riparazioni più necessarie alla barca per metterla in sicurezza, pochi giorni dopo diresse la prua davanti a sé puntando sull'isola de La Salvadora, nella speranza di ritrovare Hilde, balzata all'improvviso al primo posto tra i protagonisti di questa storia, al punto che, pensava Jacob, solo lei forse avrebbe potuto ricucire le ferite e lenire il dolore dei loro poveri spiriti martoriati.

Sull'isola nessuno si ricordava di una donna bionda, giovane e bella sbarcata lì una mattina in condizioni da fare pietà, vittima di un naufragio di cui non si aveva memoria.

- Aspetta, gli disse alfine una donna, - parli della ragazza raccolta in mare una notte da un pescatore sconosciuto di La Victoria che dopo averla salvata la lasciò però sola al molo e se ne andò via? Che razza di uomo è quello che lascia una donna seminuda e sola sul molo di un'isola che lei non conosce e se ne va come se nulla fosse? Riesci ad immaginarlo? Che essere privo di qualsiasi umanità!
- Sì parlo proprio di lei e quell'uomo senza cuore sono io. Dimmi dove posso trovarla? - La donna ristette, ma certo sapeva.
- E' tardi ormai per qualsiasi cosa. Lei è stata qui ed è partita. Nessuno sa dove possa trovarsi. Era un angelo e ci ha lasciati. Una notte, all'improvviso.
- Ma è viva? chiese Jacob ansiosamente.
- Come faccio a dirlo? Lei non era contenta e se ne è andata. Nessuno l'ha più vista o saputo qualcosa di lei - Jacob abbracciò la donna con le lacrime agli occhi.
- Se lo sai, dimmelo, per pietà. Ho bisogno di lei per la pace della mia anima - La donna lo guardò da sotto in su, commossa.
- Se lo sapessi te l'avrei già detto. E' chiaro che non sei più quello di allora. Io stessa farei qualunque cosa pur di saperlo e aiutarla.
- Buona fortuna.

Né migliore fortuna lo attese quando, facendo violenza alla sua volontà, si recò al faro in cerca di Giose, non si sa mai fosse andata da lui o comunque lui avesse notizia di lei. Giose era un uomo distrutto. Sembrava invecchiato precipitosamente. Aveva una barba lunga e bianca e stentò a riconoscere la persona che aveva davanti.

- Sono Jacob - gli disse avendo intercettato i segni della sua esitazione - e sono qui per aiutarti.
- Vattene - gli rispose dando così a vedere di aver centrato il soggetto; poi guardandosi intorno come in cerca di un'arma fece per dargli addosso, ma Jacob lo scansò facilmente.
- Non sono qui per litigare - ripetette - stai buono e parliamo.

L'altro rimase così, torvo in viso, lo sguardo perso verso terra, come sospeso a mezz'aria, incerto se cedere o insistere nel non volerlo ascoltare. Jacob non appena vide che non aveva più intenzioni violente, almeno immediate, avvicinò una sedia a lui e ne prese una per sé come fosse a casa sua. Entrambi sedettero.

- Siamo vecchi, Gios, e non possiamo seguitare a portarci rancore. Sono successe molte cose ed ormai l'odio che corre tra noi non ha più ragione di esistere. - Jab aspettò un poco perché l'altro parlasse.
- Come puoi dire così tu, dopo avermi rovinato la vita. Tu che mi hai rubato la moglie, tolto la pace, un uomo esecrabile che vorrei non aver mai conosciuto...
- Non è vero - interruppe Jab - non ti ho rubato un bel niente ed è ora che tu sappia che io tua moglie non l'ho mai toccata. Venne da me perché voleva andarsene e mi chiese aiuto - poi tornò alla carica sicuro che questa volta Gios lo avrebbe ascoltato - ma non l'ho mai toccata!
- Siete partiti insieme...
- L'ho soltanto aiutata a raggiungere La Salvadora dove mi disse che aveva un'amica alla quale avrebbe chiesto ospitalità. Niente di più, te lo giuro.

Ora Gios sembrava veramente affranto. Lacrime gli scorrevano sul viso vecchio, disperdendosi nella barba, da dove poi colavano sul suo petto. Non proprio un bello spettacolo. Da un lato era sollevato perché sapeva che lei non era mai stata di Jab, dall'altro era sbalordito, non capiva perché...

- Io che ho perso il lavoro per lei. Io che l'ho aspettata per tutto questo tempo, disposto a riprenderla qualunque cosa avesse fatto. Che mi sono ridotto a coltivar patate e pomodori per sopravvivere...

Il Faro in realtà era stato disattivato dai partigiani asserragliati nell'isola, ma egli non voleva più saperne per via dei troppi ricordi che aveva accumulato là dentro e della disperazione di quando si era chiuso nella torre deciso di farla finita.

- Ti ricordi del tempo in cui tutt'e due eravamo su questa isola ed io ti ho dato ospitalità, insegnandoti un mestiere? E tu come mi hai ripagato? Se tu non fossi stato mio ospite, Marina sarebbe stata mia. Ti ricordi di Marina e di come l'hai allontanata da me?
- Non parliamo di Marina. ella è al di sopra di tutto questo ed in ogni caso è un capitolo chiuso, ne abbiamo già parlato.
- Dici così perché sai che ormai non è più tra noi, ma Marina sì che conosceva l'amore! Lei avrebbe potuto insegnare a ciascuno di noi come fare a correggere la nostra idea dell'amore secondo il suo modello che era perfetto. Ma tu hai precipitato tutto e lei se n'è andata.
- Pensaci, Jab, tutte le donne che abbiamo amato sono andate via per colpa tua.

Jab ora guardava fuori della finestra. Imbruniva ed alcuni spari risuonarono sulla collina, seguiti da una raffica prolungata di mitra. Il suo pensiero tornò ad una sera in cui giovanissimo si trovò ad affrontare una situazione più grande di lui e prese la decisione sbagliata. All'epoca aveva conosciuto una ragazza, Rafaela, figlia di un pescatore dell'altra parte dell'isola. Il padre della ragazza aveva proibito alla figlia di intrattenere una relazione con lui perché Jab non aveva a quel tempo alcun mestiere, ma la ragazza aveva trasgredito all'ordine e continuato a vederlo.

- Sono incinta, disse un giorno la ragazza a Jab, mentre il padre informato di quanto accaduto lo cercava con il fucile.

Le parole della ragazza giunsero alle orecchie del ragazzo insieme al rumore del primo sparo di quel fucile. Jab fuggì e riuscì per quella notte a non farsi prendere. Dormì in una grotta a picco sul mare, con la testa piena della rivelazione appena ricevuta e del rombo delle onde che si frangevano contro la scogliera. Il mattino dopo partì senza nemmeno rivedere la ragazza, che, segregata in casa, stava affrontando il periodo più brutto della sua vita.

- Tornerà - le diceva sua madre per consolarla - vedrai che tornerà. Non potrà fare a meno di venire a conoscere suo figlio o sua figlia. E quando sarà qui farà il suo dovere di padre.

Invece non era mai tornato, non aveva più rivisto Rafaela e non conosceva sua figlia. Perché quel ricordo, che era una macchia sulla sua coscienza e che l'aveva tormentato per tanto tempo tornava ora a farsi vivo, in una circostanza in cui egli stava facendo di tutto per riparare ad alcuni guasti della sua vita? Non era forse quello il guasto più grande, quello che avrebbe dovuto farlo perdere per sempre e lasciarlo preda dell'angoscia fino alla disperazione?

- Addio Jos ci vedremo all'inferno - disse, andandosene che era già notte.

Ripassando dalla parte della collina, là dove si erano sentite raffiche di mitra, su trovò di fronte allo spettacolo desolante di decine di corpi ammassati ai margini della strada. Erano tutti ragazzi giovanissimi. Tra essi avrebbe potuto esserci un suo nipote del quale non aveva saputo mai niente. Chi era lui? Jacob era mai esistito? Nella loro breve esistenza quei ragazzi avevano vissuto più intensamente la loro vita che non lui nella sua. Sentì un rumore alle sue spalle e si girò.

- Credevi che ti lasciassi andare senza pagare pegno? Era la voce sgradevole di Mac che lo apostrofava dall'altro lato della strada, impugnando una pistola.
- Senti per favore - rispose Jab con voce stanca - io non ho fatto niente contro di te, lasciami andare.
- Tu pensavi che si potesse dire di no ad uno come me. E gli altri, allora, che farebbero? Dove finirebbe la mia autorità?
- Lascerò l'isola e non sentirai più parlare di me.
- Mi dispiace, non è così semplice. Se volessi potrei farti fucilare dai miei amici governativi; basterebbe che ti denunciassi come golpista tornato sull'isola per partecipare alla rivolta. Ma preferisco occuparmene io.

Fece una breve pausa poi si sentì uno sparo.

- Questo vigliacco era venuto a minacciare anche me - disse Jos uscendo all'improvviso da una siepe, Mac era a terra, immobile - voleva che accendessi il faro per segnalare la rotta ai governativi che aspettano per sbarcare in forze e soffocare la rivolta. Ma ora non potrà più fare danni.

Jab ascoltava con le spalle cadenti. Jos aveva ripreso un poco dell'antico fuoco, mentre lui si sentiva svuotato. Voleva che tutto cessasse. Era stanco di ogni cosa, anche di pensare all'amore, alle donne delle quali si era illuso di conoscere i segreti, mentre ora si rendeva conto di non aver mai capito abbastanza. Gli era però gradito pensare a loro, a tutte le donne della sua vita, anche se di ognuna si sentiva figlio, un figlio scapestrato e perso. Diversissime tra di loro, tutte gli avevano insegnato qualcosa e facendo la somma di tutte le cose che aveva imparato, poteva dire di aver fatto un corso completo di amore, la materia che più gli piaceva. Con quale profitto era ancora da vedere. Doveva ancora superare l'esame finale per sapere se sarebbe stato promosso o bocciato. Pensò ancora una volta a Marina e sorrise. Lei sì che sarebbe stata un buon giudice, una che sapeva di lui e comprendeva le sue debolezze. Avrebbe accettato chissà quando, chissà dove, di presiedere la commissione di esame appositamente convocata per decidere la sua sorte di uomo.

E sarebbe stata clemente, donando pace al suo cuore. E' ora di andare, disse Jos. Qui non abbiamo più niente da fare.

3. 3

Un vecchio Jacob sobrio come non mai, bussò a tutte le porte del paesino Del Sacramento, dove aveva conosciuto Rafaela più di quaranta anni prima. La cosa che più desiderava al mondo era conoscere sua figlia e dopo si sarebbe sacrificato volentieri per una causa, una qualunque purché avesse il magico potere di mettere in ordine le sue idee che da quando era iniziata quest'ultima avventura dei messaggi in bottiglia, si erano ingarbugliate sempre di più. Di Rafaela ce n'erano molte, di tutte le età ed egli allora dovette ripercorrere il calvario della sua storia, che poi era simile a tante altre nel paese. Andò a parlare al parroco del posto che era abbastanza anziano da poter essere a conoscenza di quella vicenda lontana e desideroso di contribuire a rendere felice un uomo che voleva alleggerirsi del pesante fardello di un passato abominevole. Don Alfonso era al corrente di storie come quella avvenuta molto tempo prima.

Con l'aiuto del registro dei battesimi, tenuto dai suoi predecessori, riuscì ad individuare il caso di una Albertina nata trentotto anni prima da lda Rafaela Scalzon, che all'epoca ne aveva diciotto e da padre sconosciuto. La bimba era stata allevata dai genitori di lei, una famiglia di poveri pescatori, assidui frequentatori della chiesa e brava gente all'antica, mentre la madre della bimba era morta nel mettere al mondo sua figlia. Nel registro della parrocchia non erano rinvenibili altri dati relativi a detta Albertina, ma era molto probabile che la stessa fosse ancora viva ed abitasse in paese. Così come il vecchio nonno. Jacob quindi doveva cercare una Albertina Scalzon di 38 anni colà residente. Seppe ben presto che una Albertina Scalzon aveva militato nell'esercito rivoluzionario ed era morta qualche tempo prima, sorpresa dai governativi mentre svolgeva il compito di staffetta tra i vari gruppi di partigiani. Albertina aveva un figlio, Santos, di circa venti anni, anch'egli arruolato nei ranghi rivoluzionari, di cui non si sapeva più niente. Si recò allora come in pellegrinaggio al cimitero del paese, dove giacevano ameno due salme di persone che gli erano divenute improvvisamente care, anzi sacre. Quella di Rafaela, appena rinvenibile nella confusione delle nuove tumulazioni, era una tomba disadorna e tutt'intorno crescevano erbacce. Notò tra vari ciottoli accumulati dal tempo nel piccolo recinto un reperto che stonava col resto: da un lato del tumulo, spuntava il collo di una bottiglia semi sepolta, la cui superficie esterna era coperta da uno strato di terra. Jacob la raccolse e la pulì.

La bottiglia conteneva un foglio consunto, con un messaggio quasi illeggibile: "When?".
Sul retro, con scrittura chiara: "Now".
Ed infine, senza soluzione di continuità, "Never".

La solita enigmatica contraddizione che era ormai un canone nella sua testa. Il cimitero era a poca distanza dal mare, ed un lato di esso confinava con la spiaggia deserta. Evidentemente il messaggio affidato alle onde era tornato indietro ed in qualche modo riconsegnato al mittente con la risposta ambigua che aveva appena letto. Ora/mai - oramai. E oramai era il tempo delle responsabilità: a venti anni si può sbagliare; ma a settanta è ora di prendere su di sé il peso delle responsabilità rifuggite da giovane. Quindi Jacob si distese sulla tomba con le braccia allargate, come in croce; pur non essendo religioso, gli sembrava di avere ferite in tutto il corpo, come quelle inferte a Gesù alle mani e ai piedi. Pregò. Tra il pianto e il riso una luce si era accesa finalmente nel suo animo ed egli aveva capito. Era felice di aver trovato quel messaggio, indizio sicuro, oltre che miracoloso, di essere giunto alla fine della storia. Aveva la possibilità di chiedere confusamente perdono (a chi? alla polvere? al vento? ma era poi così importante, capire?): chiedeva perdono a Rafaela per la viltà covata così a lungo e si sentiva gonfio di propositi e di buoni sentimenti. Per tre giorni rimase disteso in quel luogo desolato non visitato mai da nessuno, poi si alzò e si avviò verso la montagna, dove sapeva che si erano ritirati i partigiani.

"Il mio nome di battaglia sarà Gregory", disse quando fu portato davanti al vice comandante, "ma potete chiamarmi Greg. So sparare, cucinare, lavare, rammendare e altro ancora."

Il vice comandante Mendez, dopo averlo esaminato a lungo, con un sorriso bonario, gli posò una mano sulla spalla e disse:

"Benvenuto compagno Greg, la rivoluzione ha bisogno di tutti e delle capacità di ognuno. Troveremo il modo di impiegare al meglio le tue numerose qualità".

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