CONCLUSIONE
Paolo Rumiz in una sua corrispondenza su Repubblica della scorsa estate, a proposito di viaggi, narra di un vecchio ciabattino che aveva la dote straordinaria di raccontare ai suoi nipoti storie bellissime di ogni parte del mondo, pur non essendosi mai allontanato dal suo paese. E si chiede come ciò fosse possibile. La spiegazione consisteva nel fatto che quel ciabattino abitava in una casa con un deschetto sempre aperto su una strada maestra e per tutta la vita aveva ascoltato racconti di viandanti che passavano di lì e magari si soffermavano sulla soglia del suo laboratorio, per una riparazione o solo per parlare e di tutti quei racconti che ascoltava, egli aveva elaborato un suo mondo fantastico dal quale traeva le storie che raccontava ai nipoti.
Ciò per dire che il viaggio non è solo quello reale, ma può essere anche quello immaginario, che si fa con la fantasia e questo è il grande dono dello scrivere e del leggere, che consente voli pindarici anche a chi non ha le ali.
Il tinello rassomiglia un poco a quella casa del ciabattino sita sulla strada maestra, dove tutti passano, sostano, parlano, raccontano e creano storie. A me sarebbe piaciuto fare la parte del ciabattino, ma purtroppo non ho le doti affabulatorie necessarie per un simile ruolo. Mi piace però parlare e scherzare, come si fa con gli amici per strada. E con gli amici, parlando liberamente, è facile che si venga fraintesi.
Con un mio recente post, forse ho urtato qualche sensibilità, cosa che non era nelle mie intenzioni. Me lo dicevano anche i miei, che la mia ironia spesso colpiva nel modo sbagliato e finiva coll'essere fraintesa. Così è accaduto... Dietro la cortese, ma puntuale requisitoria del fondatore del gruppo, molte voci si sono levate per stigmatizzare quanto da me detto, con distorsioni varie.
Non provo a discolparmi per non alimentare la polemica. Vorrei solo replicare molto semplicemente che le mie intenzioni erano del tutto pacifiche: io non faccio e non ho mai fatto pistolotti a nessuno e che non credo di essere un vecchio brontolone. Sono nonno, sì di quattro nipoti di cui una sola femminuccia (Salomè è il suo esotico nome) che mi ruba il cuore, ma con loro l'età non conta, non vedo perché dovrebbe contare in altri contesti.
Vi chiedo di credermi sulla parola. Io volevo solo elogiare tutti quelli che, pur oberati da un lavoro molto impegnativo, trovano il tempo di coltivare l'amore per la lettura. Nessuna critica, quindi, ma solo ammirato stupore. Ho ben presenti i numerosi casi nella nostra società di scienziati umanisti, e so per certo che è possibile conciliare diverse attività con ottimi risultati in ogni campo. La domanda era quindi retorica ed era un rovesciamento della realtà a fini ironici, evidentemente mal riposti.
Quanto alle gare a chi legge di più, vi basti sapere che non ho mai gareggiato in nessun campo e ritengo l'agonismo letterario del tutto improponibile.
Accetto i buoni consigli per un uso più proficuo del mio tempo libero e rinnovo i miei complimenti ad Herika, Roberta, Cettina, Anna, Barbara, Laura e non so se dimentico qualcuna per la loro attiva ed intelligente partecipazione alla vita del gruppo.
Con i migliori propositi e sentimenti amichevoli,
Bruno
Canne d'organo, Santuario francescano della Verna - 2018 |
Ciò per dire che il viaggio non è solo quello reale, ma può essere anche quello immaginario, che si fa con la fantasia e questo è il grande dono dello scrivere e del leggere, che consente voli pindarici anche a chi non ha le ali.
Il tinello rassomiglia un poco a quella casa del ciabattino sita sulla strada maestra, dove tutti passano, sostano, parlano, raccontano e creano storie. A me sarebbe piaciuto fare la parte del ciabattino, ma purtroppo non ho le doti affabulatorie necessarie per un simile ruolo. Mi piace però parlare e scherzare, come si fa con gli amici per strada. E con gli amici, parlando liberamente, è facile che si venga fraintesi.
Con un mio recente post, forse ho urtato qualche sensibilità, cosa che non era nelle mie intenzioni. Me lo dicevano anche i miei, che la mia ironia spesso colpiva nel modo sbagliato e finiva coll'essere fraintesa. Così è accaduto... Dietro la cortese, ma puntuale requisitoria del fondatore del gruppo, molte voci si sono levate per stigmatizzare quanto da me detto, con distorsioni varie.
Non provo a discolparmi per non alimentare la polemica. Vorrei solo replicare molto semplicemente che le mie intenzioni erano del tutto pacifiche: io non faccio e non ho mai fatto pistolotti a nessuno e che non credo di essere un vecchio brontolone. Sono nonno, sì di quattro nipoti di cui una sola femminuccia (Salomè è il suo esotico nome) che mi ruba il cuore, ma con loro l'età non conta, non vedo perché dovrebbe contare in altri contesti.
Vi chiedo di credermi sulla parola. Io volevo solo elogiare tutti quelli che, pur oberati da un lavoro molto impegnativo, trovano il tempo di coltivare l'amore per la lettura. Nessuna critica, quindi, ma solo ammirato stupore. Ho ben presenti i numerosi casi nella nostra società di scienziati umanisti, e so per certo che è possibile conciliare diverse attività con ottimi risultati in ogni campo. La domanda era quindi retorica ed era un rovesciamento della realtà a fini ironici, evidentemente mal riposti.
Quanto alle gare a chi legge di più, vi basti sapere che non ho mai gareggiato in nessun campo e ritengo l'agonismo letterario del tutto improponibile.
Accetto i buoni consigli per un uso più proficuo del mio tempo libero e rinnovo i miei complimenti ad Herika, Roberta, Cettina, Anna, Barbara, Laura e non so se dimentico qualcuna per la loro attiva ed intelligente partecipazione alla vita del gruppo.
Con i migliori propositi e sentimenti amichevoli,
Bruno
Post originale su FB: 14 ottobre 2016 9:11
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