BENESSERE
C’è qualcuno che non vuole il benessere? Bene-essere, cioè bene stare. Ognuno vuole stare bene, anzi meglio.
Finalmente è arrivato il governo che fa per noi. Pace e benessere per tutti. Non ci credete? E’ scritto sul contratto firmato da Di Maio e Salvini: volete che questi due galantuomini non rispettino un contratto firmato davanti a un notaio? E che sono matti?
Dopo che si sono fatti un "culo così" in campagna elettorale a promettere tutto e il contrario di tutto, sarebbe bello che ora, così, per il poco che manca a rendere tutti felici, essi non facessero quel minimo sforzo di mettere in azione la bacchetta magica e fare quello che hanno promesso.
L’anno chiamato il "governo del cambiamento", parola che non si era mai sentita nelle due aule parlamentari. Oddio non venitemi a parlare di memoria corta. Sono giovani e di memoria non ne hanno, né corta né lunga. Per loro tutto è nuovo, tutto è cambiamento. Tutto luccica, come il giocattolo non nuovo agli occhi di un bambino.
Credono di avere inventato il libro dei sogni, senza sapere che ogni governo che si è presentato in Parlamento, dall’unità d’Italia in poi, ne ha squadernato uno. Ben altra cosa, poi, quello della resa dei conti. E nemmeno il contratto è cosa nuova. Ci fu uno che lo fece con gli italiani, davanti al figlio del Duce, in arte "insetto che punge" (ogni riferimento è puramente casuale).
Parlano tutti come se l’enunciazione dell’Eldorado fosse già l’Eldorado. Ai loro occhi tutto quello che dicono è come se fosse già fatto.
Confondono Stato con governo, embè? Vi sembra importante? Sarà una passeggiata; vedrete se alla fine non saranno tutti contenti e per chi non lo fosse, ci sarà la possibilità di passare alla cassa e farsi rimborsare il biglietto.
Per il momento i più felici sono loro, entrambi i fautori del cambiamento, anzi di due cambiamenti, uno per il nord e uno per il sud del paese, ma entrambi convinti di avere bucato il muro che separa la realtà dall’apparenza e vivere essi in uno stato di perfetta beatitudine che può venire solo dall’eccessiva fiducia in se stessi o dall’incoscienza.
Finalmente è arrivato il governo che fa per noi. Pace e benessere per tutti. Non ci credete? E’ scritto sul contratto firmato da Di Maio e Salvini: volete che questi due galantuomini non rispettino un contratto firmato davanti a un notaio? E che sono matti?
Teatro Bonci, Cesena, dettaglio del soffitto - 2013 |
Dopo che si sono fatti un "culo così" in campagna elettorale a promettere tutto e il contrario di tutto, sarebbe bello che ora, così, per il poco che manca a rendere tutti felici, essi non facessero quel minimo sforzo di mettere in azione la bacchetta magica e fare quello che hanno promesso.
L’anno chiamato il "governo del cambiamento", parola che non si era mai sentita nelle due aule parlamentari. Oddio non venitemi a parlare di memoria corta. Sono giovani e di memoria non ne hanno, né corta né lunga. Per loro tutto è nuovo, tutto è cambiamento. Tutto luccica, come il giocattolo non nuovo agli occhi di un bambino.
Credono di avere inventato il libro dei sogni, senza sapere che ogni governo che si è presentato in Parlamento, dall’unità d’Italia in poi, ne ha squadernato uno. Ben altra cosa, poi, quello della resa dei conti. E nemmeno il contratto è cosa nuova. Ci fu uno che lo fece con gli italiani, davanti al figlio del Duce, in arte "insetto che punge" (ogni riferimento è puramente casuale).
Parlano tutti come se l’enunciazione dell’Eldorado fosse già l’Eldorado. Ai loro occhi tutto quello che dicono è come se fosse già fatto.
Confondono Stato con governo, embè? Vi sembra importante? Sarà una passeggiata; vedrete se alla fine non saranno tutti contenti e per chi non lo fosse, ci sarà la possibilità di passare alla cassa e farsi rimborsare il biglietto.
Per il momento i più felici sono loro, entrambi i fautori del cambiamento, anzi di due cambiamenti, uno per il nord e uno per il sud del paese, ma entrambi convinti di avere bucato il muro che separa la realtà dall’apparenza e vivere essi in uno stato di perfetta beatitudine che può venire solo dall’eccessiva fiducia in se stessi o dall’incoscienza.
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