SURREALE
La donna è ferma davanti al quadro appeso alla parete. Il suo sguardo è come perso nel vuoto. Ella si sposta leggermente a destra, poi a sinistra, senza mai smettere di guardare davanti a sé. Muove leggermente la testa. C'è qualcosa nel quadro che la invita a guardare oltre il quadro stesso, come una fuga di pensieri, di immagini, di sensazioni senza alcun riferimento con quello che ha davanti.
“Io vedo cosa c'è oltre la superficie del mare, cosa si nasconde sotto l'onda che avanza, il marinaio non è già più un marinaio, ma un ectoplasma”.
“Nel volto di quell'uomo vedo i suoi pensieri, liberi, volatili; vedo cosa c'è oltre il dipinto del quadro, vedo quel che vedeva il pittore dentro di sé, mentre dipingeva e forse era immerso in un sogno”.
Il surreale esisteva già prima che quella corrente artistica l'avesse scoperto, ne avesse preso il nome ed adottato come metodo. Anni '20 del novecento, il secolo dei grandi rinnovamenti, delle grandi utopie, delle grandi dittature, delle grandi guerre, degli artisti visionari futuristi, dadaisti e poi espressionisti, veristi, realisti e neo realisti, letterati, pittori, cineasti, hanno fatto del surrealismo pane quotidiano. Il surrealismo non è la fuga dalla realtà, né il superamento di essa per correre sulle ali della fantasia. Nel surrealismo, la realtà c'è, ma non si vede. La realtà può essere quello che sta sotto quello che si vede. E' ciò che viene dal profondo, dall'inconscio. Il nostro pensiero recondito, svincolato dai lacci del razionalismo, come in un sogno, dove tutto è logico senza essere razionale. Anche l'improbabile. Anche l'assurdo.
Anni '20, l'Europa, con i tre grandi liberatori dell'umanità, almeno in spirito: Sigmund Freud, Carlo Marx, Albert Einstein, che hanno illuminato di luce fulgida i foschi recessi del secolo "breve". Ma forse troppo lungo. Il primo, interprete dei sogni, solutore dei grovigli dell'animo, ha rivoluzionalo la scienza dell'inconscio, per liberare lo spirito dai suoi fantasmi, spiegando le pulsioni, i desideri, le angosce che provengono dalla parte più intima della persona umana. Il secondo, il liberatore dell'uomo dai suoi bisogni materiali, con la sua teoria del comunismo, teoria sempre avversata ed oggi vilipesa, ma sempre valida, come le parabole del Vangelo. "Un fantasma si aggira per l' Europa ed è il comunismo". Grande intuizione: il fantasma è reale. L'interpretazione del comunismo da parte di un solo Paese, è stata sconfitta; ma alcuni principi di essa sono imprescindibili e tutti i paesi ne debbono tenere conto. Infine la teoria della relatività del terzo liberatore è stata la porta che ha aperto un nuovo modo di vedere il mondo, la materia e lo spirito, senza più freni, senza inibizioni. La mente umana è libera di spaziare ed è libera di espandersi all'infinito, come gli universi.
Il surrealismo è l'invito a non lasciarsi invischiare dalla ragione ed andare oltre, per vedere cosa c'è dopo il reale, che è quella parte del reale che normalmente non vediamo. In questo senso è ancora vivo e vitale. Emblematico di questo modo di porsi del movimento artistico è una scena tratta dal film di Louis Buñuel, "Un chien andalou", che mostra un occhio tagliato con un rasoio (un occhio di bue morto, nella realtà), che doveva illustrare come il surrealismo debba entrare nell'occhio dello spettatore, anche con dolore, per vedere quello che non si poteva o voleva vedere.
N.B. Differenza tra surreale e soprannaturale. Surreale viene da "super" sopra, e "realis" reale, realis, da "res", "cosa". Quindi è ciò che sta sopra "la cosa", che è la realtà come la percepiamo coi nostri sensi. Quindi esiste anche se non lo vediamo. Soprannaturale, come dice la parola stessa, è ciò che supera cioè va oltre i limiti del naturale, trascende l'ordine reale, quindi possiamo anche vederlo (per es. le "visioni", le "apparizioni" ecc.), ma è immaginario, non esiste.
Donna ad una mostra di fotografia (Bologna 2017) |
“Io vedo cosa c'è oltre la superficie del mare, cosa si nasconde sotto l'onda che avanza, il marinaio non è già più un marinaio, ma un ectoplasma”.
“Nel volto di quell'uomo vedo i suoi pensieri, liberi, volatili; vedo cosa c'è oltre il dipinto del quadro, vedo quel che vedeva il pittore dentro di sé, mentre dipingeva e forse era immerso in un sogno”.
Il surreale esisteva già prima che quella corrente artistica l'avesse scoperto, ne avesse preso il nome ed adottato come metodo. Anni '20 del novecento, il secolo dei grandi rinnovamenti, delle grandi utopie, delle grandi dittature, delle grandi guerre, degli artisti visionari futuristi, dadaisti e poi espressionisti, veristi, realisti e neo realisti, letterati, pittori, cineasti, hanno fatto del surrealismo pane quotidiano. Il surrealismo non è la fuga dalla realtà, né il superamento di essa per correre sulle ali della fantasia. Nel surrealismo, la realtà c'è, ma non si vede. La realtà può essere quello che sta sotto quello che si vede. E' ciò che viene dal profondo, dall'inconscio. Il nostro pensiero recondito, svincolato dai lacci del razionalismo, come in un sogno, dove tutto è logico senza essere razionale. Anche l'improbabile. Anche l'assurdo.
Anni '20, l'Europa, con i tre grandi liberatori dell'umanità, almeno in spirito: Sigmund Freud, Carlo Marx, Albert Einstein, che hanno illuminato di luce fulgida i foschi recessi del secolo "breve". Ma forse troppo lungo. Il primo, interprete dei sogni, solutore dei grovigli dell'animo, ha rivoluzionalo la scienza dell'inconscio, per liberare lo spirito dai suoi fantasmi, spiegando le pulsioni, i desideri, le angosce che provengono dalla parte più intima della persona umana. Il secondo, il liberatore dell'uomo dai suoi bisogni materiali, con la sua teoria del comunismo, teoria sempre avversata ed oggi vilipesa, ma sempre valida, come le parabole del Vangelo. "Un fantasma si aggira per l' Europa ed è il comunismo". Grande intuizione: il fantasma è reale. L'interpretazione del comunismo da parte di un solo Paese, è stata sconfitta; ma alcuni principi di essa sono imprescindibili e tutti i paesi ne debbono tenere conto. Infine la teoria della relatività del terzo liberatore è stata la porta che ha aperto un nuovo modo di vedere il mondo, la materia e lo spirito, senza più freni, senza inibizioni. La mente umana è libera di spaziare ed è libera di espandersi all'infinito, come gli universi.
Il surrealismo è l'invito a non lasciarsi invischiare dalla ragione ed andare oltre, per vedere cosa c'è dopo il reale, che è quella parte del reale che normalmente non vediamo. In questo senso è ancora vivo e vitale. Emblematico di questo modo di porsi del movimento artistico è una scena tratta dal film di Louis Buñuel, "Un chien andalou", che mostra un occhio tagliato con un rasoio (un occhio di bue morto, nella realtà), che doveva illustrare come il surrealismo debba entrare nell'occhio dello spettatore, anche con dolore, per vedere quello che non si poteva o voleva vedere.
N.B. Differenza tra surreale e soprannaturale. Surreale viene da "super" sopra, e "realis" reale, realis, da "res", "cosa". Quindi è ciò che sta sopra "la cosa", che è la realtà come la percepiamo coi nostri sensi. Quindi esiste anche se non lo vediamo. Soprannaturale, come dice la parola stessa, è ciò che supera cioè va oltre i limiti del naturale, trascende l'ordine reale, quindi possiamo anche vederlo (per es. le "visioni", le "apparizioni" ecc.), ma è immaginario, non esiste.
Foto sempre pertinente. Grazie Giuseppe.
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