QUASI UNA STORIA

Da piccolo ero biondo; avevo un faccino pallido, delicato, con i capelli corti e il ciuffo sulla fronte trattenuto da un ferretto, che, alla lunga, mi causò una piega nella capigliatura che mi è rimasta per sempre e che ho sempre detestato. Mia zia mi chiamava Brunetto Biondo ed ero l'orgoglio di mio padre, il quale, dopo due femmine, non stava nella pelle a sapermi erede delle prerogative maschili nella nostra famiglia, che da mio nonno Saverio a lui, erano arrivate fino a me e che toccava a me portare avanti. Nessuno in casa era biondo, tranne io e, un po' meno di me, mia sorella Myriam, che in ordine cronologico mi precedeva di un posto. L'altra sorella, la maggiore Rita, era invece di colorito castano, come del resto mio padre, mia madre e la sorella di mio padre la cara zia Gina.

Leo piccolo #1 (2012)

Mantenni quel primato per poco tempo, in quanto meno di due anni dopo, nacque mio fratello Vittorio, che, da subito, mostrò di avere più marcati i caratteri distintivi del genere maschile. Nostra madre, più volte nel tempo, l'ho sentita raccontare che tra Vittorio e me fu subito notata una differenza: mentre io ero di tratti delicati e gentili, mio fratello era invece quello che lei chiamava "un maschione", d'aspetto più rude e con il pisello più grande. Il che, beninteso, non vuol dire che il mio fosse piccolo, solo che il suo era quel che si dice un "cellacchione" e buon per lui. Questo fino a quando siamo stati bambini.

Leo piccolo #2 (2012)

Vittorio aveva uno sguardo più birichino ed un carattere più determinato, come poi dimostrò in alcune sue iniziative non proprio lodevoli, come quando, alla prima o seconda classe delle elementari, disse alla maestra che nostra madre la pregava di farlo uscire prima della fine dell'orario scolastico, per non so quale necessità, cosa che la maestra, amica e collega di nostra madre, non mise minimamente in dubbio ed acconsentì, così lui se ne andò a spasso per conto suo. Nelle nostre imprese di gruppo, lui era sempre il primo della nostra "teppa" a slanciarsi contro gli avversari, senza paura, trascinando anche gli altri. Ma non siamo mai stati una "baby gang", tutt'al più qualche vetro rotto e qualche pugno (questa volta mio) sul naso di un compagno. Per il resto la nostra vita si è svolta regolarmente e, tranne alcuni episodi di cui non mi vanto in cui ho approfittato della fiducia di mio fratello, siamo sempre andati d'accordo e siamo tuttora molto amici. 

L'ultima della nostra cinquina, nostra sorella Maria Gabriella, venuta dopo Vittorio, è quella che ha ereditato il carattere più forte della famiglia, dimostrando un'indipendenza di pensiero e di azione che sicuramente le sarà derivata dal fatto di essere la più piccola, costretta fin da subito a farsi rispettare facendosi largo a forza di gomiti.

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