L'ISOLA DEI GHIACCI
Non vi sembri strano, nel Mediterraneo occidentale, a est-sud-est della Spagna, forse non lontano da Maiorca e Minorca, sorge un'isola fantasma, mai visitata dai turisti, che si vede solo in determinate occasioni, non è sulle mappe nautiche, per trovarla bisogna superare la barriera invisibile del tempo, avere il cuore puro, l'immaginazione oltre ogni limite, la volontà caparbia di combattere il male sempre e comunque, per il trionfo del bene. Il suo nome è Isola dei Ghiacci, perché da lontano ai pochi fortunati ai quali è dato avvistarla, appare bianca come la neve, anche in piena estate.
Grandi scogliere come marmi, su fondali dorati di un azzurro ceruleo, ondeggianti di posidonie, come chiome di fate, che dal basso tendono le braccia verso la luce, spiagge abbaglianti e monti coperti da una fitta vegetazione risplendente di fiori bianchi, che hanno lo splendore dei ghiacci dei Poli. Ecco il paradosso di un'isola di ghiaccio che non è fredda, neanche in inverno, ma calda ed accogliente, fuori dai circuiti turistici e mondani, riservata ad anime semplici, che non chiedono altro che di vivere nella meraviglia del loro stato, spiriti nella materia di una natura generosa.
E di anime sembra circondata, avvicinandosi alle coste, piena di voli di uccelli marini, che stridono, con voci lamentose, si rincorrono nel cielo e sembrano chiamare dei nomi che non si capiscono, ma si intuiscono. L'approdo è facile e felice, dietro una scogliera piatta come un muro, si apre una rada di una bellezza straordinaria ed è come entrare in un altro mondo, dove regna una pace che scioglie tutte le ansie dei naviganti che là giungono, per caso o perché attratti da un qualche richiamo che loro stessi non riuscivano a decifrare, prima di essere arrivati. Una volta giunti ci si rende conto di essere entrati in un paradiso incantato. E lo stupore cresce quando si incontrano i primi abitatori dell'isola, che non sono uomini, ma animali, semplici animali di una bontà incredibile, con una particolarità che li avvicina agli umani, parlano e capiscono quello che viene detto loro. Ma sono ingenui, fiduciosi, timidi e di una sensibilità accentuata, mansueti fino al sacrificio, facile preda di tiranni e prepotenti malfattori.
Quello che vi sto raccontando è l'inizio di una favola uscita dalla fantasia di un'alunna di una scuola secondaria. Non è un'alunna come tute le altre, ha avuto alla nascita gravi problemi ed ha dovuto affrontare un'infanzia di sofferenza e limitazioni; ma è la dimostrazione di quanto sia giusto, nella scuola e nella vita, parlare in questi casi, non di inabilità, ma di diversa abilità. Dovizia, la nostra ragazza, è portatrice di un grave handicap, ma è veramente "diversamente abile", nel senso che ha alcune doti che gli altri ragazzi non hanno. Una fantasia superiore alla norma, che lei riesce a fatica ad esprimere e la porta ad elaborare storie di avventure ed eroismo, nelle quali preminenti sono i sentimenti di umanità, giustizia, onore e l'eterna lotta del bene contro il male, condotta da un'eroina, alla fine sempre vittoriosa. Ella ha, inoltre, una straordinaria abilità manuale e una conoscenza e padronanza di mezzi tecnici, come il computer, tablet, smartphone ecc., con i quali elabora pensieri ed immagini in modo originale e suggestivo.
Dalla collaborazione di Dovizia con una insegnante di sostegno della sua scuola, la quale ne ha intuito le potenzialità ed ha lavorato affinché la ragazza riuscisse ad esprimerle, è venuto fuori un libriccino gradevole, dalle pagine bianche con su stampata una storia esemplare di lotta e di eroismo, della ragazza che abbatte il tirano, libera l'isola invasa da profittatori e si trattiene tra i suoi amici animali il tempo che basta ad insegnare loro cosa bisogna fare per salvaguardare con la libertà, i diritti fondamentali degli esseri viventi, dopo di che riprende la via del mare per nuove avventure. Il testo corredato da bellissime immagini elaborate al computer dalla ragazza, meriterebbe di essere portato a conoscenza delle autorità scolastiche come esempio del lavoro utilissimo degli insegnanti di sostegno nelle scuole della Repubblica.
Isola di Gorgona (LI) - 2018 |
Grandi scogliere come marmi, su fondali dorati di un azzurro ceruleo, ondeggianti di posidonie, come chiome di fate, che dal basso tendono le braccia verso la luce, spiagge abbaglianti e monti coperti da una fitta vegetazione risplendente di fiori bianchi, che hanno lo splendore dei ghiacci dei Poli. Ecco il paradosso di un'isola di ghiaccio che non è fredda, neanche in inverno, ma calda ed accogliente, fuori dai circuiti turistici e mondani, riservata ad anime semplici, che non chiedono altro che di vivere nella meraviglia del loro stato, spiriti nella materia di una natura generosa.
E di anime sembra circondata, avvicinandosi alle coste, piena di voli di uccelli marini, che stridono, con voci lamentose, si rincorrono nel cielo e sembrano chiamare dei nomi che non si capiscono, ma si intuiscono. L'approdo è facile e felice, dietro una scogliera piatta come un muro, si apre una rada di una bellezza straordinaria ed è come entrare in un altro mondo, dove regna una pace che scioglie tutte le ansie dei naviganti che là giungono, per caso o perché attratti da un qualche richiamo che loro stessi non riuscivano a decifrare, prima di essere arrivati. Una volta giunti ci si rende conto di essere entrati in un paradiso incantato. E lo stupore cresce quando si incontrano i primi abitatori dell'isola, che non sono uomini, ma animali, semplici animali di una bontà incredibile, con una particolarità che li avvicina agli umani, parlano e capiscono quello che viene detto loro. Ma sono ingenui, fiduciosi, timidi e di una sensibilità accentuata, mansueti fino al sacrificio, facile preda di tiranni e prepotenti malfattori.
Quello che vi sto raccontando è l'inizio di una favola uscita dalla fantasia di un'alunna di una scuola secondaria. Non è un'alunna come tute le altre, ha avuto alla nascita gravi problemi ed ha dovuto affrontare un'infanzia di sofferenza e limitazioni; ma è la dimostrazione di quanto sia giusto, nella scuola e nella vita, parlare in questi casi, non di inabilità, ma di diversa abilità. Dovizia, la nostra ragazza, è portatrice di un grave handicap, ma è veramente "diversamente abile", nel senso che ha alcune doti che gli altri ragazzi non hanno. Una fantasia superiore alla norma, che lei riesce a fatica ad esprimere e la porta ad elaborare storie di avventure ed eroismo, nelle quali preminenti sono i sentimenti di umanità, giustizia, onore e l'eterna lotta del bene contro il male, condotta da un'eroina, alla fine sempre vittoriosa. Ella ha, inoltre, una straordinaria abilità manuale e una conoscenza e padronanza di mezzi tecnici, come il computer, tablet, smartphone ecc., con i quali elabora pensieri ed immagini in modo originale e suggestivo.
Dalla collaborazione di Dovizia con una insegnante di sostegno della sua scuola, la quale ne ha intuito le potenzialità ed ha lavorato affinché la ragazza riuscisse ad esprimerle, è venuto fuori un libriccino gradevole, dalle pagine bianche con su stampata una storia esemplare di lotta e di eroismo, della ragazza che abbatte il tirano, libera l'isola invasa da profittatori e si trattiene tra i suoi amici animali il tempo che basta ad insegnare loro cosa bisogna fare per salvaguardare con la libertà, i diritti fondamentali degli esseri viventi, dopo di che riprende la via del mare per nuove avventure. Il testo corredato da bellissime immagini elaborate al computer dalla ragazza, meriterebbe di essere portato a conoscenza delle autorità scolastiche come esempio del lavoro utilissimo degli insegnanti di sostegno nelle scuole della Repubblica.
Ciao, ma questo libro tu lo hai? È proprio un libro o un ebook? Come si chiama l'autrice? Pensi sia proponibile alle nostre piccole pesti???
RispondiEliminaUn caro saluto
Stefano