DICOTOMIA

Non pensiate che mi compiaccia di usare parole difficili per farmi bello ai vostri occhi ("oh, guarda che c. di cultura ha costui!" - o, a seconda dei casi, "oh guarda che cultura di c. ha costui!"), ma è che faccio parte di quella famosa dicotomia di cui tanto si è parlato, che esisterebbe dappertutto, nel mondo come nel campo della cultura, tra formazione umanistica, letteraria e formazione scientifica, per cui dei termini che ho chiamato, con una volgarizzazione evidente, "difficili", cioè per la maggior parte scientifici o che hanno maggiore espansione in campo scientifico, ho una visione, per così dire, ristretta, per lo più limitata ad un uso extra-scientifico o figurato, avendo, dal mio punto di vista, volto variamente per non dire vagamente verso la cultura classica, maggior interesse per il significato allegorico, estensivo, immaginativo delle parole, piuttosto che quello strettamente tecnico "ad usum delphini" (e questa è una citazione che dovrebbe, sia pure, se volete, inappropriatamente, dare conferma di quale sia la mia formazione per così dire culturale).

Stabilimento abbandonato Alfa Wassermann (Bologna - 2012)

Con questo ho già detto dunque cos'è la dicotomia; la parola viene, dal greco "dicha", che significa "in due parti" e "temno", "taglio" e dà proprio il senso della spaccatura a metà, si sta o da una parte o dall'altra, non ci sono mezze misure. Un mondo tagliato con l'accetta. O bianco o nero, non esistono le varie gradazioni del grigio.

Qualcuno argutamente ha detto: nel mondo esiste una sola dicotomia, tra quelli che ritengono che ci sia una dicotomia e quelli che non ritengono che questa dicotomia esista. Senza alcun riferimento a concetti più profondi, come quelli sulla natura unitaria o duale dell'essere, monismo contro dualismo, Dio e il Diavolo, bene e male, anima e corpo, forma e sostanza, ecc. Semplicemente per dire che non è possibile distinguere le cose in modo così netto e preciso, dovendo tener conto di tante varianti e particolarità.

Se si può sostenere una separazione netta in laboratorio tra due sostanze o anche la scissione dell'atomo, non altrettanto netta è la dicotomia che si può riscontrare, per esempio, tra due idee contrastanti. Per quanto diverse fra loro, tra due teorie è anche possibile talvolta trovare qualche punto di convergenza. Una cosa è tagliare in due, altra cosa trovare differenze, fare distinzioni.

Chi vede il mondo come una serie di dicotomie, è portato verso una visione assolutistica ("divide et impera", - "arieccoci col latino, ma allora ci è!" -) mentre chi ne ha una visione più articolata, va verso il pluralismo e la democrazia.

Il che ci riporta ad un'altra dicotomia, quella tra l'assolutismo ed il relativismo, il primo terreno di scontro politico e religioso per l'affermazione di una verità unica ed immanente, il secondo, - vituperato dal primo - sistema di ricerca, di verità singole e provvisorie, per la soluzione di problemi individuali e contingenti.

Come nel campo della formazione culturale che non può essere né totalmente classica ed umanistica, né solo scientifica, come appare oggi ben evidente dal fatto che scrittori classici siano a conoscenza dei progressi della scienza, nel cui ambito si muovono agevolmente e con competenza, senza complessi di inferiorità e, corrispondentemente, scienziati siano sempre più letterati di formazione classica e di squisita sensibilità artistica, così in ogni campo, la dicotomia deve sussistere solo come terreno proficuo di idee, nel fare differenze, distinzioni, sceverare senza separare nella comune volontà evoluzionistica dell'umanità, del superamento di tutti gli steccati, per una conoscenza ed un avvicinamento sempre più auspicabile.

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