ESEGESI
Esegesi è parola di lusso, vietato usarla di lunedì, ché gli animi sono già esacerbati per conto loro, occorre che sia di domenica o di giorno festivo. Come un abito nuovo, che si indossa le prime volte alle occasioni riguardevoli e bisogna stare attenti a non farlo sciupare. Bisogna poi dire che non è una parola alla portata di tutti. "Ne ultra sutor" ecc. Se io mi permetto, modestamente, è perché ho ottenuto un permesso speciale dai detentori della licenza, con la raccomandazione di farne un uso discreto, accorto e limitato. Se ne abuso, il permesso mi verrà ritirato.
In realtà si tratta, ma non ditelo, perché è un segreto, di un incarico sotto copertura affidatomi dai crusconi, per scoprire parole insolite, dal significato ambiguo, da interpretare con un po' di fantasia e tanto buon umore, alla guisa dei fondatori del XVI secolo. Il patentino che mi hanno dato, per essere ammesso in certi ambienti riservati, nel quale mi hanno attribuito la qualifica di "esegeta" - figuratevi voi - manco a dirlo, è falso. Perciò, abbiate pazienza, sarò costretto a tenere un profilo molto basso, come al solito, del resto. Maneggiare con cura e rispettare le indicazioni "alto" e "basso", per non rovinare l'involucro. La parola "esegesi", richiama quegli studiosi del Medio Evo, che, chiusi nei castelli e nei conventi, passavano la vita piegati su grandi tomi di eccezionale valore, che abbisognavano, per la loro comprensione di studi approfonditi che solo pochi eruditi potevano fare.
In quei castelli e conventi, erano stati conservati libri antichi che contenevano tesori di saggezza, lo scibile di grandi civiltà dell'epoca classica decadute in lunghi periodi nei quali si erano verificati grandi rivolgimenti. Costoro esaminavano i testi, parola per parola, cercando di trarre da essi, il significato più autentico dello scritto. E potevano anche annotare loro osservazioni a margine che chiamavano "glosse", cioè parole della lingua, che dovevano essere spiegate. Con poco rispetto dei lettori che venivano dopo, i quali erano costretti ad interpretare, oltre al testo originale, quello che loro avevano scritto a fianco, per interpretarlo. Andavano in cerca, come investigatori, del senso più riposto delle parole, che, secondo loro, possedevano al loro interno una "carica semantica" di cui si doveva scoprire il detonatore, per farle "brillare", come mine in una miniera e scoprire la "vena" più preziosa di esse.
Oggi noi semplicioni facciamo l'esegesi anche dei fumetti di Paperino e Topolino, nelle edizioni classiche, appunto, coraggiosamente ripubblicate a colori, dai detentori del copyright. E i più volenterosi annotano anche qui quanto vi trovano di non facile comprensione. Ma si tratta di indebita attribuzione, che andrebbe censurata. Per parte mia mi limito a prenderne nota, per riferirlo nel verbale che presenterò ai miei mandanti, alla fine di questo primo incarico, con la speranza di essere approvato ed avere rinnovata la licenza. Del che verrete a sapere molto presto.
Dimenticavo di dirvi: esegesi viene da "ex", "fuori" ed "ago", "spingo", significa cioè "spingo fuori". Che cosaaa? Il significato delle parole, che cosa sennò?
Castello di Federico II, Castel del Monte (BT) - 2011 |
In realtà si tratta, ma non ditelo, perché è un segreto, di un incarico sotto copertura affidatomi dai crusconi, per scoprire parole insolite, dal significato ambiguo, da interpretare con un po' di fantasia e tanto buon umore, alla guisa dei fondatori del XVI secolo. Il patentino che mi hanno dato, per essere ammesso in certi ambienti riservati, nel quale mi hanno attribuito la qualifica di "esegeta" - figuratevi voi - manco a dirlo, è falso. Perciò, abbiate pazienza, sarò costretto a tenere un profilo molto basso, come al solito, del resto. Maneggiare con cura e rispettare le indicazioni "alto" e "basso", per non rovinare l'involucro. La parola "esegesi", richiama quegli studiosi del Medio Evo, che, chiusi nei castelli e nei conventi, passavano la vita piegati su grandi tomi di eccezionale valore, che abbisognavano, per la loro comprensione di studi approfonditi che solo pochi eruditi potevano fare.
In quei castelli e conventi, erano stati conservati libri antichi che contenevano tesori di saggezza, lo scibile di grandi civiltà dell'epoca classica decadute in lunghi periodi nei quali si erano verificati grandi rivolgimenti. Costoro esaminavano i testi, parola per parola, cercando di trarre da essi, il significato più autentico dello scritto. E potevano anche annotare loro osservazioni a margine che chiamavano "glosse", cioè parole della lingua, che dovevano essere spiegate. Con poco rispetto dei lettori che venivano dopo, i quali erano costretti ad interpretare, oltre al testo originale, quello che loro avevano scritto a fianco, per interpretarlo. Andavano in cerca, come investigatori, del senso più riposto delle parole, che, secondo loro, possedevano al loro interno una "carica semantica" di cui si doveva scoprire il detonatore, per farle "brillare", come mine in una miniera e scoprire la "vena" più preziosa di esse.
Oggi noi semplicioni facciamo l'esegesi anche dei fumetti di Paperino e Topolino, nelle edizioni classiche, appunto, coraggiosamente ripubblicate a colori, dai detentori del copyright. E i più volenterosi annotano anche qui quanto vi trovano di non facile comprensione. Ma si tratta di indebita attribuzione, che andrebbe censurata. Per parte mia mi limito a prenderne nota, per riferirlo nel verbale che presenterò ai miei mandanti, alla fine di questo primo incarico, con la speranza di essere approvato ed avere rinnovata la licenza. Del che verrete a sapere molto presto.
Dimenticavo di dirvi: esegesi viene da "ex", "fuori" ed "ago", "spingo", significa cioè "spingo fuori". Che cosaaa? Il significato delle parole, che cosa sennò?
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