RESILIENTE

"Come dici, residente?"
"No, ho detto re-si-lie-nte" (con lo spelling).
"Ahh! Ho capito, resistente, vero?"
"Ancora non ci siamo, ma ci stiamo avvicinando. Devi sapere che questa parola deriva dal latino resiliens, che al genitivo è resilientis, dal verbo resilire, che in quella lingua significava rimbalzare".


"Quindi allora stai parlando di una palla?"
"La palla sei tu che non vuoi capire. Sto parlando di una parola molto importante, anche se in letteratura non se ne trovano molte tracce; ma di recente (relativamente, sai in queste cose tutto è relativo), se ne sente parlare sempre più spesso".
"Rimbalzare, perché rimbalzare? Che c'entra?"
"Resiliente significava all'origine che resisteva agli urti e si diceva soprattutto a proposito dei metalli; anzi c'era un metodo per individuare il coefficiente di resistenza di ogni metallo alle sollecitazioni violente. Dopo è passata a significare molte altre cose, in campi diversi. Soprattutto in campo psicologico, è venuta a significare la capacità umana di rialzarsi dopo ogni caduta, anzi di fare tesoro delle esperienze negative per diventare più forte, ecco perché c'entra l'idea del rimbalzare. Come il pugile groggy, che ad ogni colpo cade, ma seguita a rialzarsi..."
"Appunto! Anzi sai che ti dico? C'è un'altra ipotesi riguardo all'origine di questa parola, che, anche se non ti piace, devi conoscere, perché, come ti dicevo sta diventando "trendy" di tendenza e faresti brutta figura a far vedere che non la conosci".
"Questa nuova ipotesi è ancora più bella: resilienza deriverebbe sempre dal latino, ma da un verbo leggermente diverso, resalio iterativo di salio, che ha un significato veramente illuminante, vuol dire risalire sulla barca che si è capovolta, ti sembra poco bella come immagine, per dire di un povero diavolo che affronta un monte di difficoltà e che persegue il suo scopo fino in ultimo, senza scoraggiarsi?"
"Ora ho capito, è per gente tosta, se ne vede in giro, ecco perché prima si usava poco: e chi se la poteva permettere una barca, come invece oggi che sono tutti navigatori? Poi però se la barca si rovescia, chiamano la Guardia Costiera".
"Smettila, non scherzare. Ti voglio dare un ultimo input: sai quando in città si fa quella cappa che non si può nemmeno respirare? Ebbene quello è un danno che abbiamo creato noi all'eco sistema, con città sovraffollate, macchine e ciminiere".
"Ma lo sai che anche in questo caso si parla di resilienza?"
"Ora rischio di non capire davvero. Ma come, in città si può giocare a palla e addirittura andare a rovesciarsi con la barca? Allora che mi vieni a contare?"
"In questo caso la resilienza è la capacità di adattarsi alle nuove condizioni, giusto il tempo di ripristinare quelle originarie; riduzione delle emissioni, blocco del traffico, questi sono i rimedi."
"Oppure aspettare che il meteo annunci una bella ventata che cacci via tutti i miasmi della nostra civiltà e ci ridia il piacere di respirare liberamente, come quando si è risaliti sulla barca, dopo aver conosciuto la forza del mare".
"Appunto!"

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