NUMINOSO
Numinoso è un termine coniato artificialmente, non ha origini antiche, ma si fonda su un "numen" latino che denotava il Dio dell'antichità, il Nume, essere superiore che governava i destini dell'uomo. E' stato usato per la prima volta dal teologo tedesco Rudolf Otto nel 1917, mentre nel mondo infuriava la Grande Guerra e penso non a caso, in quanto, egli nella sua opera "Il Sacro", con la quale intendeva individuare la radice del senso di religiosità secondo lui insita nell'umanità, nella preminenza di questo Essere che affascina e terrifica nello stesso tempo, indirettamente forse cercava di reagire al massacro di uomini e agli orrori della guerra, portando alla luce uno dei punti più irrisolti delle varie teorie religiose, il contrasto fra il bene e il male e la presenza o assenza di un Dio misericordioso che non si cura delle immani catastrofi che affliggono le sue creature.
Numen, originariamente significava "cenno del capo" e questo senso in italiano è stato trasferito nel la voce "annuire", che è appunto il gesto che si fa per dare la propria approvazione. L'assenso era una manifestazione di volontà e qual era la volontà per antonomasia? Quella divina, ecco allora che nume passò a significare direttamente la volontà superiore, che proveniva da Dio e da qui, per traslitterazione o meglio scivolamento semantico, Dio stesso.
Numinoso, ancorché artificioso è un termine affascinante, si avvale della sicura assonanza con luminoso ed indica un qualcosa di assolutamente superiore, avvolto da una luce divina o comunque ancestrale che richiama gli istinti profondi, il ricordo che è in noi dei tempi primigeni in cui tutto era misterioso e terribile, fonte di tutte le credenze irrazionali e fantastiche di una mentalità primitiva.
Non si pensi però solo al divino. Nell'animo umano è radicato o quantomeno si è sviluppato e col tempo è cresciuto sempre di più anche il senso laico del grandioso, del preminente, sia che venga dalla natura, sia che derivi da accadimenti memorabili. Il mormorio della foresta di notte, l'Infinito di Leopardi, così come una visita ad un sacrario, vedi quello di Monte Sole posto come icona in un precedente articolo di questo blog, ad un cippo, possono impressionare e suscitare una sensazione di infinita commozione che ci collega ad uno spirito universale e anche qui non è inappropriato parlare di effetto numinoso dato o percepito per l'incommensurabilità di ciò che proviamo.
Questo è il numinoso, la nostra piccola esistenza, la nostra persona di fronte all'immensità di quello che ci circonda e ci sovrasta e la nostra volontà di andare avanti, sapendo comunque che la nostra esperienza sulla terra, pur se comune a milioni di uomuni, è irripetibile.
Numen, originariamente significava "cenno del capo" e questo senso in italiano è stato trasferito nel la voce "annuire", che è appunto il gesto che si fa per dare la propria approvazione. L'assenso era una manifestazione di volontà e qual era la volontà per antonomasia? Quella divina, ecco allora che nume passò a significare direttamente la volontà superiore, che proveniva da Dio e da qui, per traslitterazione o meglio scivolamento semantico, Dio stesso.
Numinoso, ancorché artificioso è un termine affascinante, si avvale della sicura assonanza con luminoso ed indica un qualcosa di assolutamente superiore, avvolto da una luce divina o comunque ancestrale che richiama gli istinti profondi, il ricordo che è in noi dei tempi primigeni in cui tutto era misterioso e terribile, fonte di tutte le credenze irrazionali e fantastiche di una mentalità primitiva.
Non si pensi però solo al divino. Nell'animo umano è radicato o quantomeno si è sviluppato e col tempo è cresciuto sempre di più anche il senso laico del grandioso, del preminente, sia che venga dalla natura, sia che derivi da accadimenti memorabili. Il mormorio della foresta di notte, l'Infinito di Leopardi, così come una visita ad un sacrario, vedi quello di Monte Sole posto come icona in un precedente articolo di questo blog, ad un cippo, possono impressionare e suscitare una sensazione di infinita commozione che ci collega ad uno spirito universale e anche qui non è inappropriato parlare di effetto numinoso dato o percepito per l'incommensurabilità di ciò che proviamo.
Questo è il numinoso, la nostra piccola esistenza, la nostra persona di fronte all'immensità di quello che ci circonda e ci sovrasta e la nostra volontà di andare avanti, sapendo comunque che la nostra esperienza sulla terra, pur se comune a milioni di uomuni, è irripetibile.
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