FUMISTERIA - PROTERVIA

Fumisteria e protervia, sono due parole che, pur essendo molto diverse tra di loro, stanno bene insieme, come il gatto e la volpe di Collodi, esse si completano l'una con l'altra, per disegnare un quadro fosco di prepotenza e sopraffazione che è tutto un programma.

Per una volta rinunciamo a trovare l'origine dei due termini, non perché l'etimo sia incerto per entrambi (e lo è), quanto per la considerazione che il primo richiama un elemento che è già insito nel nome, il fumo; il secondo è un termine che ci viene dall'omonima parola latina 'protervia-ae' e oltre quella non andiamo.

Il fumo della fumisteria (fumus in latino) è tanto quello della cortina dietro la quale si nasconde qualcosa o qualcuno, o si pretende (questo verbo è da tenere presente anche per i risvolti che avrà sul secondo termine in esame), di imbonire un discorso pretenzioso senza avere nulla da dire e ci si arrampica sugli specchi, quanto quello del fumista, l'artigiano che monta gli impianti per il fumo, canne fumarie e simili.

In giurisprudenza è usato per indicare gli indizi di una presunta colpevolezza e del buon uso del diritto, infatti si parla di "fumus boni iuris" o di "fumus persecutionis", per indicare i due diversi aspetti di questo fumo; nel primo caso è il riscontro degli estremi della corretta applicazione della legge, nel secondo caso per escludere il sospetto che ci sia un intento persecutorio, da parte del giudice nei confronti di un imputato (es. un parlamentare sottoposto a procedimento penale, per il quale il giudice ha avanzato alla Camera di competenza la richiesta di autorizzazione all'arresto).

La fumisteria può essere un artificio, usato per raggiungere un determinato scopo non trasparente (ecco perché si ricorre al fumo) o un modo di difendersi, come fa la seppia in mare, che di fronte ad un pericolo, emette un liquido scuro dietro il quale si nasconde. Certo è che si parla di fumisterie tutte le volte che si sente un discorso pretenzioso, altisonante fatto per far credere che una cosa sia seria mentre non lo è, grande quando è minima, preziosa quando non ha alcun valore.

E allora la protervia che c'entra?

La protervia è un comportamento arrogante, sprezzante, astioso, che presuppone in chi ne fa uso, un senso di superiorità che è invece solo supponenza, vanagloria, quanto di peggio si possa trovare in un individuo che antepone la sua persona a tutte le altre con strafottenza e sfrontatezza, vantando meriti che non ha e ignorando difetti vistosi che invece ha e pretendendo di averla vinta.

Il protervo, nella sua azione che tende a travolgere tutto quello che gli si para davanti, fa senz'altro (senz'altro? Magari solo probabilmente) uso di discorsi fumosi, sopra le righe, tortuosi e pretestuosi, pur di affermare la sua presunta capacità di dominare la situazione, imponendo con violenza e sfrontatezza una sua verità di comodo, a discapito dei miti e remissivi che lo lasciano fare.

Non è proprio come affermare che le due cose (fumisteria e protervia) vadano a braccetto, ma sono due facce di una stessa moneta falsa, spacciata per buona a fini a dir poco non chiari o manifestamente truffaldini.

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