CODARDO

Codardo, vile, vigliacco, pusillanime, sono termini che servono per indicare una cosa sola, chi ha paura, ma hanno origine diversa. Codardo viene dal latino "cauda", coda ed ha un doppio senso; con riferimento ad alcuni animali che hanno la coda abbassata quando temono di essere aggrediti, il codardo è colui che fugge con la coda tra le gambe. Ma il vocabolo "coda" indica anche la parte terminale di uno schieramento; ecco allora che il codardo può essere chi si nasconde tra le ultime file, di un esercito, di una folla in sommossa, di una rappresentanza eletta a trattare ecc.

Opera esposta ad Artefiera (BO) - 2017

E' l'epiteto più infamante che possa essere attribuito ad una persona. Nel diritto penale militare il reato di codardia era punito anche con la pena capitale. Vile e vigliacco derivano dal latino "vilis", con il senso di cosa di poco valore ed infatti, in principio, era riferito alle cose, agli oggetti materiali, comprati a poco prezzo, come i "metalli vili", cioè non preziosi. In un secondo momento, il concetto di viltà si estese dalle cose alle persone, per descrivere le loro qualità morali e caratteriali, quando appunto esse erano prive di valore, o addirittura riprovevoli.

Pusillanime infine significa "piccolo di animo", l'esatto contrario di chi essendo coraggioso, ha un animo grande, magnanimo, perché il coraggioso non è tale solo per se stesso, ma giova alla collettività. Si è discusso molto sui concetti di coraggio e paura e la valutazione dei due sentimenti ha subito nel tempo varie modifiche, a vantaggio o a svantaggio dell'uno o dell'altra. Sul coraggio c'è poco da dire, se non che è stato sempre molto esaltato, non sempre a giusto titolo. Quella del coraggioso è una condizione che va dal temerario, che è avventato, al vile, ed in questo senso, i coraggiosi sono pochi, essendo chi, poco poco non lo sia, subito dichiarato vile.

Qui rifulge la figura dell'eroe, colui che con coraggio si sacrifica per il bene degli altri. Il fine è importante, più del coraggio. Perché noi, per esempio, chiamiamo eroi coloro che sono vittime di attentati e codardi o vili, quelli che li commettono, come avviene con il fenomeno dei terroristi, sempre più diffuso nell'era moderna, indipendentemente dal fatto che i primi, scelti per caso, non abbiano avuto modo di dimostrare se avessero o no coraggio, mentre i secondi, ai nostri occhi sono vili, non perché siano privi di coraggio, cosa che sembra smentita delle loro stesse azioni, spesso ardite, ma solo perché quelle azioni sono proditorie, condotte nell'anonimato e rivolte contro innocenti.

E' curioso come da codardo sia derivato anche "codino", che individua un tipo di uomo servile nei confronti dei potenti e di mentalità chiusa, contraria ad ogni novità. E' il reazionario conservatore, ottuso e felice di esserlo. Il termine è derivato dall'uso in voga nel settecento, da parte degli aristocratici di portare un codino con tanto di fiocco. Essi allora rappresentavano la classe più retrograda e parassitaria della società e con la rivoluzione molti di essi, con il codino persero pure le testa.

Infine, tra le figure comprese nel concetto di codardia, si trova, nelle fonti più antiche, anche un termine singolare come "poltrone", che per noi significherebbe solo pigro, e invece assomma timore ad inerzia. Il codardo ha paura e fugge, il vile è tale per bassezza d'animo, il poltrone teme e, però, ristà, per inerzia.

In questo senso, il poltrone in una scala ideale di disvalore, si colloca all'ultimo gradino, dopo il codardo e il vile.

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