ANCORA NATALE

Uffa, è già Natale. Non amo il Natale. Natale nonostante tutto. Natale svuotato di ogni contenuto spirituale. Natale la festa del consumismo e dell'ipocrisia capitalistica.

Va di moda parlare male del Natale.

Non tutte le stesse sono di Natale
Secondo me c'è molto conformismo in questo atteggiamento artatamente anticonformistico. E' un atteggiamento da snob che si crede all'avanguardia di un pensiero dissacrante e invece ripete solo formule come luoghi comuni. Certo ci infastidisce vedere i preparativi natalizi, nei negozi e nelle vie cittadine, con un anticipo che non è più di giorni, rispetto alla data della ricorrenza, ma di mesi ; pensare a Natale, quando siamo ai primi giorni di Novembre, ci sembra proprio fuori luogo e scambiamo l'avversione che proviamo per questa violenza che ci viene fatta, per disamore verso il Natale in sé.

Non sto a ripetere la tiritera dell'elogio del natale, dei buoni sentimenti, della magia del Presepe e della incursione da parte di altre culture degli alberi di Natale e dei Babbi Natale che si sono sovrapposti ai nostri più cari stereotipi, talvolta soppiantandoli. Ma qualche parola in difesa di questa istituzione para religiosa e laica contemporaneamente, non solo per la continuità che c'è con la festa di Capodanno, quasi completamente secolarizzata, ma pur sempre a rimorchio dell'altra che la precede e che continua fino ad essa, non foss'altro per la permanenza del Presepe fino all'Epifania (la Befana, la grande spodestata dall'esterofilia), la voglio spendere, non per il piacere di andare contro corrente, che un po' c'è, ma perché a me il Natale effettivamente piace.

Ebbene, sì, debbo dirlo, ho nostalgia di quando ero bambino, ingenuo, di sentimenti purissimi messi a dura prova dalle prime pulsioni , che guardavo tutto con occhi incantati, che avevo la fede che mi aveva inculcato mia madre, che inorridivo se sentivo per strada qualcuno bestemmiare, mi sembrava proprio un atto abominevole, contro natura, allora quando andavo alla messa di mezzanotte, e spesso c'era la neve, il mondo era veramente magico. Ora che ho perso ogni illusione, non rinnego quello che ho provato a quel tempo, che forse ancora aleggia da qualche parte, nelle pieghe del tempo, in un angolo di strada del quartiere dove abitavo. Per me il Natale resta la festa della gioia, dell'amore, della speranza. Speranza di che?, direte. Non lo so, ma c'è nel cuore qualcosa che va oltre i doni, i regali, le abbuffate, le rimpatriate con i familiari e gli amici. C'è nello sguardo di chi ci vuol bene una luce diversa che ci fa amare questa festa. Per un attimo ci sentiamo veri.

Lo so, il Natale è una finzione, ma noi abbiamo bisogno di qualche finzione, perché attraverso di essa, riscopriamo anche piccole cose belle e di valore che magari avevamo dimenticato di avere.

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