ABITUDINI

Questa mattina lo scoiattolo, sotto la pioggia, ha fatto il solito giro, saltando da un ramo all'altro e da un albero a quello più vicino, quasi meccanicamente, solo un poco rallentato, rispetto alle sue abitudini, come fosse impacciato o non del tutto sveglio. Di solito, di prima mattina, esprime vivacità ed allegria, rivisitando svelto svelto tutti gli stessi anfratti e i rami scoperti, con una curiosità che è sempre nuova. E non si sazia fino a quando il giro non si esaurisce per averlo tutto percorso prima in una direzione e poi nell'altra ed allora, di colpo, scompare.

Questa mattina, invece, ad un certo punto, si è fermato ad una biforcazione dei rami, si è raggomitolato su se stesso, la lunga coda avvolta intorno al corpo, ed ha sostato per alcuni, lunghi minuti, come dormisse, incurante del freddo, dell'acqua e della inospitalità di un tempo inclemente. O forse per protesta contro quel tempo. Certo non dev'essere facile nemmeno per lui che si accontenta di poco, sbarcare il lunario quando tutto sembra remare contro.

La prima domenica di dicembre, Natale ancora lontano, nonostante la finta euforia dei supermercati, già ridondanti di articoli natalizi, l'autunno ormai alle spalle, e nessuna voglia di fare un bel salto per andare oltre, al di là di questo intrico di rami e foglie cadenti, o cadute, o che tardano a cadere, cancellare tutto nell'ebrezza di un volo e scomparire nel folto della boscaglia. Ho alzato lo sguardo a quella biforcazione, lo scoiattolo, approfittando della mia divagazione, quatto quatto se ne era andato. Contro ogni sua abitudine.

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