LOVER MAN

Nella mia prima gioventù ho scoperto il jazz per caso. In una bancarella di libri usati, che era una delle mete preferite del mio inquieto cercare, scoprii un libriccino dedicato a Loui Armstrong, di cui avevo sentito dire cose strane: che aveva una voce rauca e sgraziata,impossibile da ascoltare, che suonava la tromba e sul palcoscenico si comportava come un gigione. Lo acquistai e lo lessi con interesse. Appresi che era 'il re del jazz'. Del jazz, sconosciuto a tutti, nella cerchia delle mie conoscenze dell'epoca, si diceva malissimo, che era la musica dei negri, che erano selvaggi ed i loro ritmi altro non erano che il tam-tam della jungla.

Comperai i primo dischi di Armstrong e ne fui subito affascinato. Il mio amore per il jazz nacque da lì e dopo Armstrong, scoprii un mondo nuovo di artisti e musicisti che fecero la mia gioia. Fino a quando arrivai a Chalie Parker. Una delle figure più emblematiche della storia del jazz. Lover Man è una incisione famosa di Parker, perché legata allo stato di grave malessere in cui si trovava nel momento dell'incisione, di cui le note che scaturiscono dal suo sassofono sono una testimonianza diretta, a livello esistenziale.

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