IMMAGINIFICO

Un termine così bello non merita una definizione così banale: una forma di ideazione per immagini, secondo quanto si trova sui più comuni dizionari. Sembra una pratica burocratica chiusa e messa in archivio. É un peccato che venga liquidato così, come un residuato (tra l'altro è di conio piuttosto recente), con l'aggiunta che si tratta di un termine di uso quasi esclusivamente letterario, buono soltanto per descrivere lo stile, ridondante di immagini, di alcuni scrittori (v. D'Annunzio).

La parola invece apre la porta alla più sbrigliata fantasia; ci fa "vedere" quello che si pensa. La nostra mente è sempre in connessione con il cervello che produce immagini per ogni pensiero che quella mette in cantiere. Guardate che io non so nulla del funzionamento della mente e del cervello, ma mi piace immaginare, quindi inventare cose possibili e a volte anche impossibili. Abbiamo bisogno di immagini per ogni nostra azione. Immaginare è un potere esaltante che ci mette in condizione di superare le contingenze del momento e di entrare in un altro mondo. Vedo l'immaginifico come l'apertura di un immenso cratere pieno di immagini di tutti i tipi, basta affacciarsi e scegliere quella che fa per noi in ogni momento.

Cosa è l'immagine e cosa è la figura. Qui vorrei chiamare a darci una spiegazione tecnica il nostro amico Romolo, maestro di immagini e di figure. Siccome l'immaginazione è frutto della nostra fantasia, vorrei approfondire il concetto di questa nostra facoltà. "Fantasia" ha la stessa radice di "fantasma"; derivano entrambi dal greco "fanìo", che vuol dire "mostro". "appaio". In tutt'e due i casi si ha a che fare con qualcosa che non esiste, che è frutto della nostra immaginazione. Producono o si presentano come "apparizioni", immagini fantastiche o spettri. La fantasia è quindi la facoltà di vedere cose inesistenti. Portata all'eccesso diventa allucinazione, frutto di una mente malata che non controlla più i meccanismi di produzione delle immagini.

Da fantasia derivano fantastico, fantasioso e anche fantasticheria e fantasmagorico che è un altro termine coniato di recente (relativamente), per indicare qualcosa di specifico. La fantasticheria è un altro modo di svilire la fantasia a mera fannullaggine, l'attitudine di chi perde tempo in vaghi sogni irrealizzabili. La fantasmagoria all'origine era uno spettacolo teatrale nel quale venivano proiettate su uno schermo immagini in rapida successione, spesso di contenuto macabro, come scheletri, fantasmi e simili, con l'uso di una macchina che era una specie di lanterna magica modificata. Per estensione, si intende un tripudio di cose fantastiche, suoni, immagini, colori che creano suggestioni particolari nell'animo dello spettatore. C'è insita anche una componente di esagerazione, di eccesso, che guasta. Un po' come avviene anche con il caleidoscopio, il cannocchiale munito di specchietti e vetrini che fatto girare mostra figure e colori fantastici, che anch'esso viene usato come figura retorica, per indicare un eccesso di effetti che ingannano i sensi.

Rimanendo nel campo del fantastico possiamo accennare anche al messaggio subliminale, anch'esso fatto di immagini. Il termine è mutuato dal latino "sub", sotto e "limen", limite che vuol dire sotto la soglia della percezione cosciente. E' infatti un mezzo di persuasione occulta che si usa in pubblicità per far 'assorbire' agli ascoltatori messaggi vocali di suoni o di immagini, che per la velocità con la quale vengono proposti, non sarebbero assimilabili da una coscienza vigile, ma possono rimanere impressi a livello del subconscio.

Siamo pertanto in presenza di un uso subdolo della nostra facoltà di immaginazione.

P.S. Sapete da dove viene l'augurio "in bocca al lupo", di rigore quando non si vuole portare scarogna a qualcuno che deve affrontare una prova difficile, tipo un esame? Niente di spaventoso, come potrebbe apparire dall'espressione in sé (la bocca del lupo è in ogni caso poco raccomandabile); sembra che dipenda dalla cura che ha la lupa di prendere in bocca il lupacchiotto, per portarlo in salvo in caso di pericolo. L'augurio quindi vuol dire che tu possa essere al sicuro come il lupacchiotto nelle fauci della madre.

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